Vivere il carisma marianista abbracciando la comunità LGBTQ
Articolo di Robert Shine* pubblicato sul sito dell’associazione LGBT cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 25 agosto 2020, liberamente tradotto da Chiara Benelli
Con il sostegno della Società di Maria è stato presentato in anteprima un nuovo film che racconta i punti di vista delle persone LGBTQ + rispetto alla Chiesa, nella speranza di spianare la strada a un ulteriore dialogo sull’inclusione. La LGBT Initiative del Marianist Social Justice Collaborative (Collettivo Marianista per la Giustizia Sociale) ha prodotto un film dal titolo Living Our Marianist Charism: Embracing the LGBTQ + Community (Vivere il carisma marianista: abbracciare la comunità LGBTQ+) “come un insieme di storie e punti di vista di persone LGBTQ+, familiari e membri del mondo marianista”. Il film, disponibile su YouTube , vuole stimolare il dialogo e l’azione, secondo quanto affermato dalla LGBT Initiative: “Ci auguriamo che più membri possibili della famiglia marianista e, più in generale, della Chiesa, abbiano l’opportunità di guardare questo video e di aprire un dialogo con la loro comunità. Vogliamo impegnarci in un dialogo di comune buonsenso con la Chiesa e la nostra famiglia marianista mediante il racconto di storie ed esperienze personali.
“Crediamo sia fondamentale, quando si discute di questi punti di dottrina, prendere in considerazione le varie scoperte in campo biologico, antropologico e psicologico. Ma soprattutto, ci sentiamo in dovere di essere profetici sulla profondità dell’amore che Dio nutre verso tutti noi, e sulla nostra vocazione ad essere testimoni che incarnano l’amore di Dio verso le persone LGBTQ + “.
Il film presenta le storie di circa una dozzina di persone, tra cui un ex parroco marianista, un fratello gay marianista, due sorelle marianiste e diversi marianisti laici, molti dei quali sostenitori di lunga data della causa LGBTQ. Le seguenti sono solo alcune citazioni estrapolate da queste storie di grande ispirazione:
Il fratello David Betz ha raccontato la sua esperienza di omosessuale che conduce una vita religiosa: “Tra le prime persone con le quali ho fatto coming out c’erano alcuni compagni marianisti, e in momenti come quelli si vive in uno stato di grazia, perché i tuoi fratelli sono in grado di dirti: ‘Va bene, David, ti sosteniamo e ti vogliamo bene per quello che sei'”.
Dominic Garascia, figlio gay di Beth e Tony Garascia, sostenitori dei cattolici LGBTQ e marianisti laici, ha parlato del percorso che lui e i suoi genitori hanno intrapreso insieme nella Chiesa: “È stato incredibilmente incoraggiante e di fortissimo impatto vedere sia mia madre che mio padre combattere così apertamente contro la propria fede, perché sono un esempio per me su come poter vivere questa lotta, ma anche perché vedere qualcuno combattere per il mio posto all’interno della Chiesa mi fa sentire tanto amato”.
Il fratello Brian Zampier ha parlato della fede mariana della sua comunità in relazione alla comprensione di se stessi: “Crescendo, non capivo cosa mi stesse succedendo. Maria ora la vedo un po’ come un esempio di cosa vuol dire ‘non capire cosa ci accade’. Ma poi ho capito che lei non ne faceva segreto”.
Il film presenta anche una coppia LGBTQ, Miguel Ochoa e Jose Martinez Jr. Della loro relazione, Ochoa ha detto: “Penso che la nostra relazione non sia altro che Dio che ci dimostra il suo amore. Mi sforzo di essere una persona più amorevole e misericordiosa, perché è così che voglio che si senta lui. È come se, dal modo in cui lui mi ama, io vedessi e ricevessi l’amore di Dio”.
Bradley Leger, marianista laico, ha raccontato la condizione di marginalità in seno alla Chiesa che spesso vivono le persone LGBTQ e i loro cari: “È lì che io trovo Dio, nello spazio liminale, dove c’è impotenza. Per me è lì che sta l’amore”.
Molti degli intervistati hanno parlato più genericamente del mondo e della Chiesa che, secondo loro, vorrebbe Gesù. Mark Guevarra, licenziato da un datore di lavoro cattolico per il suo orientamento sessuale, parla della preghiera di Gesù “Padre, che siano una cosa sola” come premio ambito per tutti questi sforzi.
Suor Nicole Trahan, marianista anche lei, ha detto: “Consideriamo la nostra comprensione del regno di Dio: dobbiamo essere inclusivi, perché questa è la visione che Dio riserva a questo mondo”. Arrivare qui non è un compito semplice. Ish Ruiz, uno dei leader della Initiative, ha offerto un punto di partenza: “Non sappiamo tutte le risposte. Forse è questo il primo passo per il dialogo”.
La famiglia marianista comprende i membri della Società di Maria, un ordine di sacerdoti e fedeli, suore marianiste e laici affiliati. L’obiettivo della LGBT Initiative non è tanto la semplice cura pastorale, ma il desiderio di rappresentare una “testimonianza profetica” dell’accoglienza e dell’accettazione, nella Chiesa e nel mondo, delle persone LGBTQ.
Oltre al film, la Initiative organizza regolarmente dei ritiri, e ha pubblicato Addressing LGBT Issues with Youth: A Resource for Educators (Affrontare le questioni LGBT con i giovani: una risorsa per gli educatori).
Molti ministeri LGBTQ hanno sede nelle parrocchie, come attestano le stesse parrocchie LGBTQ e le comunità religiose di New Ways Ministry. Ma la particolarità dell’impegno marianista sta nel fatto che, in un certo senso, esso affonda le radici nella vita religiosa, concepita, nella storia della Chiesa, come uno spazio profetico. Da questa ricca tradizione dovrebbero prendere spunto le famiglie credenti appartenenti ai vari ordini religiosi, coi loro affiliati laici, coi quali condividono carismi comuni, così da dare vita a ministeri simili, e per poter così diventare anche loro testimoni profetici del dialogo.
Congratulazioni alla famiglia marianista per aver aperto la strada!
* Robert Shine è direttore associato di New Ways Ministry, per cui lavora dal 2012, e del blog Bondings 2.0. È laureato in teologia alla Catholic University of America e alla Boston College School of Theology and Ministry.
Testo originale: New Film from Marianist LGBT Initiative Hopes to Be a “Prophetic Witness” for Inclusion