‘La Chiesa cattolica ha paura di affrontare la sua omosessualità’. Intervista al teologo David Berger
Articolo di Laura Lucchini tratto da El Pais (Spagna) del 25 novembre 2010, liberamente tradotto da Dino
C’è un modo di sopravvivere come gay nelle gerarchie ecclesiastiche ed è semplice: frequentare in maniera anonima gli ambienti omosessuali, non attirare l’attenzione, non criticare mai il Papa o i vescovi, accettare i ricatti.
C’è chi vive bene così. Altri invece finiscono per sentirsi soli e a volte l’obbligo del silenzio conduce alla depressione.
Lo dice David Berger, teologo tedesco ultraconservatore, omosessuale ed ex professore* nell’Accademia Pontificia San Tommaso d’Aquino. Il 42enne Berger ha fatto coming out nel mese di luglio (2010), dopo l’ennesima insinuazione di un collegamento tra omosessualità e pedofilia.
Ha sviscerato tutto quello che aveva da dire ed ha scritto “Non posso più tacere”, articolo pubblicato sul quotidiano tedesco Frankfurter Rundschau, dove descrive la brutalità dell’omofobia vissuta quotidianamente.
E’ stato sospeso come professore dopo sette anni di insegnamento nell’Accademia Pontificia. Ed ha anche lasciato la direzione della rivista Theologisches, la più importante pubblicazione del cattolicesimo conservatore in Germania.
Adesso racconta la sua esperienza nel libro La sagrada apariencia (La sacra apparenza) Edizioni Ullstein, pubblicato il 24 novembre 2010. “Non ho più potuto tacere”, spiega in un’intervista con El Paìs. “Non posso più lavorare per istituzioni che sono contro tutte quelle libertà delle quali ho goduto per anni”.
All’inizio Berger aveva pensato che la sua omosessualità non sarebbe stata un ostacolo per la sua carriera come teologo conservatore. “Mi affascinava il mondo maschile delle antiche liturgie tridentine. Sono state la mia droga di iniziazione.
Poi tra i teologi conservatori ho sempre incontrato un così grande numero di omosessuali che credevo le due cose potessero coesistere”, spiega.
Berger afferma che gran parte dei religiosi che ha incontrato sono del suo stesso orientamento sessuale.
La struttura gerarchica strettamente maschile, dice, favorisce questo.
“La maggior parte di essi entra nell’ambiente gay per incontrarvi sesso fugace e anonimo. Stanno attenti a non richiamare l’attenzione e per questo cercano di non fare nessuna critica al loro vescovo o al Papa. Molti vivono bene così, altri soffrono di solitudine altri ancora sono affetti da depressione”, dice.
L’omosessualità è spesso utilizzata all’interno delle gerarchie come strumento di ricatto e di pressione, secondo Berger.
Egli stesso dovette subire ciò quando decise di firmare una petizione contro la decisione papale di riabilitare il vescovo antisemita Williamson.
“Mi hanno detto: Non sa che questa lista è stata firmata da omosessuali? Non vorrà comparire in una lista di tal genere! Fatti come questi io li interpreto come pressioni”.
Nel libro intervista al Papa pubblicato questa settimana, Joseph Ratzinger afferma che l’omosessualità si presenta come una prova che deve essere superata nella vita di un uomo.
Il Papa dice anche che, anche nel caso sia congenita, è moralmente inaccettabile. Con queste dichiarazioni, secondo Berger, “l’omofobia ha raggiunto il culmine”.
“Non ci si deve lasciar sviare dalle sue dichiarazioni riguardo al preservativo. Con questo pontefice la Chiesa assomiglia ogni volta di più ad una setta”. “Non è possibile nessun cambiamento” aggiunge, “finché la Chiesa non abbandonerà l’interpretazione strettamente biologica della sessualità”.
Un sommarsi di situazioni ha portato Berger a sentirsi sempre più a disagio, e ad aver la sensazione di giocare una partita stando nella squadra sbagliata. Invece di lottare per i diritti suoi e del suo compagno, del quale non poteva mai parlare pubblicamente, dava appoggio a quelli che lo discriminavano.
“Allontanavo sempre questi pensieri poiché lo Stato secolare ci garantiva spazio per vivere le nostre vite. Ma quando alcuni ambienti hanno iniziato a far pressione in politica per ridurre i nostri diritti, ho cominciato ad allontanarmi”.
Berger dice che ora si sente liberato. Si dedicherà all’insegnamento della filosofia medievale e si impegnerà in progetti di rivendicazione dei diritti degli omosessuali.
Ha ben chiaro che qualsiasi lavoro all’interno della Chiesa per lui è impossibile: “La paura che essa ha di affrontare la propria omosessualità è troppo grande”.
* Il teologo David Berger è stato licenziato dall’Accademia Pontificia di San Tommaso d’Aquino dopo aver confessato la sua omosessualità.
Testo originale: David Berger, Teólogo católico, “La Iglesia tiene miedo a afrontar su homosexualidad