Figli adolescenti omosessuali? Breve guida per cavarsela
Articolo pubblicato sul sito della rivista Le journal des femmes (Francia) il 19 novembre 2019, liberamente tradotto da Chiara Spasari
Vostro figlio vi ha appena confessato di essere attratto da persone del suo stesso sesso? Ecco i consigli di Thibault Bataille, psicologo.
Mentre lo aspettavate tranquillamente davanti al cancello del liceo, avete sorpreso vostro figlio adolescente a baciare un altro ragazzo? A cena, vostra figlia teenager vi ha annunciato di essersi innamorata di una ragazza?
La notizia dell’omosessualità di un figlio è difficile da metabolizzare per alcuni genitori, che hanno bisogno di tempo per accettarla. Come approcciare la questione con il proprio figlio? Come reagire al suo “coming out” e aiutarlo a sostenere gli atteggiamenti degli altri? Risposte di Thibault Bataille, psicologo.
Secondo un sondaggio dello SFOP, condotto su 3013 persone e pubblicato nel giugno 2019, i francesi sembrano più aperti nei confronti delle coppie omosessuali. Nel 2019, a considerare l’omosessualità un modo come un altro di vivere la propria vita sessuale è l’85% della popolazione, contro il 67% nel 1996 e il 24% nel 1975: “A lungo termine, questo fenomeno di regolarizzazione dell’omosessualità si riflette anche nella proporzione crescente di francesi disposti ad accettare l’omosessualità del proprio figlio”, precisa lo studio. In effetti, nel 2019 sarebbe il 72% ad accettare quest’idea, contro il 61% del 2003 e il 41% del 1996, cioè un po’ prima del dibattito sulla legge che ha riconosciuto i PACS in Francia.
Tra le persone ancora fortemente contrarie a che il proprio figlio frequenti una persona dello stesso sesso, lo SFOP nota che si tratta di “persone significativamente influenzate da una morale sessuale di ispirazione religiosa, che tenderebbero perlopiù ad allontanare il proprio figlio”. L’evoluzione delle mentalità procede quindi a piccoli passi. Infine, più di 8 francesi su 10 ritengono che una coppia omosessuale sia in grado di svolgere il suo ruolo di genitore, esattamente al pari di una coppia eterosessuale.
Vostro figlio è gay? Permettetegli di parlarne
L’adolescenza è un periodo in cui ci si cerca, ci si confronta, si procede per tentativi e si scopre la propria sessualità. Prendere coscienza della propria omosessualità può essere un percorso lungo e complesso. E anche se la società è più tollerante che in passato per quanto riguarda le coppie omosessuali, dichiarare il proprio orientamento è sempre un passaggio delicato, “soprattutto quando il ragazzo si percepisce fuori dalla norma”, spiega Thibault Bataille.
In particolare, rivelare ai propri genitori di essere attratti da una persona del proprio sesso significa rischiare di stravolgere l’immagine che si erano fatti di noi e, soprattutto, rischiare di deluderli. Infatti, “tutti i genitori si creano una rappresentazione dei figli, facendo progetti, immaginando il loro futuro, un futuro che viene totalmente rimesso in discussione. E parliamoci chiaro, la stragrande maggioranza dei genitori non prende in considerazione l’idea che il proprio figlio possa essere omosessuale, nel timore che possa essere emarginato, respinto, deriso e quindi infelice”, precisa lo psicologo.
Tuttavia, “nessun genitore vuole che suo figlio reprima i propri sentimenti e nasconda la sua vera identità, cosa che lo renderebbe altrettanto infelice”. Spetta dunque al ragazzo decidere se se la sente o meno di parlarvi dei suoi desideri, dei suoi dubbi o di ciò che prova. Ma perché possa prendere l’iniziativa ed aprirsi, “deve sentirsi a proprio agio e libero di poter toccare questioni per lui spinose”, prosegue. E aggiunge che “la cosa più importante è rispettare la dimensione privata dell’adolescente e favorire un clima favorevole al dialogo tra lui e voi: ciò comporta buona volontà, apertura mentale e pazienza”. Insomma, se ne ha voglia e percepisce un atteggiamento di disponibilità all’ascolto e al dialogo, sarà lui a parlarvene spontaneamente.
A che età parlare di sessualità a vostro figlio, e come farlo?
Fin da piccolo, il bambino si interroga sul suo corpo e sulla sua sessualità. Più cresce, più si pone questioni legati alla sfera sessuale. Identità sessuale, sentimenti, desiderio, accettazione… di cosa si può parlare con un figlio, e a che età? Delucidazioni di Philippe Rougier, medico e presidente dell’associazione Sésame.
Coming out: come reagire all’annuncio?
Se vostro figlio adolescente prende l’iniziativa di parlarvene, e fa quello che comunemente si dice “coming out”, consideratelo come una preziosa dimostrazione di fiducia nei vostri confronti: ritiene importante che lo sappiate, pensa che voi non lo giudicherete e che anzi lo sosterrete. Quindi, che dimostriate tolleranza, o qualche difficoltà ad accettare l’idea, o la troviate del tutto inconcepibile, l’orientamento sessuale del/la ragazzo/a – che sia omosessuale, bisessuale o etero – non vi riguarda assolutamente.
Vostro figlio si aspetta da voi rispetto per le sue scelte. Essere delusi o preoccupati rimangono certamente reazioni del tutto normali, ma generalmente si stemperano col tempo. D’altronde, “non è necessario accettare immediatamente questa idea: potete benissimo prendere un po’ di tempo (qualche giorno o più, se ne avete bisogno) di riflessione che vi permetterà di fare un passo indietro, comprendere meglio ciò che il giovane prova, esprimere le vostre paure e preoccupazioni e abituarvi progressivamente alla situazione”, rassicura lo specialista.
“Quel che è importante è dimostrare di volergli comunque bene – anche se non era questo il futuro che avevate immaginato per lui, che ci vorrà del tempo per abituarsi a questa idea – e che quel che potrebbe sembrare una chiusura nei suoi confronti in realtà è solo apprensione”. Inoltre, attenzione a non stigmatizzarlo e inquadrarlo forzatamente in uno stereotipo. Perché no, i ragazzi gay non sono necessariamente vezzosi, e le lesbiche non sembrano tutte dei maschi mancati.
In altre parole, l’orientamento sessuale del ragazzo non può semplicemente dedursi dal suo aspetto fisico, e viceversa. Allo stesso modo, se vostro figlio frequenta una persona dello stesso sesso per un periodo, ciò non decreta la sua definitiva omosessualità: “un adolescente può avere difficoltà a scoprire ciò che preferisce, e ha il diritto di vivere esperienze diverse. Le sue scelte sono spesso lungi dall’essere definitive!” assicura l’esperto.
Ascoltarlo e consigliarlo
Infine, cercate di trovare la giusta misura: mostratevi presenti e disposti all’ascolto, ma allo stesso tempo non invadenti. Bisogna saper rispettare la propria intimità, e limitarsi a parlargli di contraccezione (pillola, preservativi maschili o femminili), dei comportamenti a rischio, e non esitare a chiedergli come vanno le cose a scuola (i suoi amici sono al corrente? lo prendono in giro?). Potete anche proporgli, se lo desidera, di farvi conoscere il suo ragazzo o la sua ragazza. Questo gli dimostrerà la vostra fiducia e il vostro sostegno, e allo stesso tempo servirà a rassicurarvi. Ma anche lì, niente fretta: prendetevi il tempo che vi serve per metabolizzare completamente questa idea, per trovare dei nuovi riferimenti ed essere veramente pronti a conoscere questa persona.
Cosa c’è nella vostra delusione ed apprensione?
“Omosessuali non si diventa, né si sceglie di diventarlo! Per metabolizzare, la cosa migliore è darvi del tempo, e soprattutto non incrinare il vostro rapporto genitore-figlio. Da genitori facciamo dei progetti e ci poniamo una serie di domande sul tipo ‘cosa dirà la gente’. Nel momento in cui vostra figlia vi mette a parte della sua omosessualità, è il vostro atteggiamento a cambiare, ma alla fine, l’importante è che lei sia felice e appagata nella sua vita di donna. Parlo con cognizione di causa, perché mia madre ha avuto uno shock quando ha saputo che ero lesbica. Ma dopo alcuni mesi difficili, si è resa conto che sua figlia era rimasta la stessa, e la nostra complicità è tutt’ora intatta. L’ambiente familiare è importante: se siete vicini, bisogna che continuiate ad esserlo, e non colpevolizzatevi” (Laurelle69)
Del resto, i genitori possono avere delle legittime paure per il futuro di un figlio omosessuale. Alcuni temono la reazione dei famigliari, il comportamento degli altri, l’ostilità della società o atti di bullismo e discriminazione a scuola e nel futuro ambiente professionale. Per altri, la paura è quella delle malattie a trasmissione sessuale, o anche quella di non avere dei nipotini. In effetti, spesso i genitori sperano di diventare nonni, e l’omosessualità rende questo schema familiare un po’ più complesso da costruire, ma non per questo impossibile.
Spesso per i genitori si tratta di elaborare un dolore, tanto più che nella maggior parte dei casi subentra un profondo senso di colpa: il rimorso di non essere riusciti a trasmettere i valori che si volevano, di aver fallito nell’educazione, di aver dato un’immagine negativa delle “coppie tradizionali”… “Alcuni genitori possono farsi domande del tipo ‘dove ho sbagliato?’, ‘che cosa ho trascurato?’ ‘Dove ho esagerato?'” , afferma Thibault Bataille, “queste forme di colpevolizzazione sono normali, ma purtroppo, questi genitori non troveranno mai risposte soddisfacenti”. Allora, inutile arrovellarsi, “meglio rivolgersi ad un professionista, uno psicologo o un’associazione che potranno offrire uno spazio di ascolto e aiutarli a riflettere e liberarsi dai sensi di colpa”.
In ogni caso, sappiate che l’uno o l’altro orientamento sessuale non hanno una spiegazione, e di certo non è l’educazione ricevuta a determinare l’omosessualità. E soprattutto, “non c’è né colpa né inadempienza quando si tratta dei sentimenti e dell’identità di un figlio, soprattutto se le sue scelte lo rendono felice”. Inoltre, dobbiamo mettere al corrente gli altri figli? Sì, se vi chiedono cosa sta succedendo e sono abbastanza grandi da capire. Perché “meglio evitare i segreti e i silenzi all’interno della famiglia”, conferma lo psicologo.
Un libro e un film sull’omosessualità. Quando i genitori non trovano le parole per trattare con i figli le questioni riguardanti la sessualità e tutto ciò che è legato ad essa, film, podcast, canali Youtube, libri, possono dare loro degli elementi utili e talvolta risolvere dubbi dell’adolescente.
A partire da 12 anni. Diretto da Jean-Marc Vallée, il film C.R.A.Z.Y. ritrae, con accuratezza e umorismo, la vita di una famiglia del Québec sconvolta dall’omosessualità nascente di Zac, l’ultimo di 5 figli maschi. Questa mancanza di virilità e questo orientamento sessuale sono del tutto inconcepibili per un padre intransigente che fa di tutto “per guarire” suo figlio da “questa malattia”. Tuttavia, una grande complicità nascerà tra questo padre burbero e inflessibile e questo figlio in cerca di identità. Riuscirà ad accettare “quella differenza che rende il figlio così speciale”? Da guardare in famiglia.
A partire dai 15 anni. Scritto da Chusita, una Youtuber popolare tra i 15-20enni, e con la prefazione di un medico, Questo non è un libro sul sesso (Giunti editore) risponde a tutti gli interrogativi degli adolescenti, dai più classici ai tabù. Attraverso fumetti, testimonianze, test, consigli del Ministero francese della Salute, questa guida parla dell’omosessualità, dei meccanismi del piacere, dell’importanza del rispetto dell’altro e della libertà di decidere per sé, ma anche delle misure indispensabili per prevenire le malattie sessualmente trasmissibili.
Testo originale: Mon ado est homo, comment bien réagir à son “coming out” ?