Fiducia supplicans: più che una sorpresa, è una breccia
Articolo di Laurent Lemoine pubblicato sul sito Temoignage Chretien (Francia) il 4 gennaio 2024, liberamente tradotto da www.finesettimana.org
Fin dall’inizio del suo pontificato, a papa Francesco piace evocare le “sorprese di Dio”. Fiducia supplicans è proprio una bella sorpresa! Il papa aveva già avviato un processo sinodale per la Chiesa universale, e ad alcuni dispiace che sia così lungo e apparentemente così poco fruttuoso. In questo cielo reso cupo da due guerre, in Ucraina e in Medio Oriente, Fiducia supplicans appare come… una notizia bomba!
Nessuno infatti pensava che il papa si sarebbe deciso a superare tale limite su una questione tanto spinosa. Una questione che rivela le lacerazioni presenti nella Chiesa, tanto essa cristallizza le passioni (non solo nella Chiesa cattolica, anche nelle altre Chiese cristiane, come la Comunione anglicana, che si è spaccato su questo tema). Le spaccature avvengono sia all’interno delle famiglie che a livello degli Stati, mentre l’omosessualità è ancora diffusamente criminalizzata, tanto in Africa quanto in Russia.
Il matrimonio omosessuale non ha mai avuto il favore papale (cosa che Fiducia supplicans conferma). Si può constatare che Francesco guarda e rispetta le persona prima di tutto come persone, non come identità militanti – perché sembra proprio che non apprezzi la militanza LGBT. Per fare in modo che il cambiamento fosse accolto, il cardinal Fernandez ha scelto la breccia pastorale, diciamo così, della benedizione popolare, extra-liturgica.
Si può sempre benedire una persona, cioè augurarle del bene da parte di Dio. Così facendo, la Chiesa non benedice tutto della sua situazione. Ma le augura di progredire e di valorizzare il bene in ciò che essa già vive.
Ci sono sicuramente carenze in questo testo… ma è un breccia, un’occasione favorevole insomma, senza che si tocchi la dottrina. Il papa ha fatto ciò che ha potuto fare in funzione di ciò che ha e caratterizzando questo tipo di benedizione in modo che fosse chiaro che non è un matrimonio. Ed è stato proprio il vescovo di Roma a firmare questo testo.
Non ci stupisca che altri, in funzione di un’autonomia propria, non lo ricevano. Ecco un buon modo per uscire allo scoperto in ambito pastorale, perché questo tipo di benedizione è già praticato in maniera più o meno manifesta, ad esempio in Germania, di cui si conoscono le richieste pressanti su tali temi.
In realtà, i detrattori, indipendentemente dai chiarimenti teologici, non saranno mai convinti: le passioni, compresa la più crassa omofobia, alterano la ragione, la prudenza e il discernimento auspicati dal papa.
Non c’è più sordo di chi non vuol sentire.
*Laurent Lemoine è psicanalista, ex caporedattore della Revue d’éthique et de théologie morale
Testo originale: Pour une surprise, c’est une surprise, mais, plus encore, c’est une brèche