Benedetto XVI in viaggio tra i cattolici d’America divisi tra attesa e dissenso
Articolo di Luciano Clerico tratto da ansa.it del 13 Aprile 2008
Negli ultimi 30 anni se da un lato negli Stati Uniti i cattolici sono cresciuti, soprattutto grazie all’immigrazione ispanica, sono aumentati ma al contempo è diminuito il numero di coloro che vanno a messa ogni settimana (erano quasi il 70% nel 1965, sono poco sotto il 50% oggi). Inoltre se da un lato la figura del Papa viene ancora vista come quella di una guida spirituale assoluta, dall’altro sono molti coloro che lo criticano per le sue posizioni su temi come aborto, gay, donne-sacerdote. Anche questo si preannuncia un viaggio molto particolare.
Di sicuro lo aspetta un’America “inquieta”. Ma se per i cattolici americani quella in corso sia una fase di crisi oppure di rinnovamento, neppure gli studiosi del mondo cattolico Usa lo sanno dire. L’unico dato certo è che tutti attendono papa Benedetto XVI con emozione e grandi aspettative. I principali quotidiani americani, dal New York Times al Washington Post, presentano così oggi l’imminente visita del Papa, e sottolineano quanto e come l’America cattolica sia oggi una terra di contraddizioni.
Da un lato negli Stati Uniti i cattolici sono cresciuti. Negli ultimi 30 anni, soprattutto grazie all’ immigrazione ispanica, sono aumentati di 20 milioni, erano 48,7 milioni nel 1975, sono 64,8 milioni 2005. Dall’altro, però, è diminuito il numero di coloro che vanno a messa ogni settimana (erano quasi il 70% nel 1965, sono poco sotto il 50% oggi). Ancora: da un lato, la figura del Papa viene vista come quella di una guida spirituale assoluta; dall’altro sono molti coloro che lo criticano per le sue posizioni su temi come aborto, gay, donne-sacerdote.
Da un lato la partecipazione alla fede viene espressa in termini molto emotivi e spirituali; dall’altro però – come sottolinea oggi sul Washington Post monsignor Lorenzo Albacete, teologo di Comunione e Liberazione molto vicino a Papa Benedetto XVI – manca una riflessione seria sulla fede come elemento capace di distinguere “tra ciò che è vero e ciò che non lo è”. E’ in questi termini che l’America attende il Papa, in un misto di curiosità ed emozione, desiderio di ‘evento’ ma anche bisogno di raccoglimento.
“In Vaticano c’é ammirazione per la religiosità americana – spiega Albacete – ma ci si chiede anche se la religiosità americana sia abbastanza forte. Sembra essere, dal punto di vista del Vaticano, più spirituale ed emotiva che non una seria domanda su ciò che è vero e ciò che non lo è”. E’ anche per questo che Benedetto XVI ha scelto l’America per il suo ottavo viaggio internazionale. Non solo: l’ha scelta anche perché – come rileva il Washington Post – nonostante i cattolici Usa rappresentino solo il 6% dei fedeli nel mondo, sono considerati troppo importanti per quella che il Papa considera essere “la vera sfida di questo tempo: dimostrare che la modernità non deve schiacciare la fede religiosa”.
Benedetto XVI troverà tra i cattolici americani anche dissensi. Un sondaggio WP-ABC ha riscontrato questo “sentimento diffuso” sui temi della sessualità e dell’aborto: il 63% dei cattolici (contro il 55% di tutti gli americani adulti) ritiene che le coppie omosessuali dovrebbero avere le stesse protezioni legali di quelle eterosessuali; il 62% si dice favorevole all’aborto (contro il 57% degli americani). Nello stesso tempo, però, la maggioranza dei cattolici americani (54%) è favorevole alla pena di morte, e solo il 37% si dice contro, il 9% dice di non avere un’opinione. Sono queste percentuali, e il delicato tema degli scandali sessuali che inducono molti osservatori a parlare di America ‘inquieta’.