La Francia vuole combattere l’omofobia nei licei
Articolo di Antoine Patinet tratto dal sito Têtu (Francia), del 28 febbraio 2013, liberamente tradotto da Domenico Afiero
Un adolescente su venti si dichiarerebbe vittima di severe o pesanti molestie, ma quanti giovani LGBT ne sono vittime? Mentre Vincent Peillon, ministro dell’Istruzione francese, tenta di imporre nuovi ritmi agli studenti, la commissione ministeriale incaricata della prevenzione e della lotta alle varie forme di violenza in ambito scolastico ha pubblicato lo scorso martedì un “punto della situazione” sullo stato dei lavori in corso. Tra le misure già proposte, l’allargamento della campagna “Agir contre l’harcèlement à l’Ecole “ (Agire contro le molestie a scuola) alle violenze omofobe.
Tutto ciò faceva parte , in generale, del progetto interministeriale contro l’omofobia proposto da Najat Vallaud-Belkacem (Ministra dei diritti delle Donne francese) lo scorso dicembre, ma per il prof. Eric Debarbieux, ex direttore dell’osservatorio internazionale della violenza a scuola e ormai responsabile del progetto , era una necessità.
Infatti, il professore spiega sul sito di Têtu: «Quando si vuole agire contro le molestie, il problema dell’omofobia salta fuori naturalmente. Combattere le molestie in ambito scolastico significa darsi da fare anche contro il suicidio degli adolescenti, perché le due cose vanno di pari passo. Il tasso di suicidio degli adolescenti lesbiche o gay è allarmante».
Un’anteprima della campagna contro le molestie omofobe
Mentre il dibattito sul matrimonio gay ha fatto scorrere molto inchiostro, sembra che ci sia stato un elemento determinante per la commissione ministeriale: «Credo che i danni sul “mariage pour tous“ (matrimonio per tutti) ci abbiano fatto prendere davvero coscienza del lavoro che c’era da fare su questo tema» confida il professore universitario.
Un tema che non è stato sfiorato per ora, perché l’omofobia sinora non è mai stata alla base della lotta alle molestie in ambito scolastico. Poiché la molestia sessista la fa da padrone, la campagna e il sito “Agir contre le harcèlement à l’école”, lanciati nel gennaio 2012, non dedicano alcuna parte specifica alle molestie omofobe. Tuttavia, si prevede per queste ultime un video specifico da destinare agli studenti e agli educatori.
Nuovi dispositivi
Eric Debarbieux racconta: «Ci siamo resi conto che gli educatori non disponevano di sufficienti strumenti pedagogici per poter discuterne evitando gli stereotipi». Genitori e équipes pedagogiche, dunque, avranno nuovo materiale di sensibilizzazione a disposizione, soprattutto un lessico che dovrebbe permettere a tutti di dare una definizione alle parole “omofobia”, “eteronormativo” oppure “identità di genere”.
Negli istituti scolastici si aggiungeranno delle esperienze già sperimentate per poter permettere al personale educativo di prendere varie iniziative. Un personale che può essere lui stesso bersaglio di molestie, o in minor misura, d’insulti da parte degli studenti. Dall’inizio di quest’anno scolastico, l’1% del personale educativo interpellato è stato vittima d’insulti LGBTfobi.
Secondo le persone interpellate, il 2,4% degli insulti nei confronti del personale educativo sarebbe di natura LGBTfoba. Questa è la ragione per cui la commissione si raccomanda di creare delle “inchieste di vittimizzazione”, soprattutto negli Istituti di secondo grado, per il personale e per gli studenti.
La prima parte di un progetto permanente
Per Eric Debarbieux è «difficile fare domande agli studenti delle superiori e, in generale, agli adolescenti». Ecco la ragione per cui queste misure non rappresentano ancora, come lo ricorda volentieri il ministero, tutto quello che sarà affrontato contro le molestie omofobe: «Il documento è un “punto della situazione”, un progetto non del tutto portato a termine, che permette di lavorare con trasparenza».
Se il nuovo progetto dovesse essere realizzato per l’anno scolastico 2013-2014, la commissione ministeriale non vuole fare tutto in fretta e furia. «Si tratta di organizzare una campagna permanente, come nei paesi del nord Europa, specie in Finlandia. La lotta alle molestie non può essere pensata come un’opera in un ‘Atto Unico’, ma deve essere pensata in ‘più atti’ in un arco temporale più lungo. La violenza si prende tutto il suo tempo. Allora, perché non prendere il nostro tempo per combatterla?».
Testo originale: Bientôt de nouvelles mesures contre l’homophobie à l’école