Contro l’intolleranza basta con “il silenzio degli imbecilli”
Giorni fa, a Limbiate (ndr hinterland di Milano), per una banale discussione (sul parcheggio!) una famiglia di padre, madre, figlio e nonna si è accanita ferocemente su un uomo. Lo hanno massacrato: colpi di bastone, calci, pugni.
L’uomo ha una prognosi di 45 giorni, tre mesi di riposo forzato e dovrà mettere un busto per la schiena.
Ibrahim vive in Italia da quasi 30 anni, ama la sua terra d’origine, l’Egitto, ma l’Italia (di cui è cittadino) ha un posto speciale nel suo cuore. Sessantaquattro anni, onesto lavoratore, vita di gioia e sacrifici, tre figli all’università. Sia lui che la figlia stanno vivendo questo difficile momento con serenità.
Sono delusi, amareggiati, feriti, ma il cuore è saldo. Nessuno di loro ha mai pensato di creare delle ronde migranti per difendersi dal pericolo dei linciaggi per strada. E come i Ghazi, l’Italia è piena di migranti e nuovi cittadini che vogliono combattere questo clima pesante con le armi della giustizia e della legalità. Dovrebbero essere appoggiati dai media, invece c’è silenzio.
Se la vittima è un migrante non fa notizia. Questa triste vicenda mi ha ricordato una vecchia canzone reggae di Alpha Blondy dal titolo Les Imbéciles. Nel primo verso Alpha dice: «Tutto cambia, tutto si evolve, solo gli imbecilli non cambiano mai». E come Randa e suo padre ci hanno insegnato, non dobbiamo diventare imbecilli a nostra volta.
Lo shock c’è, il clima è asfissiante, ma dobbiamo combattere con le armi della legalità e della non violenza. Dobbiamo combattere con le parole e il cuore. Grazie Randa per avercelo ricordato.