La pubblicità contro la conversione dei gay
Articolo del 20 marzo 2013 pubblicato su giornalettismo.com
L’organizzazione Hod denuncia le pratiche degli ebrei ultra-ortodossi in Israele. Una campagna non convenzionale contro le conversioni degli omosessuali è stata lanciata a Tel Aviv, in Israele, per denunciare l’intolleranza degli Haredi, gli ebrei ultraortodossi, nei confronti della comunità LGBT. A promuoverla è stata l’associazione Hod, che sostiene gli omosessuali religiosi e si batte per il riconoscimento dei loro diritti.
L’INIZIATIVA CONTRO LE CONVERSIONI – L’idea di Hod è nata, sotto forma di guerrilla marketing, come forma di protesta rispetto alla tendenza di parte della comunità ebraico ortodossa di sottoporre a terapie di conversione gli omosessuali. Così negli ultimi mesi Hod ha lasciato per le strade di Tel Aviv dei cartelli, in cui denuncia gli episodi di terapia forzata, in modo innovativo.
Quella della conversione è una pratica considerata inutile – oltre che dannosa – dalle associazioni degli psicologi di molti paesi, compresi gli Stati Uniti. Anche perché non si tratta di un disturbo mentale, ma soltanto di un orientamento sessuale differente, come ha spiegato anche l’Organizzazione mondiale della Sanità.
L’APPELLO DI HOD – Sul suo sito Hod afferma: “Noi crediamo che una parte considerevole dell’odio nei confronti degli omosessuali sia una conseguenza dell’ignoranza, della mancanza di consapevolezza e dell’assenza di informazioni sull’omosessualità da parte delle persone religiose”.
Se parte delle comunità ortodosse tradizionali ebraiche hanno rifiutato la terapia di conversione, alcune pratiche sono ancora condotte nella comunità degli haredi (“haredim” o “charedim”, più correttamente, al plurale, ndr) del paese. Per questo l’idea della campagna: ”Non ci fermeremo fino a quando tutti ci accetteranno per come siamo”, si conclude nel video promozionale.