Da 20 anni contro l’omofobia. I cristiani omosessuali di Roma a convegno
Articolo tratto da Adista Notizie n. 93 del 4 Dicembre 2010, p.8-9
“Tutto questo lavoro è per te. È per te, giovane ragazzo che forse non ci conosci e non ci conoscerai mai. Per te che stai per varcare la soglia di una Chiesa dove fino a poco tempo fa quelli come te non erano accolti e rispettati.
Perché tu non debba provare mai quel senso di solitudine e rifiuto che noi abbiamo sperimentato in passato. Perché tu, finalmente, ti possa sentire a casa nella tua Chiesa”.
Questo il messaggio centrale del convegno “La Sorgente e Nuova Proposta: persone omosessuali in cammino da vent’anni a Roma”, che si è svolto il 13 e 14 novembre scorsi in Campidoglio.
Un cammino lungo e testardo quello dei gruppi omosessuali italiani. Lungo perché cominciato ormai più di trent’anni fa con i gruppi del Guado a Milano e di Davide a Torino, come raccontato da Gianni Geraci, portavoce del Guado nella relazione “Contributi per una storia degli omosessuali cristiani in Italia”.
Testardo perché ancora oggi deve fare i conti con un magistero ufficiale che sembra incapace di lasciarsi alle spalle i vecchi pregiudizi.
Proprio in questi giorni è stato presentato in Vaticano il nuovo libro-intervista di Benedetto XVI – Luce del mondo (v. notizie precedenti) – in cui si legge: “Un conto è il fatto che sono persone con i loro problemi e le loro gioie, e alle quali, in quanto persone, è dovuto rispetto, persone che non devono essere discriminate perché presentano quelle tendenze. Il rispetto per la persona è assolutamente fondamentale e decisivo”.
Ma “non per questo l’omosessualità diviene moralmente giusta, bensì rimane qualcosa che è contro la natura di quello che Dio ha originariamente voluto”.
Parole molto diverse da quelle riecheggiate nella sala Pietro da Cortona dei Musei Capitolini, dove si è svolto il convegno.
Qui, accanto alle rievocazione di storie personali molto intense, segnate spesso dal dolore di “non sentirsi compresi dalla Madre Chiesa”, è andato in scena un racconto di speranza, la speranza di conciliare il proprio progetto di vita, affettivo ed esistenziale, con la propria fede, una “fede adulta”, fondata sul primato della propria coscienza contro l’ottusità del pregiudizio e del dogma.
Con contributi densi ed interessanti sono intervenuti in sala, oltre a Gianni Geraci, anche don Franco Barbero, Marco Politi, Elizabeth Green e Matteo Baraldi.
In apertura è stato inoltre proiettato un video dal titolo “20 anni di cammino insieme” sulla storia dei due gruppi romani, i cui protagonisti hanno poi condiviso il loro percorso di fede e di impegno.
Molto cammino è stato fatto da parte dei gruppi di credenti omosessuali. Ma molto resta ancora da fare perché la Chiesa “possa esercitare in pienezza il ruolo di madre che accoglie tutti con larghe braccia spalancate”.
Lo ha ricordato ancora nei giorni scorsi Nuova Proposta commentando i passaggi del libro di Ratzinger sull’omosessualità citati sopra.
“Ci chiediamo”, si legge in un comunicato diffuso dall’associazione, “cosa spaventi dell’essere omosessuali al punto tale da generare nella gerarchia cattolica ogni volta una presa di distanza e dei distinguo che sembrano provenire più dall’esercizio della legge che dal cuore”.
“Da persone che vogliono sentirsi a casa propria dentro la Chiesa, popolo di Dio in cammino, chiediamo che si rifletta sul profondo smarrimento che spessissimo è l’unico frutto di queste severe parole di ‘separazione’ ”.
Per approfondire:
Al compleanno dei gruppi di cristiani omosessuali romani sono stato io ad aver ricevuto dei regali! Testimonianza di Claudio Abate del 24 novembre 2010