Come vogliamo guardare i nostri figli dopo il loro coming out
Riflessioni di Corrado e Michela, genitori della Rete 3volteGenitori, sulla discussione tenutasi nel gruppo 5 dell’incontro-Laboratorio online su “Coming… che??? L’omosessualità in famiglia” (28 febbraio 2021)
I lavori del nostro gruppo di discussione sono stati in parte inficiati dalla mancanza di giovani: infatti erano presenti sei genitori ed un solo “giovane”, Sergio, di sessant’anni, che ha fatto il suo coming out trent’anni fa. Per questo motivo le riflessioni sono sostanzialmente quelle dei genitori. Il resoconto si fonda sulle parole chiave che sono emerse durante il nostro confronto/condivisione.
Il coming out è stato percepito e vissuto come un cammino, cioè un processo dinamico che è iniziato ma che non terminerà, un cammino che porta a un confronto, un ascolto attento, un cambiamento di mentalità e di sguardo: occorre cambiare la visione con cui guardare i nostri figli che ha come frutto un’esperienza liberante, di liberazione interiore.
È un cammino faticoso, in cui la fatica di uscire da sé, di cambiare idea, a volte si lega alla paura, paura del futuro, paura di per i propri figli, paura di quello che diranno gli altri.
Tuttavia un cammino in cui si è sperimentata anche una opportunità, di crescere, di costruire un rapporto nuovo e più vero con i propri figli, di nuovo di sperimentare una liberazione interiore.
È un cammino in cui occorre pazienza, in cui i tempi sono lunghi e non coincidono spesso tra quelli dei genitori e quelli dei figli, una pazienza nel saper accettare l’altro e nel saper accettare sé stessi, la pazienza di non vedere frutti, ma di piantare semi. La pazienza a volte di non sapere cosa fare e di affidarsi a Dio che è il primo vero padre, la prima vera madre.
È un cammino in cui occorre tenere presente l’equilibrio anche con gli altri figli che a volte possono sentirsi escluso trascurati oppure, per contro, possono assumere un atteggiamento giudicante verso il fratello la sorella LGBT: i genitori nel loro processo di genitorialità, devono anche porsi come obiettivo delle quello dell’equilibrio tra i figli.
In questo cammino di crescita e di consapevolezza, spesso i genitori sono aiutati e portati per mano dei figli, a volte diventano essi stessi figli dei loro figli: questo è un processo psicologico complesso non semplice ma che porta frutti di serenità.
In questo processo di crescita, di dialogo, di consapevolezza, i genitori talora scoprono una nuova alleanza tra di loro, una nuova intesa e questo li rasserena e fortifica.
Verso l’esterno, la società e la Chiesa, la parola più condivisa è stata battaglia che va combattuta insieme tra genitori facendo rete sia tra i genitori ma anche con i figli e i pastori e quindi scoprendo il valore presente nella rete di aiuto reciproco, di sostegno reciproco che porta in buona sostanza al coming out degli stessi genitori (sempre nei tempi e nei modi giusti…).
Il coming out dei genitori è percepito dei figli come un valore aggiunto, come un riconoscimento della loro realtà e dignità del loro amore. In questo percorso di consapevolezza è stato rilevato come sia importante che anche i genitori rivedano la loro esperienza di affettività che integrino dentro di sé una visione sempre più armonica e completa della sessualità intesa non solo come dono ma anche come piacere: entrambi, i genitori e i figli devono riflettere e scoprire l’etica del piacere.
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