È morto Christian Albini, teologo in dialogo con i cristiani LGBT
Nella notte tra domenica e lunedì, 9 gennaio 2017, è morto Christian Albini, teologo, insegnante, marito e padre, collaboratore di varie testate e fautore di una teologia del quotidiano “oltre i bastioni della Chiesa“. A darne la notizia su Twitter è stato padre Enzo Bianchi, priore della comunità monastica di Bose: “Christian Albini ci ha lasciati ora: era un vero cristiano, mite, buono, paziente! Per me un amico consonante sempre!“.
Sposato con Silvia e padre di tre figli dai 4 ai 12 anni, Albini era docente di religione nelle scuole superiori, responsabile del Centro di spiritualità della diocesi di Crema, autore di libri di teologia, autore del blog “Sperare per tutti” (sottotitolo: incontrarsi senza condannarsi) e collaboratore del mensile Jesus con la rubrica “Un popolo chiamato Chiesa”.
“La riflessione teologica in Italia non può continuare a essere una cosa che interessa solo i preti, anzi, direi una parte piuttosto elitaria dei preti”, ha spiegato in una recente intervista a “Credere”. “Dovrebbe invece rientrare a pieno titolo nella comunicazione e nel dibattito pubblico. Parlare di teologia non vuol dire solo occuparsi di Dio e della Chiesa ma anche dell`umano. Vedere come la fede in Dio e il vissuto della Chiesa hanno a che fare con l`esistenza nei suoi aspetti personali ma anche pubblici e sociali. Penso che l`assenza della teologia dalla cultura italiana renda entrambe più povere“.
Il titolo del suo blog, “Sperare per tutti“, riprende quello del’ultimo libro del teologo Hans Urs von Balthasar, nel quale il grande teologo azzardava la tesi che l’inferno esiste ma si può sperare che sia vuoto grazie alla misericordia di Dio. “Ma non è solo questione dell’aldilà“, spiegava Albini: “Quel ‘tutti’ vuol dire avere uno sguardo oltre i bastioni della Chiesa: davvero c’è un’apertura e un coinvolgimento universale nella salvezza. E’ quanto ci insegnano il concilio Vaticano II e ora papa Francesco“.
Nel suo ultimo post, del quattro gennaio (2007), Christian Albini partiva da un versetto del salmo 4: “Nella pace mi corico e presto mi addormento solitario nella speranza mi fai riposare, Signore”: “La pace – scriveva – spesso non c’è. Vivere è anche lottare per conservare la speranza. Soli con la speranza, quando tutto ciò che hai. La battaglia della fede è anche perseverare a sperare, anche quando la speranza è un filo esile o manca del tutto“.
Da anni era in dialogo anche con i cristiani LGBT, con cui aveva intessuto un confronto pubblico e proficuo. Vi segnaliamo alcune sue riflessioni che, col suo assenso, aveva voluto condividere sul Progetto Gionata e che trovate al link https://www.gionata.org/?s=Christian+Albini+