Caro Daniel, addio. Un’altro figlio di Dio inghiottito dalla violenza dell’omofobia
Lettera aperta a Daniel Zamudio del gesuita Marcos Cárdenas* tratta da Sentidos Comunes (Cile), 26 marzo 2012, liberamente tradotta da Dino
Caro Daniel, mi permetto di scriverti queste righe, anche se non ci conosciamo e probabilmente non potrai leggere questa lettera.
Lo faccio perchè non posso rimanere calmo, a causa della malvagità con cui alcuni soggetti ribelli, o per meglio dire canaglie, incapaci di riconoscere la grandezza e il mistero dell’essere umano, ti hanno massacrato di botte solo per la tua condizione sessuale.
Forse ti chiederai perchè un religioso ti scriva, sapendo che appartiene ad una istituzione che in passato ha dato una condanna morale agli omosessuali e li ha esclusi. Disgraziatamente viviamo in una società omofobica, che non rispetta questa condizione. Ti dico che sono contrario alle posizioni irrispettose, censuranti, inquisitrici e oscurantiste.
Il mio atteggiamento di fronte a questa tendenza è di dialogo. So bene che alcuni settori della Chiesa mantengono ancora una posizione di intolleranza, che però io non condivido: ma questo è un altro discorso.
Ti scrivo con l’intenzione di dirti che questo bestiale, crudele e spietato attacco non passerà alla storia semplicemente come un attacco in più, o come una notizia di cronaca in più. Ti prometto che lotteremo e combatteremo perchè questo nefasto comportamento venga estirpato dalla nostra società.
Ci sono state istituzioni profetiche nel condannare queste azioni: il MovilH e la Fundaciòn=Iguales entre otras. Per me queste istituzioni hanno rappresentato la presenza di Dio, e lo ribadisco, poichè lesbiche, gays, transessuali e bisessuali sono figli e figlie prediletti da Dio, dato che sono stati perseguitati, oppressi ed esclusi nel corso della storia.
Sono certo, Daniel, che Dio ti ama profondamente, ama la tua vita, la tua famiglia e la tua condizione omosessuale, e per noi sarai il nostro orgoglio e motivo di ammirazione.
Se noi cristiani crediamo in un Dio che è amore e si manifesta nell’amore, non potrebbe essere quindi che l’amore tra persone dello stesso sesso non sia nè più nè meno che una concreta manifestazione dll’amore di Dio? Credimi che se l’utopia dell’amore si dovesse realizzare, mi aspetto che allora non ci siano più le trincee dell’odio e della violenza.
Ti saluto con un grande abbraccio e ti raccomando nelle mie preghiere.
Addio, Daniel
* Il gesuita Marcos Cárdenas studia Filosofia all’Universidad Alberto Hurtado di Santiago (Cile). Lavora nel Collegio San Ignacio El Bosque.
Testo originale: Carta abierta a Daniel Zamudio