Famiglie a colori. Bialetti: “una società dialogante nasce dall’impegno di ciascuno”
Dialogo di Katya Parente con la pedagogista Alessandra Bialetti*
Continua la nostra serie di brevi interviste alle protagoniste il 14 novembre 2020 dell’incontro online “Famiglie a colori. L’amore fa una famiglia”. Nostra gradita ospite è la pedagogista Alessandra Bialetti che si occuperà di moderare il dibattito.
Cosa fa esattamente un/una pedagogista sociale e consulente della famiglia?
La mia professione, che per me è un servizio alla persona, si basa essenzialmente sull’ascolto e sull’accompagnamento di chi chiede aiuto per lavorare sulla consapevolezza di sé e delle proprie dinamiche, al fine di realizzare una crescita in armonia con le sue risorse e ricchezze che, per vari motivi, possono rimanere bloccate da momenti di difficoltà o fragilità. Nella relazione, in alleanza con la persona, si costruiscono il senso del proprio cammino e nuove vie di benessere.
Vista la tua professione, ti sarai già occupata, in passato, di giovani omosessuali…
Sono molti anni che mi occupo dell’accompagnamento delle persone omosessuali e dei loro familiari, a partire dalle fasce giovanili fino all’età adulta. Per me è stato sempre un grande dono poter essere accanto ai loro vissuti e costruire insieme un cammino di accoglienza di se stessi e dei figli.
I giovani senz’altro, oggi, sono più agevolati rispetto alle passate generazioni, perché hanno maggiori possibilità di esprimersi e viversi in autenticità, ma ancora il cammino è lungo per creare una società in grado di accogliere e valorizzare ogni tipo di “diversità”, vissuta come ricchezza e opportunità.
In che cosa consiste, concretamente, la tua mediazione?
Il mio punto di vista e di lavoro è sempre quello di chi accompagna, di chi si mette a fianco della persona che contatta se stessa e cerca di esprimere tutto il suo potenziale. Una mediazione che si fa ascolto, raccordo tra i vari punti di vista, progettazione di nuove vie per arrivare alla verità di se stessi. Un’opera di rifinitura che consenta alle persone di condividere la propria esperienza, lasciarla risuonare negli altri e ricevere, in cambio, nuovi punti di vista e nuove opportunità di verità e autenticità.
Perché hai deciso di partecipare a questa iniziativa?
Non posso disgiungere il mio percorso professionale dalla vita concreta, in cui si incontrano persone in carne e ossa, con storie importanti di difficoltà ma anche di grande rinascita. Il mio essere strumento parte da ciò che sono nel dialogo continuo con l’altro, e con l’obiettivo di contribuire a costruire una nuova sensibilità e cultura sul tema di orientamento e identità di genere.
Una società dialogante nasce dall’impegno di ciascuno, e sento profondamente che il mio piccolo apporto possa contribuire a portare la riflessione sulla vita delle persone, lontana da ogni giudizio e pregiudizio.
Il valore che mi guida è che l’altro è sempre un nostro compito, e il suo benessere dipende anche da quanto io decido di spendermi per costruire un contesto di vita inclusivo e aperto ai bisogni di ciascuno.
Un ambiente di non semplice costruzione, ma che con figure professionali competenti, come anche con l’impegno di ognuno, sarà sempre più a portata di mano.
* Alessandra Bialetti, vive e opera a Roma come Pedagogista Sociale e Consulente della coppia e della famiglia in vari progetti di diverse associazioni e realtà laiche e cattoliche. Il suo sito web è https://alessandrabialetti.wordpress.com