Cosa si chiedono i genitori quando scoprono che un figlio è gay, lesbica, bisessuale o transessuale?
Testo realizzato dall’associazione PFLAG NYC (Parenti, Familiari e Amici di Lesbiche e Gay di New York City, Stati Uniti), liberamente tradotto da Pina
Dopo aver scoperto che vostro figlio è gay, probabilmente vi farete molte domande e proverete un insieme di emozioni. Ci vorrà del tempo per elaborare e assimilare questa informazione. Ricordate che non siete soli.
Secondo statistiche largamente approvate, una famiglia su quattro, o anche una su tre, ha un membro diretto che è lesbica, gay, bisessuale o transessuale (GLBT). Ricordate di amare vostro figlio e di mantenere – o perfino rafforzare – il vostro rapporto con lui/lei, dovrete cercare di essere comprensivi e, alla fine, accettarlo.
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Cosa ho sbagliato? Non hai sbagliato nulla. L’idea che i genitori siano i responsabili dell’omosessualità dei propri figli è un mito. L’orientamento sessuale è una caratteristica intrinseca, come il colore degli occhi e dei capelli. Nessuno, compreso te, ha influenzato il ragazzo in questo senso. Cosa ancor più importante, non c’è nulla di sbagliato riguardo l’orientamento sessuale del ragazzo. E’ solo il modo in cui alcuni di noi sono fatti.
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Come fa mio figlio ad essere sicuro? Forse lui/lei si sta solo ribellando o sta facendo delle verifiche. E’ naturale pensare che questa sia “solo una fase”. Tuttavia, poiché la nostra cultura è ancora prevalentemente anti-gay, c’è pochissima possibilità che un eterosessuale scelga di vivere come un gay. Tenete conto del fatto che, probabilmente, non chiedereste mai a qualcuno “sei sicuro di essere etero?”
Alcuni genitori pensano che sarebbe meglio non sapere di avere un figlio gay. Per favore, ricordate che chi “è uscito allo scoperto” con voi ha, di solito, attraversato un lungo e faticoso processo di conoscenza del proprio orientamento sessuale. Il fatto che vostro figlio ve lo abbia rivelato dimostra il suo amore per voi e il desiderio di avere un rapporto onesto con voi. Potrebbe anche essere il segno del bisogno di aiuto. Secondo uno studio, oltre l’80% dei giovani gay riferisce di provare un rigido isolamento sociale ed emotivo.
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Perché mio figlio è gay? Dovrei mandarlo/a in terapia? Sebbene non si conoscano con precisione le ragioni per cui si è gay, la maggioranza degli scienziati è d’accordo sul fatto che, probabilmente, l’omosessualità è il risultato di una complessa azione tra fattori biologici ed ambientali.
L’Associazione Psicologica Americana stabilisce: “L’omosessualità non è una malattia. Non richiede cure e non si trasforma. Molti omosessuali o i loro familiari chiedono aiuto per lavorare sulle emozioni riguardanti la rivelazione della propria omosessualità. L’associazione genitori, famiglie e amici di gay e lesbiche di New York City (PFLAG NYC) tiene degli incontri mensili in cui le famiglie si aiutano l’una con l’altra attraverso quella che può essere una difficile elaborazione.
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L’orientamento gay, lesbico, bisex e trans (GLBT) è contro natura? Gli orientamenti di lesbiche, gay, bisessuali e transessuali non sono contro natura, dal momento che queste esistono in natura. Per una persona è naturale essere eterosessuale tanto quanto per un’altra è l’essere omosessuale.
Non sappiamo perché alcune persone siano gay, lesbiche, bisex e trans (GLBT), ma sappiamo che ci sono sempre state e continueranno ad esserci persone non-eterosessuali. Per loro, il proprio orientamento è la vera natura. Essere gay non è una condotta di vita: è una caratteristica intrinseca, così come l’essere eterosessuale. Non è qualcosa che una persona sceglie per sé.
Benché alcune società possano ancora considerare i gay “deviati”, questa definizione non è appoggiata da organizzazioni importanti come l’Associazione Pschiatri Americani, l’Associazione Psicologi Americani, l’Associazione Medici Americani ed altri professionisti della salute mentale, tutti concordi sul fatto che l’omosessualità non è una malattia, un disordine mentale, o un problema emotivo, ma semplicemente un fatto di vita per alcune persone. Chiedere loro di essere altro o di comportarsi diversamente è come chiedere di comportarsi in maniera innaturale o di essere qualcosa che non sono.
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Perché mio figlio ha aspettato così tanto tempo per dirmelo? Può essere difficile rendersi conto di non conoscere il proprio figlio così bene come si pensava. A tante persone gay occorre un lungo tempo per capire ciò che provano. Molti raccontano di un’impennata di emozioni “diverse”, senza capirne davvero il motivo. In più, la nostra cultura predominante insegna ai gay che ciò che sono non è “okay”, causando in molti l’interiorizzazione dell’odio per se stessi o l’insicurezza. Il fatto che lui/lei ve lo riveli significa che vi sta invitando alla condivisione in un rapporto più aperto e onesto.
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Mio figlio sarà emarginato, avrà problemi nel trovare o nel mantenere un lavoro o sarà addirittura aggredito fisicamente? Sfortunatamente, entrambe le cose sono possibili. Nel lato positivo, gli atteggiamenti verso le differenze di orientamento sessuale hanno iniziato a cambiare di pari passo alla società che è sempre meglio informata. Ci sono molti luoghi in cui vostro figlio sarà accettato per quello che è e potrà vivere in relativa sicurezza.
Tuttavia, finché l’omofobia continuerà ad esistere nella nostra società, vostro figlio potrà imbattersi in ostacoli significativi. E’ una sfortuna maggiore quando questa discriminazione esiste all’interno della stessa famiglia del ragazzo.
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Come farò a dirlo ad amici e parenti? Potreste aspettare per un po’ di tempo. “Fare questa rivelazione” da genitore è una questione molto individuale. Tanti di noi hanno bisogno di tempo per vivere conoscendo la verità sui nostri figli prima di dirlo agli altri. Ma abbiamo anche scoperto che confidarsi ad amici fidati può aiutare a velocizzare il processo di accettazione e comprensione: infatti molti hanno trovato un grande sostegno nella famiglia e negli amici.
Una volta che siamo realmente in grado di condividere le nostre storie, aiutiamo coloro ai quali ci riveliamo a diventare pure più comprensivi. Gli incontri del associazione di Parenti, Familiari e Amici di Lesbiche e Gay (ndr in Italia c’è l’associazione AGEDO) sono un posto buono per condividere la propria storia con la comprensione dei genitori e farsi nuovi amici che condividano la stessa esperienza.
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Accettiamo i gay ma perché essi devono mettersi così in mostra? Infatti, gli eterosessuali “ostentano” costantemente il proprio orientamento, con chiare manifestazioni d’affetto, modi e maniere per attirare il sesso opposto, conversazioni su amanti e coniugi e foto delle persone care orgogliosamente mostrate al lavoro.
Ancora molte persone si sentono a disagio, persino si arrabbiano quando vedono pubbliche manifestazioni di affetto tra persone dello stesso sesso. Questo disagio è comprensibile poiché ci è stata insegnata la menzogna che c’è qualcosa di sbagliato nell’orientamento gay, lesbiche, bisex e trans (GLBT). Ma questa idea è un problema nostro, non delle persone gay, lesbiche, bisex e trans (GLBT). Se si ritiene che le manifestazioni dell’orientamento sessuale dovrebbero essere private, allora ciò dovrebbe essere valido per tutti, sia etero che omosessuali.
Ma la mia religione dice che l’omosessualità è una cosa sbagliata. Per molti genitori, questo può essere il problema più difficile a cui rassegnarsi. Per altri non è affatto un problema. Benché alcune religioni condannino ancora l’omosessualità, ci sono dei leaders rispettati, all’interno di quasi ogni gruppo religioso, che credono sia sbagliato pronunziare un giudizio sui gay, ed altri che non solo includono ma anche festeggiano i gay nelle proprie comunità.
L’associazione genitori, famiglie e amici di gay e lesbiche (ndr in Italia vi è in molte città l’Associazione Genitori con figli omosessuali, AGEDO) può dare specifiche informazioni sulla nostra religione, comprese le congregazioni amiche dei gay.
E a proposito di AIDS? L’HIV/AIDS non è una malattia dei “gay” e non è nulla di cui vergognarsi. E’ una malattia a trasmissione sessuale che può essere diffusa anche per l’uso di aghi non sterilizzati. In altre parti del mondo, il virus ha infettato soprattutto eterosessuali e si è diffuso pure nelle comunità etero degli USA. L’HIV/AIDS non è necessariamente il risultato di una vita promiscua e non rivela nulla della persona ammalata. L’infezione HIV è difficile da prendere e non esiste una ragione medica per evitare la compagnia di chi ce l’ha. Il modo in cui un genitore si occupa dell’HIV/AIDS deve dipendere dalla persona che ha la malattia. Ma ricordate: tutti coloro che hanno l’HIV/AIDS hanno bisogno di amore e attenzioni. Mostrare il nostro amore e aiutare è più importante di tutto quando una persona ha l’HIV/AIDS.
Come posso dare l’aiuto migliore a mio figlio, ora che sono a conoscenza del suo orientamento sessuale? Il fatto che stai leggendo questo brano dimostra che sei un genitore preoccupato, che ha la volontà di dare un qualche aiuto al proprio figlio. Come accade con altri problemi che possono sorgere in famiglia, dovresti anche voler parlare, ascoltare e imparare assieme a tuo figlio. In alcuni casi, può aiutarti il parlare di ciò che provi con un’associazione genitori, famiglie e amici di gay e lesbiche (ndr in Italia vi è in molte città l’Associazione Genitori con figli omosessuali, AGEDO) che può aiutarti con le tue necessità di genitore di un figlio gay.
Un modo in cui si può aiutare il ragazzo è che voi stessi impariate il più possibile sull’orientamento di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali, aiutando così a ridurre un po’ dell’omofobia che esiste nella nostra società. Dopo tutto, è il silenzio che permette al pregiudizio e alla discriminazione di sopravvivere.
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Testo originale: Questions Parents Ask About LGBT People