Il culto del corpo (Rm 12,1)
Riflessioni del reverendo David Eck Asheville* tratte dal blog jesuslovesgays (Stati Uniti) del 17 ottobre 2012, liberamente tradotte da Adriano C.
Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale (Romani 12, 1).
Nel mondo omosessuale ci sono sicuramente un sacco di cultori del corpo. Alcuni uomini gay trascorrono ore e ore in palestra, assumendo integratori vitaminici e sottoponendosi a diete finché non hanno modellato i loro corpi cercando di avvicinarsi all’assoluta perfezione. Sebbene questi animaletti da palestra siano belli da vedere, c’è molto di più da fare nella vita che costruirsi sei paia di addominali e gonfiarsi i bicipiti.
Paolo ci dice nella sua lettera ai Romani che i nostri corpi dovrebbero essere “sacrifici viventi”. In altre parole, il modo più potente di adorare Dio non è passare la domenica seduti sulla panca della chiesa, ma vivere il resto della settimana con i nostri piedi sulla strada.
“The message” (Il messaggio) di Eugene Peterson traduce questo verso con una chiarezza sorprendente: “Ecco ciò che voglio che voi facciate, Dio vi aiuterà: prendete il vostro quotidiano, la vostra vita ordinaria (il vostro dormire, mangiare, lavorare e girovagare) e mettetelo davanti a Dio come un’offerta”.
La sfida per la gente lesbica, gay, bisex e trans (LGBT) credente è che bisogna che ci assumiamo il rischio di diventare più visibili nella nostra comunità e nel nostro mondo. Essere Cristiani “e” omosessuali non è un compito facile, soprattutto perché ci sono tantissimi “nemici” là fuori, che sono pronti a giudicarci prima di conoscerci e ascoltare la storia di come Dio opera e si muove nelle nostre vite.
Uno dei motivi per cui tengo questo blog è quello di assicurarmi che esiste un’altra voce cristiana apertamente omosessuale che possa raccontare la nostra storia.
Sono anche apertamente omosessuale nella congregazione che servo e anche nell’ospedale dove lavoro. Mi è certamente costato parecchio salire “la scala del successo” e anche passare ad una chiesa più grande e migliore. Tuttavia non avrei potuto farlo in un’altra maniera. So di stare bene dove Dio mi vuole e che egli vuole che continui a dar voce ad una persona che è follemente innamorata di Gesù, pur essendo omosessuale.
Cosa farete questa settimana per diventare un “sacrificio vivente” al lavoro, a scuola, nella vostra comunità o nel mondo? Non abbiate timore. Lasciate risplendere la vostra luce arcobaleno.
* Il reverendo David Eck, di Asheville in North Carolina (USA) è un pastore della Chiesa Evangelica Luterana d’America (ELCA). Oggi può raccontarsi, senza nascondersi, nel suo blog http://jesuslovesgays.blogspot.co.uk/
Testo originale: Body worship