Cinque modi in cui i cristiani possono aiutare la comunità LGBTQ
Riflessioni di Christian Brown* pubblicate sul suo blog The Dispatch (Stati Uniti) il 5 ottobre 2015, liberamente tradotte da Silvia Lanzi
In luglio ho partecipato alla proiezione del documentario di David Thorpe “Do I Sound Gay?” che esplora l’etimoligia della voce “gay” nei film e nella cultura popolare americana. In una scena in particolare, Thorpe rivisita la storia della crisi di AIDS dei primi anni 80, sottolineando i commenti fatti a quei tempi dai politici evangelisti conservatori. Come si può immaginare, molte delle opinioni non erano lusinghiere, ma quando l’ex senatore statunitense Jesse Helms è apparso sullo schermo, nel teatro si sono sentiti parecchi fischi.
Il pubblico, composto prevalentemente da gay, sogghignò e lo irrise mentre Helms citava Romani 1:27 dal palco dei senatori. “…Stanno ricevendo la giusta punizione per i loro errori” disse con la sua lenta e caratteristica parlata del sud.
La reazione, che non mi ha sorpreso, non era immeritata. È chiaro che sfortunatamente la Chiesa ha insegnato ai credenti che solidalizzare con le persone LGBTQ è sinonimo di “approvare il loro stile di vita”. Non è corretto, e dovrebbe essere chiaro se la Chiesa portasse effettivamente Cristo ad una comunità che ha bisogno del suo amore, della sua speranza e della sua pace. Lasciatemi dare un piccolo avvertimento. Ci sono cinque modi in cui potete appoggiare la comunità LGBTQ senza dover approvare le relazioni omosessuali.
Diventate difensori delle persone affette dall’HIV/AIDS
Fin dagli anni ’80 le Chiese si sono mostrate riluttanti a sporcarsi le mani per assistere i malati di AIDS. Certamente, organizzazioni cristiane come World Vision e Samaritan’s Purse hanno raccolto fondi per curare le persone malate di AIDS all’estero, ma la Chiesa americana deve ancora accettare la sfida di toccare e guarire i malati qui, a casa sua. Secondo il Centers for Disease Control and Prevention 1,2 milioni di americani vivono con l’HIV, soprattutto gli uomini gay e bisessuali di tutte le razze, in particolari i giovani uomini neri. Per anni il pastore Rick Warren della Saddleback Church ha sostenuto le persone con HIV/AIDS, invitando le altre Chiesa e organizzazioni ad unirsi alla sua battagia per non condannare queste persone, cercando di curarli rimuovendo lo stigma, offrendo test dell’HIV e assistenza psicologica gratuita e aiutando a pagare le cure mediche.
Gesù ci ha mostrato in Marco 1:40-42 che, mentre tutti evitano i lebbrosi della società, a lui non dispiace portare il peso dei diseredati e renderli di nuovo completi. E voi? E quale modo migliore di mostrare alla comunità LGBTQ che vi interessa veramente se non cercare con amore chi è più vulnerabile?
Smettete di usare i social media come un luogo per sminuire i diritti delle persone LGBTQ
Penso che possiamo tutti essere d’accordo che i cristiani non debbano sminuire nessuno. Punto. Ma, ogni volta che tra le notizie c’è l’argomento dei diritti dei gay e della libertà religiosa, Facebook diventa una zona di guerra, pieno di post e di memo irriverenti e sconsiderati.
Il problema con questi è che è più probabile che arrivino uniformati e irrispettosi alle persone LGBTQ, vanificando totalmente cosa dovrebbe essere il nostro obiettivo: far entrate le persone nella grazia di Dio. Come ha detto il pastore Dewey Smith nel suo sermone virale sull’ipocrisia della Chiesa, “Non si può evangelizzare e allo stesso tempo provocare l’ostilità delle persone”.
Ogni persona che nei social media che si diverte a postare ciò che distrugge o ridicolizza le persone LGBTQ non è buono né cristiano. Invece promuove e incrementa solamente l’animosità contro un gruppo che ha già sperimentato la sua bella dose di pregiudizio e discriminazione.
Per piacere, non interpretate male il mio punto di vista. Sono un grande sostenitore di un dialogo sano e di una serena conversazione sulla peccaminosità dell’omosessualità, ma una buona teologia non dovrebbe mai ispirare derisione, odio e bigotteria.
Unitevi ai forum dedicati al dialogo tra i cristiani pro-LGBT e a quelli che non li sostengono
Potrebbe essere difficile per alcuni di voi, ma se la Chiesa sta per superare la sua fissazione sull’omosessualità, bisogna parlarne. Per alcuni cristiani che sono contro gli omosessuali, persino discutere se è possibile per le persone LGBTQ essere cristiane, è segno di un compromesso troppo grande. Ma vi consiglierei di ripensare alla vostra posizione.
Se siete davvero interessati a ricomporre questo scisma nella Chiesa, perché non dovreste frequentare un forum omosessuale, leggere un libro a favole dell’inclusione delle persone LGBTQ, o ascoltare la testimonianza di un gay cristiano?
Se siete sicuri della vostra posizione sull’omosessualità, questi forum non faranno altro che rafforzarla. Nel frattempo, comunque, la vostra partecipazione farà cadere le barriere di animosità, ignoranza e tensione che non hanno ragione d’essere.
Gesù non ha mai avuto timore di dialogare con persone la cui cultura si diceva non fosse degna. In Giovanni 4, ha anche incontrato una persona doppiamente in minoranza – una donna samaritana. I suoi discepoli erano sbalorditi nel trovarlo discutere di argomenti spirituali con una persona così, ma a Gesù non importava. L’ha trattata come chiunque altro – una persona con cui voleva entrare in relazione.
Trattate le persone in modo diverso a seconda di quale peccato hanno commesso o di che stato sociale sono?
Poco dopo aver fatto caming-out, sono stato invitato a pranzo da un giovane pastore mio amico. Mentre stavo allegramente masticando i miei taco, mi buttò addosso una specie di rivelazione. Mi disse: “L’omosessualità potrebbe essere un peccato, ma se tu non mi vedessi come uno spazio sicuro, commetterei io stesso un peccato”.
In altre parole, se una persona LGBTQ non si sente a suo agio vicino a te, non ti può parlare apertamente, o in tua presenza non si sente accettato, allora tu potresti essere il problema. Nessuna persona LGBTQ dovrebbe vedere il vostro giudizio prima di vedere il vostro amore e la vostra accettazione.
Sfortunatamente oggi la cultura della Chiesa alimenta presunzione false e che dividono nei confronti delle persone gay. Piuttosto di promuovere un’apertura su sessualità e identità di genere, molte Chiese incoraggiano il silenzio sull’argomento e riducono al silenzio chiunque sfidi la norma. Questo non è uno spazio sicuro.
Uno spazio sicuro è apertura e libertà di amare chiunque, non importa la loro razza, la loro etnia, il loro genere, il loro orientamento sessuale, o il loro stato di salute mentale. Se non sei un cristiano che supporta gli omosessuali dovresti chiederti. “Mi sentirei a mi agio a pranzare con un mio collega di lavoro LGBTQ?”. “Ho qualche amico LGBTQ?” “Qualche persona LGBTQ si è mai confidata con te?”.
Se la risposta ad ognuna di queste domande è no, è perché potresti non essere visto come uno spazio sicuro. Cambia, caro.
Pregate per la comunità LGBTQ
Quando ho fatto coming-out, c’erano molte persone con cui l’ho condiviso, e forse la frase più frequente che ho sentito è stata: “Pregherò per te”. Mesi più tardi mi sono spesso chiesto se questi cristiani avessero davvero voluto dire così. Mentre la Chiesa è veloce nel condannare le persone per quel che riguarda l’omosessualità, non vedo lo stesso livello di passione quando si tratta di pregare per la comunità LGBTQ.
Invece vedo che le Chiese si dimenticano coscientemente di questa comunità, evitando i posti dove pensano le persone LGBTQ si possano riunire.
La comunità gay dovrebbe sapere che il popolo di Dio sta pregando per loro perché Gesù li ama e gli sta a cuore il loro futuro come quello di chiunque altro.
Quando interagite con un membro della comunità LGBTQ, pregate per lui in partcolare. Toccate la sua mano. Abbracciatelo. Fategli sapere che vi importa di lui, non importa a che punto del suo cammino spirituale sia. E dopo aver finito di pregare, ascoltate cosa Dio ha da dirvi. Siamo tutti colpevoli di parlare troppo quando preghiamo. La prossima volta ascoltate. Dio potrebbe darvi un compito. Potrebbe spronarvi ad essere positivi e ad amare oltre la vostra “zona sicura”.
Se lo fa, obbeditegli. Alla fine, potreste scoprire che non siete così diversi dai vostri fratelli e sorelle LGBTQ come avete pensato.
Testo originale: Five Ways Christians Can Support The LGBTQ Community Without Affirming Same-Sex Relationships