Una madre cattolica racconta: ‘Io e le mie figlie, gemelle e lesbiche’
Sono un membro della parrocchia cattolica di St. Andrew (Stati Uniti). Io e mio marito Steve siamo genitori di due figlie gemelle e lesbiche di trentacinque anni. Le nostre figlie gemelle hanno fatto il loro coming out con noi dopo il loro primo anno di College tanti anni fa (nel 1990). La rivelazione del loro orientamento sessuale non ha cambiato il nostro amore per loro. Siamo stati noi a cambiare. Eravamo confusi e spaventati dalla rivelazione delle nostre figlie. Sia la società sia la chiesa, per come le conoscevamo, condannavano l’omosessualità. Per cinque anni siamo stati in silenzio; abbiamo tenuto il segreto in noi stessi.
Quando vicini, amici, parenti, parrocchiani della St. Andrew ci chiedevano: “Come stanno le vostre figlie? Non sono ancora sposate?” rispondevo sempre qualcosa come: “Beh, sapete, sono impegnate a fare le loro cose”. *
Era iniziato il conflitto. Come osa la mia chiesa giudicare le mie figlie unicamente per il loro orientamento sessuale! Io conosco intimamente le mie figlie: conosco la loro bontà e integrità, spirituale e morale. Le conosco come donne caritatevoli, sane e amorevoli. Mi divenne evidente che la mia chiesa, con la sua violenta retorica contro le persone gay, lesbiche, bisex e trans, non conosceva realmente i suoi figli gay, lesbiche, bisex e trans.
Come madre di figlie gemelle e lesbiche, credo che:
— le mie figlie sono fatte ad immagine e somiglianza di Dio;
— l’omosessualità non è una scelta, ma una variante sul dono – dato da Dio – della sessualità;
— l’omosessualità esprime un’altra dimensione della diversità della vita di Dio, ed è quindi buona!
Contesto le idee sbagliate e inesatte riguardo alle persone gay, lesbiche, bisex e trans (GLBT), comprese quelle secondo cui l’omosessualità è:
— una condizione curabile;
— uno stile di vita modificabile a piacimento;
— equivalente alla pedofilia.
Non accetto come verità la nozione che il matrimonio omosessuale fa parte di “un’ideologia del male”; o che le organizzazioni gay mettono a rischio di abusi i bambini e che distruggeranno l’istituzione del matrimonio, come ha dichiarato invece il Vaticano. Perciò, quando sento la Congregazione della Fede affermare che l’orientamento omosessuale delle mie figlie è “oggettivamente disordinato” e che a causa di questo orientamento loro sono “intrinsecamente orientate verso il male”, mi adiro fortemente. Questi uomini non conoscono le mie figlie!
L’oppressione delle persone gay, lesbiche, bisex e trans (GLBT) è una questione di giustizia; di formare relazioni giuste; di ascoltare le nostre storie; di familiarizzare con noi e con i doni che portiamo.
Detto semplicemente, è in gioco il messaggio vivo di Gesù che invita ad accogliere tutti alla sua mensa. Sono felice di poter dire, la Comunità di St. Andrew fa esattamente questo!
* Il 22 ottobre del 2005, ho parlato in qualità di membro di un gruppo di esperti alla Metropolitan Alliance for Common Good (Alleanza Metropolitana per il Bene Comune). Il titolo della conferenza era: “Chi invita Gesù nella Sua chiesa?”. La presentazione fu molto toccante, sia per me sia per le trecento persone presenti.
Ho avvertito vivissima la presenza dello Spirito sia mentre mi guidava nel riferire la mia testimonianza sia mentre permetteva che essa fosse ben compresa e accolta. Sono rimasta sorpresa quando l’intera assemblea si è alzata in piedi per applaudirmi. Molti erano visibilmente commossi; molti sono poi venuti su a parlare con me. Non sono il tipo che d’abitudine si alza dinanzi a una folla a parlare; senza dubbio, perciò è stato lo Spirito ad agire attraverso l’argilla di questo vasaio.
Testo originale: My twin lesbian daughters (file pdf)