Il cammino della diocesi di Lione con le persone omosessuali
Intervista a Régine Maire pubblicata sul sito della diocesi di Lione (Francia) l’8 aprile 2014, liberamente tradotta da Dino
Da qualche mese nella diocesi si è costituito un gruppo per accompagnare in un cammino pastorale le persone direttamente interessate dall’omosessualità, accanto al loro ambiente famigliare. Incontro con Régine Maire, animatrice di questo gruppo di accoglienza e di riflessione.
Da dove nasce questo progetto?
Questo gruppo di riflessione e di accoglienza è stato voluto dal cardinale Philippe Barbarin per entrare in contatto in modo concreto con le persone omosessuali e le loro famiglie. Nel giugno 2013, in occasione dei dibattiti sul “matrimonio per tutti”, nelle comunità cattoliche si sono sentiti dei discorsi omofobi e questi discorsi non erano giusti.
Troppi pregiudizi e una mancanza di informazione o di conoscenza delle persone in questione hanno fatto di ogni erba un fascio, e addirittura hanno generato disprezzo ed esclusione.
Da chi è costituito questo gruppo di lavoro?
Siamo un gruppo pluridisciplinare di una decina di persone: preti, psicologi, componenti della pastorale delle famiglie e omosessuali cristiani impegnati. Ci incontriamo una volta al mese. Alle nostre riunioni intervengono anche delle persone che portano la loro testimonianza, in modo da confrontare il nostro lavoro con chi ha esperienza in questo campo.
Qual’è il senso del cammino iniziato da questo gruppo diocesano?
La richiesta è duplice: accogliere e ascoltare le persone omosessuali e formulare o riformulare delle risposte a questioni pastorali che esse pongono riguardo al battesimo, alla riconciliazione o anche alla benedizione.
Per rispondere a queste domande abbiamo realizzato un’accoglienza telefonica e tramite email. Per le questioni pastorali abbiamo redatto un testo sull’accoglienza delle persone omosessuali che attualmente viene comunicato alle parrocchie. Lavoriamo in collaborazione col servizio del catecumenato e con la pastorale sacramentale, in particolare liturgica.
Cosa viene fatto nelle parrocchie?
Proponiamo di animare dei gruppi di discussione per scambiarci esperienze, accogliere, scacciare la paura e i pregiudizi.
Qui ci riallacciamo alla testimonianza di papa Francesco che ci chiede “chi sono io per giudicare?” e ci ricorda che la chiamata di Cristo è per tutti. L’atteggiamento della Chiesa non deve limitare lo spazio di relazione che Dio vuole creare con ogni uomo od ogni donna, qualunque esso sia.
Cosa può risultare dalla pastorale delle persone omosessuali?
Le parrocchie ricevono ad esempio delle richieste sacramentali: battesimo di figli di coppie omosessuali, battesimo di adulti, accoglienza al sacramento della riconciliazione. Desideriamo consegnare al cardinale un testo che possa diventare comune alle parrocchie della diocesi e aiutare l’accoglienza di questo cammino.
Cosa vi aspettate da questo cammino?
Vorrei che si possa parlare di questa realtà, che la parola venga liberata e che le persone omosessuali si sentano accolte. Dobbiamo tener conto dei cambiamenti della società e delle attese delle persone incontrate. Tutto ciò allarga l’orizzonte.
Il nostro gruppo porta questo desiderio di apertura. Questo cammino pastorale interessa tutte le comunità parrocchiali e non solo alcune persone o associazioni direttamente toccate dalla questione dell’omosessualità.
Testo originale: Accueil des personnes homosexuelles: une démarche pastorale