Una storia d’amore: ‘Come abbiamo accettato che nostra figlia è lesbica’
Riflessioni di Veronica Dema pubblicate sul Blog Painted Boquitas (Argentina) il 16 giugno 2011, liberamente tradotte da Luz Maria B.
Ema sapeva che sua figlia Nuria le nascondeva un segreto. Soffriva in silenzio per questo. Un giorno non ce la fece più e le confessò la sua angoscia. Le chiese di raccontarle quello che le stava succedendo. Nel vederla piangere inconsolabile, sua figlia di 17 anni le disse: “Sto uscendo con un’altra donna”. Quando Francisco arrivò dal lavoro e sua moglie glielo raccontò, la prima cosa che fece fu abbracciare sua figlia. “Le dissi che l’amavo molto, ma dentro di me mi sentii molto in colpa. Pensai che ci fosse capitato questo per il fatto di essere molto tolleranti”.
Questa scena familiare è accaduta 9 anni fa. Oggi Francisco ed Ema, membri del gruppo di auto-aiuto per genitori, parenti e amici di gay e lesbiche, aprono le porte di casa per raccontare una “storia d’amore” – come la definiscono loro – il cui finale è stato la celebrazione del matrimonio di Nuria pochi giorni fa.
In alcuni post precedenti abbiamo trattato in modo secondario, su Boquitas Pintadas, che impatto ha sui genitori il coming out dei loro figli. Mi era sembrato interessante ascoltare la parola di una coppia eterosessuale che sta insieme da 41 anni e hanno due figli, una delle quali è lesbica. Quale cammino hanno percorso dal momento in cui si sono domandati che cosa avevano sbagliato, fino ad ora che si godono amorevolmente la loro figlia e la nuora?
Francisco ed Ema credono che l’accettazione sia arrivata con lo scambio di esperienze con altri genitori in situazioni simili. “Quando mi resi conto dell’orientamento di Nuria mi sentii molto male”, riconosce Ema. “Adesso le cose sono molto cambiate, ma prima si pensava che avere un figlio omosessuale non fosse nel menù di scelta”.
E racconta che, nel sentirsi persa con questa notizia, pensò subito di cercare un gruppo di auto-aiuto. Più riservato, il suo compagno si unì più tardi, e oggi è il presidente dell’unico gruppo che funziona in Buenos Aires.
È una militanza questa? “Non so se lo sia. È un impegno che si prende nel tempo con le persone che si trovano ad avere la stessa situazione che un altro ha avuto, la stessa inquietudine o angoscia. Si tratta di riproporre a questo gruppo la nostra esperienza, che si è conclusa con l’eccellente rapporto che oggi abbiamo con nostra figlia e nostra nuora”, si confida il padre di Nuria.
Li vediamo tranquilli, rinforzati come famiglia. “Non bisogna dimenticarsi che questo è un tema d’amore”, dice Francisco. E pronuncia tre parole chiave nel cammino di comprensione per sua figlia: “Conoscenza, amore e tempo”.
Mi salutano consegnandomi il film una “Preghiera per Bobby“, una guida per madri e padri di figli omosessuali e un opuscolo con dettagli del luogo e dei giorni in cui si riuniscono l’ultimo sabato di ogni mese.
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Altri genitori raccontano le loro esperienze
Questo è un video pubblicato sulla pagina del gruppo di parenti di gay. Lì ci sono altre esperienze di genitori che raccontano il cammino che hanno percorso fino a poter festeggiare oggi il coming out dei loro figli.
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Testo originale: ¿Cómo asumimos que nuestra hija es lesbiana?