Viaggio nei paesi dove l’omosessualità è un crimine: Uganda, Cameroon e Nigeria
Estratto dall’articolo di Max Strasser su Foreign Policy (Stati Uniti) del 20 Dicembre 2010, liberamente tradotto da Lorenza
Se il Don’t Ask Don’t Tell (non chiedere, non dire) negli Stati Uniti è stato abbrogato, in molti paesi, la lotta per l’uguaglianza delle persone omosessuali ha problemi molto più grandi da superare.
UGANDA
Nell’Uganda, l’omosessualità è un crimine. Oltre a questo, l’anno scorso, un disegno di legge è stato introdotto nel parlamento: un disegno di legge anti-omosessuale per legiferare sulle nuove offese criminali e sulle punizioni relative ai crimini già riconosciuti come tali.
“L’omosessualità aggravata” viene definita come un offesa, dallo stupro fino all’essere un “offensore seriale” di atti omosessuali, e diventerebbe un crimine punibile dalla morte. I gay che avrebbero un test dell’AIDS positivo potrebbero essere messi anche a morte. I gruppi per i diritti umani hanno condannato il disegno di legge che però è stata presa in considerazione dalla legislatura dell’Uganda l’anno scorso.
Indipendentemente dell’approvazione della legge, gli anti-gay non contano sul governo per operare le persecuzioni sulle persone gay. Un quotidiano locale ha pubblicato una lista delle persone omosessuali conosciute questo stesso anno chiedendo ai lettori di impiccarle. Quattro tra gli uomini della lista sono stati attaccati poco dopo.
Tra i tanti aspetti conturbanti di questa marea di omofobia nell’Uganda, c’è il fatto che vari analisti pensano che l’origine dell’omofobia è da ricercare nella cultura di guerra veicolata dagli Stati Uniti.
Da quando i missionari Cristiani conservatori sono arrivati nei paesi dell’Africa dell’Est per evangelizzare, hanno portato con loro delle visioni forti sull’omosessualità che sembrano avere fatto presa.
Lo sponsor del disegno di legge è un membro della “Famiglia” (“The Family”), un’organizzazione religiosa e politica di Cristiani radicali legata a vari membri del movimento evangelico americano
CAMEROON
Per gli ultimi quaranta anni, il codice penale del Cameroon ha prescritto delle penalità fino a cinque anni di carcere per qualsiasi persona che avrebbe avuto un rapporto sessuale con una persona dello stesso sesso.
L’isteria anti-omosessuale ha però raggiunto un nuovo livello nel 2005 dopo che un arcivescovo ha fatto un sermone infiammatorio nel quale accusava la comunità omosessuale di essere responsabile della corruzione e della mancanza di lavoro nel paese.
Questo ha provocato una forte retorica anti-omosessuale: sono ad esempio stati pubblicati elenchi di nomi di uomini che si suppone siano gay, tra i quali gli uomini del governo. Oggi, gli “atti omosessuali” sono punibili dalla legge, fino a tre anni di carcere.
NIGERIA
In un paese nel quale la popolazione è divisa quasi a pari tra la fede Cristiana e quella Mussulmana, tutti i leader religiosi del Nigeria sembrano radunarsi intorno a una questione sola: la persecuzione degli omosessuali. Una condanna per sodomia può portare a una sentenza di 14 anni di carcere, secondo la legge federale, e l’omosessualità è condannabile alla pena di morte nei dodici stati che praticano la legge Islamica.
In un caso particolarmente drammatico, nel 2007, diciotto ragazzi e giovani uomini sono stati arrestati nella città di Bauchi a motivo di supposto travestimento (“cross dressing”). Solo in un secondo tempo, sono stati accusati di sodomia, un offesa che, nelle corti islamiche del nord del paese può essere condannata e punita con l’esecuzione tramite la lapidazione.
Fortunatamente, i ragazzi sono stati liberati dopo una moltitudine di pressioni internazionali. Nonostante l’accordo generale tra le religioni e le fedi, la Chiesa Anglicana si mostra particolarmente aggressiva contro gli omosessuali della Nigeria.
Nella divisione della Chiesa Episcopale Internazionale sulla questione dell’accessione dei preti apertamente gay, i conservatori hanno scelto l’arcivescovo della Nigeria, Peter Akinola, come leader.
Così scrive Akinola: “l’omosessualità è un disubbidienza flagrante a Dio la quale permette alla gente di pervertire l’espressione sessuale con l’altro sesso ordinata da Dio. In questo modo, gli omosessuali si sbagliano, hanno dimostrato di essere degli intrusi delle leggi di Dio”.
Il governo della Nigeria è più che contento di difendere queste opinioni che d’altronde rimangono molto diffuse. Nel 2006, l’ambasciatore del paese presso le Nazioni Unite ha detto in una dichiarazione diretta al Concilio per gli diritti umani delle Nazioni Unite (“U.N. Human Rights Council”): “l’idea secondo la quale l’esecuzione per le offese arrecate dall’omosessualità maschile o femminile è eccessiva è un idea basata su un certo giudizio, è un idea soggettiva, e non oggettiva.
Ciò che può essere visto come una pena sproporzionata per un’offesa così grave e per una condotta odiosa può invece essere visto da altri come una pena giusta e proporzionata”.
Testo originale: The Global Gay Rights Battlefields