Nelle università religiose degli Stati Uniti gli studenti combattono per il rispetto delle persone omosessuali
Articolo di Erik Eckholm, New York Times (Stati Uniti), 18 aprile 2011, liberamente tradotto da Marius e Lidia Borghi
Studenti gay e studentesse lesbiche hanno fatto scoppiare battaglie per la loro accettazione laddove non ce lo si aspetterebbe: le classi dei college biblici e delle università evangeliche cristiane che, nei loro principi fondamentali, vedono l’omosessualità come un peccato.
Decenni dopo che il movimento dei diritti dei gay ha travolto le scuole laiche del paese, nei college cristiani stanno uscendo allo scoperto sempre più gay e lesbiche, che richiedono il diritto di proclamare la loro identità e di costituire dei club universitari, rifiutando il suggerimento di chiedere aiuto nel reprimere i loro desideri omosessuali.
Molti di questi nuovi e risoluti studenti sono cresciuti come cristiani e hanno sviluppato il senso della loro identità sessuale solo dopo aver iniziato il college e dopo anni di tormento interiore.
Essi provengono da una nuova generazione di gioventù evangelica che, oltre tutto, ha una visione dell’omosessualità molto meno dura rispetto alle generazioni precedenti.
Ma nel loro sforzo di affermare se stessi, sia in club universitari o più pubblicamente su Facebook, gli studenti gay si stanno mobilitando contro gli amministratori che difendono ciò che essi descrivono come la legge di Dio sulla moralità sessuale e che devono anche rispondere ai membri di consiglio e agli ex allievi conservatori.
Di fronte a vaghi divieti contro il comportamento omosessuale molti studenti si preoccupano di quali azioni – come ad esempio, tenere la mano ad un partner o pubblicare una foto su un sito gay – potrebbero mettere a repentaglio le borse di studio o far rischiare l’espulsione.
«È come una forza inarrestabile contro un oggetto fisso» ha detto Adam R. Short, matricola di ingegneria alla Baylor University e gay dichiarato che ha combattuto invano per il riconoscimento, da parte del campus, di un club per discutere di sessualità e combattere l’omofobia.
Un paio di college più liberali e religiosi, come la Belmont University di Nashville, che ha origini battiste, hanno permesso a malincuore la formazione di gruppi studenteschi gay e, nel caso di Belmont, dopo anni di accesi dibattiti, dopo che l’università aveva obbligato a dimettersi un’allenatrice di calcio lesbica.
Ma la risposta più tipica è venuta dall’Università di Baylor che, con 15.000 studenti, è la più grande università battista del paese, avendo rifiutato di approvare il forum sulla sessualità.
«L’Università di Baylor si aspetta che gli studenti non partecipino a gruppi di pressione per promuovere la comprensione di una sessualità che sia in contrasto con l’insegnamento biblico» ha detto Lori Fogleman, portavoce dell’università.
Nonostante il rifiuto, più di 50 studenti continuano a tenere le riunioni settimanali del loro “Forum di identità sessuale” e «continueranno a perseguire il riconoscimento morale che dovrebbe giungere con status formale» ha detto Samantha A. Jones, laureanda e presidente del gruppo.
«In generale , il corpo studentesco è pronto per questo», ha detto Saralyn Salisbury, la ragazza i Ms. Jones che è anche una laureanda alla Baylor. «Ma non l’amministrazione e i rettori».
Alla Abilene Christian University in Texas, diversi studenti sono dichiaratamente gay e molti altri stanno spingendo per un cambiamento dietro le quinte. La scorsa primavera l’università ha rifiutato di permettere la formazione di un’associazione di gay-etero.
«Vogliamo trattare queste questioni complesse e dare un aiuto e una guida agli studenti che stanno lottando con l’attrazione che provano verso persone del loro stesso sesso» ha detto Jean-Noel Thompson, vice presidente dell’università per la vita studentesca. «Tuttavia non intendiamo abbracciare qualsiasi difesa dell’identità gay».
Alla Harding University in Arkansas, che come la Abilene Christian è affiliata con le Chiese di Cristo, ai primi di marzo, una mezza dozzina di studenti di oggi e di ieri, ha messo in rete un magazine online, mostrando i racconti personali dei travagli di studenti gay.
L’università ha bloccato l’accesso al sito sul server di internet dell’università, il che ha contribuito a far sì che il sito girasse in maniera contagiosa nel mondo delle università religiose.
In cappella, il presidente della Harding, David B. Burks, ha detto agli studenti: «Non stiamo cercando di controllare i vostri pensieri», ma «era importante che bloccassimo il sito web a causa di ciò che dice di Harding, di chi siamo e di ciò in cui crediamo». Mr. Burks ha definito offensivo il nome stesso del sito, “huqueerpress.com”.
La maggior parte dei college evangelici afferma di disciplinare non gli studenti che ammettono di provare attrazione verso persone del loro stesso sesso, bensì solo quelli che si impegnano in “comportamento” o “attività” omosessuale (nei campus evangelici il rapporto sessuale al di fuori del matrimonio è vietato per tutti.)
Il Sig. Thompson ha sostenuto che la Abilene Christian vede una grande differenza tra uno studente che sta lottando in privato con sentimenti verso persone del suo stesso sesso e «uno studente che nelle e-mail, su Facebook e altrove dice: “Io sono un gay dichiarato, questo è uno stile di vita che io difendo a prescindere dalla posizione dell’università”».
Amanda Lee Genaro ha raccontato di essere stata espulsa nel 2009 dalla North Central University, un college di Bibbia pentecostale a Minneapolis, quando diventò più consapevole della sua identità gay.
Dopo aver combattuto per anni contro i suoi sentimenti, trovò l’ispirazione dalla visita, nel 2006, di SoulForce, un gruppo nazionale di ex studenti gay provenienti da college religiosi, che tenta di animare dibattiti al campus.
«Ho pensato, wow, forse Dio mi ama anche se mi piacciono le donne», ha ricordato la signora Genaro. Nel 2009, dopo aver abbandonato la “terapia riparativa”, fece coming out su MySpace e ammise di avere una relazione romantica, anche se non consumata, con una donna.
L’università la sospese, dicendo che avrebbe potuto ritornare l’anno dopo, se avesse rifiutato la sua omosessualità. Si trasferì in una scuola non cristiana.
Gli studenti gay dicono che viene loro spesso chiesto perché frequentino college cristiani. Ma questa domanda, secondo gli studenti, è ingiusta.
Molti di loro sono stati cresciuti in famiglie profondamente cristiane, con la speranza di frequentare un college religioso ed hanno battagliato a lungo contro la loro omosessualità.
Arrivano a scuola, come racconta uno degli autori del web di Harding, «sperando che l’università ci avrebbe fatto diventare etero e poi, una volta che ci rendevamo conto che questo non sarebbe accaduto, non c’era nulla che si potesse fare a riguardo».
Gli studenti dicono che fare coming out al campus è un sollievo, ma che la vita resta dura. «Sono solo», ha espresso Taylor Schmitt, al secondo anno alla Abilene Christian, presso la quale arrivò con una borsa di studio e la speranza che il suo sé interiore avrebbe potuto in qualche modo cambiare.
Alla fine del suo primo anno, il signor Schmitt ha detto di aver accettato la sua omosessualità. È passato al dipartimento di lingua inglese da quello di studi biblici che, dice: «puzzava dei passati inganni e delle falsità che avevo creato intorno a me stesso».
Invece di trasferirsi e di rinunciare alla propria borsa di studio, egli sta prendendo lezioni extra per laurearsi con un anno d’anticipo.
Alcuni degli studenti gay finiscono per rimanere delusi dal cristianesimo, diventando persino atei, mentre altri hanno cercato chiese più liberali.
Nel 2005 David Coleman fu sospeso dalla North Central University all’ultimo anno, dopo aver distribuito volantini pubblicitari di un sito di aiuto gay e dopo aver ammesso di aver relazioni intime (ma non rapporti sessuali) con altri uomini. Egli definisce l’ambiente dell’università “spiritualmente violento”.
Il Sig. Coleman, 28 anni, è ora iscritto presso lo United Theological Seminary of the Twin Cities di New Brighton nel Minnesota, che è gestito dalla più tollerante Chiesa Unita di Cristo.
Sogna ancora di diventare un pastore: «Ho la vocazione».
Testo originale: Even on Religious Campuses, Students Fight for Gay Identity