Nuove famiglie, le chiese e la società. Andare oltre la semplice accoglienza
Articolo di Vale Coletta apparso su Confronti n. 4/2014 e ripubblicato sul sito della REFO
Dal 7 al 9 marzo a Roma presso i locali della Chiesa Evangelica Metodista di via XX settembre la REFO – Rete Evangelica Fede e Omosessualità ha organizzato un convegno che affrontava il tema delle nuove famiglie, la società e le chiese.
È stato un incontro denso di spunti di riflessione molti interessanti con ospiti internazionali. Quando mi è stato chiesto di redigere questo articolo pensavo di fare la solita descrizione di ciò che è avvenuto durante il convegno, riproponendo ai lettori gli appunti scritti sul mio moleskine (ndr. lo so fa tanto radical-chic, chiedo venia).
Certamente gli interventi di Elisabeth Green sulla famiglia patriarcale e sulla teologia queer sono stati interessanti. Lo stesso possiamo dire anche della relazione della pastora Manocchio e di Luca Negro.
Anche L’intervento del nostro ospite francese, il pastore Christophe Kocher, sulla situazione nelle chiese e nella società francesi è stato esaustivo e ci ha dimostrato come anche in Francia il dibattito sia colorato da un certo grado di sessismo dalla parte politica più conservatrice. Il convegno si è chiuso con la relazione da parte del consigliere del I Municipio di Roma Capitale Mauro Cioffari sul dibattito in sede municipale e comunale e con gli spunti di riflessione sulla psicologia e la sociologia delle famiglie presentata dal dr Villa, psicologo e psicoterapeuta. Nelle prossime settimane saranno disponibili sul sito web della Refo (http://refoitalia.wordpress.com) gli atti del convegno.
Anche se il tema è sempre molto attuale nel dibattito interno al Protestantesimo italiano, come organizzatrice dell’evento insieme a Giorgio Rainelli devo ammettere che il convegno è stato un flop ed è stato ampiamente disertato. Quello che si avverte è certamente stanchezza. Sembra quasi che dopo il Sinodo Valdese e Metodista del 2010 abbia lanciato la sperimentazione della benedizione delle coppie omosessuali tutto sia risolto.
Invece a mio avviso e a quello dell’intera segreteria Refo, il cammino non è finito nel 2010. Molto lavoro si deve fare ancora sui temi del rapporto tra fede e sessualità. Nelle chiese locali il tema deve essere portato oltre la superficiale accoglienza delle persone omosessuali (al momento delle persone bisessuali, trans* e intersessuali sembrano non esistere per le chiese).
Nelle nostre chiese vivono e professano la propria fede persone con diversi orientamenti sessuali e diverse identità di genere, con costellazioni familiari sempre più diversificate e origini etniche dai quattro angoli della Terra.
Allora la sfida di oggi non è più tanto l’accoglienza ma la valorizzazione dei doni e delle vocazioni di cui sono portatrici le varie componenti delle nostre comunità. Il discorso si sposta dall’accoglienza/tolleranza all’essere chiesa insieme.
L’obiettivo del convegno era quello di animare ed indirizzare il dibattito delle chiese battiste, metodiste e valdesi verso questo focus. Molto probabilmente ad oggi siamo stanchi e stanche dei lunghi convegni, che indubbiamente sono un grosso sforzo economico e di tempo. Allora come Refo vogliamo rivedere le nostre modalità di animazione. I tradizionali campi e convegni li continueremo ad organizzare poiché sono una grande occasione di socializzazione e riflessione per chi fa parte della nostra rete. Quello che più ci sta a cuore come segreteria Refo è rilanciare la nostra rete.
Essa non nasce come associazione degli omosessuali protestanti ma come rete di credenti di qualsiasi orientamento e identità sessuale che riflettono sui temi della fede e sessualità.
Una rete di pastori/e, membri di chiesa, cattolici progressisti e cristiani senza una collocazione ecclesiastica che è stata uno strumento di traino per la riflessione in ambito protestante e uno dei più belli progetti ecumenici e interconfessionali nati in Italia.
Oggi più che mai sentiamo il bisogno di continuare a parlare e a riflettere sui temi a noi cari. In un tempo durante il quale la crisi economica diventa il pretesto per schiacciare i diritti all’autodeterminazione delle persone e in particolare dei cosiddetti “scarti di genere”, donne, omosessuali, lesbiche, trans*, intersessuali, queer, è qui che si deve manifestare tutta la forza profetica del Cristianesimo, che è la religione dell’agape, la religione degli ultimi e degli scarti del potere.