Chi ha paura dell’amore? Gay ed etero e la convivialità delle differenze
Riflessioni di Anna Maria del gruppo Kairos di Firenze
In Italia se una persona aggredisce qualcuno per motivi di razza, genere o religione, verrà condannato dallo Stato con un aggravante: è più grave infatti picchiare un essere umano per ciò che è rispetto a farlo per ciò che esso può aver commesso.
In parole più semplici: se un ragazzo di colore cammina per strada e un gruppo di bulli lo accerchia e lo insulta, lo Stato condannerà l’aggressione considerando il motivo una giusta aggravante.
Perché diciamo questo? Perché la legge Scalfarotto vuole semplicemente inserire tra le discriminazioni possibili (razza, genere, religione), anche l’omosessualità.
Se uno di noi viene picchiato a sangue o deriso o insultato perché gay o lesbica, perché semplicemente si permette di vivere la propria affettività alla luce del sole… questa proposta di legge chiede di inserire l’aggravante di omofobia.
Cosa ci può essere di sbagliato? Di questo si parla, e non, come purtroppo certi gruppi estremisti vanno propagandando, di violare la libertà di opinione! Ci mancherebbe! A Firenze Domenica mattina un’associazione manifesterà in centro a difesa della libertà di opinione e della famiglia e contro la proposta di legge Scalfarotto.
Ma perché? Perché? Tanti omosessuali vorrebbero semplicemente essere liberi di esprimersi, liberi di prendersi davanti allo stato la responsabilità della persona che amano e con cui nel silenzio condividono la vita!
Chiediamo semplicemente dignità e un riconoscimento, perché esistiamo, siamo nella società e siamo stanchi di essere considerati esseri diabolici e rovina famiglie.
Come cattolici siamo ancora più feriti da tale manifestazione: tutto viene infatti proposto “in nome di Dio!”. Già, ma “Chi sono io per giudicare un omosessuale?”, ha detto papa Francesco. Il Dio in cui crediamo non punta il dito e non spara giudizi, ma ci ha creato così, chiamati a vivere l’amore. Il Dio in cui crediamo accoglie, ascolta, legge le storie delle persone e non ragiona per sterili categorie.
Certe espressioni, come l’iniziativa che purtroppo si terrà a Firenze, sono frutto di cecità, di ipocrisia, di odio fine a sé stesso e carico di falsità. Sono estremismi di minoranza, ma noi siamo davvero stanchi di doverli ancora combattere.
Usciamo per le strade tutti insieme, spalanchiamo le porte! Solo tutti uniti, omosessuali ed eterosessuali, potremo testimoniare al mondo e alla nostra città la bellezza e la complementarietà di ogni differenza. Non smettiamo mai di camminare insieme!