Essere gay e cristiani in Nuova Zelanda
Articolo di Catrin Owen pubblicato sul sito Stuff (Nuova Zelanda) il 19 ottobre 2016, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Per anni Craig Watson ha continuato a pregare per “guarire dall’omosessualità”: pensava che, con delle buone preghiere e un supporto psicologico, potesse essere “salvato”. Craig è cresciuto in un ambiente cristiano conservatore, è gli è stato inculcato che le relazioni tra persone dello stesso sesso sono sbagliate: “[Se lo fai] sei un peccatore, sono qualcosa di terribile, una mancanza di rispetto verso Dio” dice Craig, che abita a Kingsland [presso Auckland, in Nuova Zelanda].
Craig ha fatto coming out solo due anni fa, quando aveva 32 anni: “Per molto tempo ho creduto che [l’omosessualità] fosse sbagliata, perciò me ne sono andato a lavorare a Londra, ho trovato un buon counselor che mi ha insegnato a pregare, e ho pensato di poter guarire e diventare normale. Sono andato persino in America, per frequentare una Chiesa con uno speciale ministero di preghiera e guarigione, ma che non mi ha ‘salvato’”.
Craig è organizzatore della Awaken Conference, un evento per persone LGBTI cristiane, che si propone di essere un luogo protetto e accogliente e di fare opera di educazione per pastori e responsabili di chiesa che vogliano saperne di più su questi temi. La prima Conferenza Nazionale Cristiana per Lesbiche e Gay si è tenuta 24 anni fa a Auckland.
All’evento interverrà Peter Lineham, professore di storia all’Università Massey, che conosce per esperienza diretta i problemi che porta con sé essere un cristiano gay: è cresciuto in un ambiente conservatore, ed è uscito allo scoperto a quasi cinquant’anni. Nonostante in Nuova Zelanda sia in vigore il matrimonio omosessuale, la maggior parte delle Chiese non hanno cambiato la loro posizione: “Molto poco è cambiato. Se le persone LGBTI sono le benvenute nelle congregazioni, le loro relazioni non vengono riconosciute, e ovviamente non hanno accesso al pastorato, tranne che nella Chiesa Metodista”.
Peter è cresciuto nella Chiesa dei Fratelli Aperti [una Chiesa protestante particolarmente conservatrice, n.d.t.], e ora vive a Grey Lynn [presso Auckland]: “[Nella mia Chiesa] certo non c’era spazio per le persone LGBT, tanto meno per chi aveva delle relazioni sentimentali. Quando ho fatto coming out, per tre anni mi hanno accettato, ma quando ho trovato un compagno mi hanno detto di andarmene, perché non potevano più offrirmi assistenza spirituale”.
A Peter manca enormemente la comunità. L’omosessualità in sé non l’ha allontanato dalla Chiesa, ma altri non ci mettono molto a voltarle le spalle: “La maggior parte delle persone omosessuali che vengono da famiglie fortemente religiose hanno una certa omofobia interiorizzata, perché avvertono un tremendo senso di colpa, contro cui cercano di lottare. Molte persone si sono sentite rifiutate… da gay ormai di una certa età, cosa posso dire se non ‘Non mollate’”.
C’è tutta una nuova generazione che non ha mai avuto la possibilità di parlare di queste tematiche. Peter spera in un grosso cambiamento, ma sarà comunque un processo graduale quello che farà nascere una Chiesa la quale accoglierà sia i membri della comunità LGBTI che le persone non a proprio agio con l’omosessualità. (…).
Testo originale: Being a gay Christian in New Zealand: Has anything changed?