I primi passi, tra timore e speranza
Testimonianza di Andrea pubblicata su Acqua di fonte , Bollettino periodico del gruppo “La Fonte” di Milano, Marzo 2006, n.38, p.3
Dovevo fare qualcosa, qualunque cosa, non avevo più alcuna intenzione di risprofondare nel baratro della disperazione. Ancora una volta non ero riuscito a fare il passo che mi avrebbe portato ad affrontare la mia intima realtà ed ancora una volta vedevo svanire i miei sogni, con quel tipo di felicità ed emozioni che mai avevo provato e che solo la persona che ami ti può dare.
Volevo uscire da questa situazione che inevitabilmente nella mia vita si è più volte riproposta, lasciandomi come eredità un forte senso di solitudine e di abbandono e la consapevolezza di non essere mai appartenuto a niente e a nessuno.
Fu così che mi misi alla ricerca su internet di qualche associazione o gruppo di persone con le quali potermi confrontare e che potessero capire fino in fondo la realtà “particolare” che stavo vivendo. Cresciuto in un piccolo paesino della Liguria, le possibilità di parlare di me si riducevano a pochissimi amici intimi già poco esperti in fatto di relazioni eterosessuali, figuriamoci omosessuali… Dovetti aspettare i ventidue anni prima di riuscire a parlare e… mangiare una pizza con altre persone gay!
Ovvio che mi assumo tutte le responsabilità di questa situazione, non posso certo dire che le occasioni mi siano mancate o che non le avrei potute cercare prima, ma il fatto è che provavo solo a proteggermi, evitando con tutte le forze ogni tipo di tentazione che presumevo mi avrebbe macchiato per sempre; senza accorgermi che, prima o poi, quelle mura, che stavo innalzando con tanta assiduità, avrebbero finito con il soffocarmi. Così iniziai la ricerca.
Escludendo vari indirizzi che esulavano dal mio interesse, mi soffermai sul sito del gruppo “La Fonte”… Istintivamente avvertii che era proprio ciò che stavo cercando, proprio ciò di cui avevo bisogno, proprio ciò che univa in sé sia la mia natura omosessuale, sia la mia natura di credente. Se nella mia vita avevo dubitato di molte cose, mai avevo avuto incertezze sullo straordinario ed incondizionato amore che Dio ha per ognuno di noi. Nella pagina web compare un indirizzo e-mail al quale si può scrivere per avere informazioni ulteriori sull’attività del gruppo.
Così feci e qualche giorno dopo ricevetti una mail di risposta che mi invitava a partecipare al successivo incontro. Incoraggiato dalla cordialità del web master, mio primo ed unico tramite, con il cuore che mi batteva a mille, andai a quell’appuntamento… Ormai ero lì, di fronte a quel cancello; dall’altra parte un gruppetto di ragazzi, alle mie spalle la vita che fino a quel momento mi aveva isolato da un mondo al quale ora sentivo di voler fare parte…
Varcai quella soglia. Emozioni contrastanti mi invasero, euforia, timore, timidezza, voglia di scappare, ma allo stesso tempo di conoscere e di farmi conoscere. Che strana sensazione! Altre volte mi sono trovato ad affrontare persone che non conoscevo e rammentavo che in quelle circostanze riuscivo ad essere più padrone della situazione, più loquace, più effervescente ed ora, paradossalmente, che potevo essere davvero me stesso, ero sperso…
Ne fui allarmato appena me ne accorsi: non ero abituato ad essere me stesso, non aveva senso rifugiarmi in quel personaggio così meticolosamente costruito attraverso gli anni: c’ero io, il mio io e nessun altro. Non appena il gruppo divenne più numeroso andammo in un’aula all’interno della struttura parrocchiale e una volta fatte le presentazioni ci dividemmo in tre ulteriori gruppetti.
Ogni gruppetto si spostò in una sua stanza dove una volta seduti, a mo’ di ferro di cavallo, iniziammo a leggere un brano tratto dal libro di don Domenico: “L’acqua e la rosa”.
Durante la lettura scrutavo quei volti così attenti, nessuno sospettava, nessuno mi guardava sperando di cogliermi in fallo svelando chissà quale segreto, la mia omosessualità lì era un dato di fatto, che a nessuno interessava; c’erano altri argomenti sui quali focalizzarci, più profondi, più sinceri. Al termine del brano seguì un costruttivo dibattito, al quale ognuno prese parte mettendo in luce i punti salienti del testo secondo la propria sensibilità ed attingendo anche all’esperienza personale.
Dopo una breve pausa conviviale seguì un momento di preghiera significativo durante il quale colsi l’essenza della fraternità cristiana: non vi erano più differenze, eravamo tutti riuniti per un unico scopo, rendere grazie a Dio. La serata si concluse allegramente in pizzeria insieme a quelle meravigliose persone che fin dal primo momento fecero di tutto, e devo dire che ci riuscirono, per farmi sentire a mio agio, “coccolato” da nuovi amici.