E se diventassimo annunciatori di buona novella?
Riflessioni del Rev. David Eck Asheville* della North Carolina (USA) tratte da jesuslovesgays.blogspot del 26 gennaio 2010, liberamente tradotte da Sara
Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore (Luca 4,18-19)
Gesù è nel suo paese natale. Secondo Luca, è stato invitato a predicare nella sinagoga. Questo è il primo atto del ministero pubblico di Gesù che Luca registra nel suo vangelo, per cui è una cosa grossa.
Se fosse avvenuta ai giorni nostri, macchine fotografiche digitali avrebbero fatto scatti a tutto spiano e foto dell’evento sarebbero apparse sulla pagina Facebook di Giuseppe e Maria non appena fossero tornati a casa dalla funzione!
Cosa avrebbe detto Gesù? Come predicatore ospite nella sinagoga, Gesù era libero di scegliere qualsiasi passaggio dal profeta su cui voleva predicare.
Scelse Isaia, che era stato scritto nel periodo dell’esilio a Babilonia. E’ un potente messaggio di liberazione che avrebbe definito il suo ministero, specialmente come è riportato nel vangelo di Luca.
Più di ogni altro evangelista, Luca ha un debole per i poveri e gli oppressi. Perciò non è sorprendente che abbia scelto di enfatizzare questo aspetto del ministero di Gesù nella scrittura del suo vangelo.
Quando Gesù finì di leggere dal rotolo, proclamò: “Oggi si è adempiuta questa scrittura che avete udita con i vostri orecchi.” Notate il senso di urgenza delle sue parole. Non domani. Non quando fosse riuscito a programmarla nella sua fitta agenda.
Oggi questo testo sarebbe venuto alla vita attraverso le sue parole e le sue azioni.
E noi abbiamo lo stesso senso di urgenza quando dobbiamo portare lieti messaggi ai poveri e agli oppressi?
Sicuramente i nostri cuori e il nostro denaro si riversano su Haiti questa settimana ma, siamo onesti, in pochi mesi o settimane dimenticheremo tutto così come abbiamo fatto con l’uragano Katrina a New Orleans e lo Tsunami in Asia.
Facciamo un po’ fatica quando dobbiamo mantenere la rotta. Siamo spesso distratti da cose luccicanti come le ultime notizie sulle celebrità o l’ottenere quel nuovo oggetto di cui non si può fare a meno.
Forse possiamo trovare in noi stessi la forza di fare del 2010 “l’anno di grazia del Signore”.
Forse possiamo impegnarci ad essere portatori di lieti messaggi a coloro che sono impoveriti nel corpo, nella mente e nello spirito.
Forse possiamo aprire gli occhi di coloro che sono accecati dal benessere, dall’immagine, dalla prosperità e dalla celebrità.
Forse possiamo essere una voce per coloro che sono oppressi, colpiti duramente, resi vittime e abusati per numerose ragioni compreso il loro orientamento sessuale o l’identità di genere.
Io credo che le parole di Isaia abbiano un significato, non solo per Gesù, ma anche per noi. Io prego che avremo la forza e la convinzione di renderle vive nelle nostre chiese, le nostre comunità e in tutto il mondo.
* Il Rev. David Eck Asheville della North Carolina (USA) è un pastore della Chiesa Evangelica Luterana d’America (ELCA) fidanzato da 16 anni con Gery. Oggi può raccontarsi, senza nascondersi, nel suo blog jesuslovesgays.blogspot.com
Testo originale Good News Bringers