La gerarchia cattolica, il celibato e l’omosessualità
Articolo di Antonio M. Yag tratto dal giornale El Períodico Extremadura (Spagna), del 24 febbraio 2013, liberamente tradotto da Dino
Cristiani di base, teologi ed omosessuali denunciano la “chiusura” della gerarchia cattolica nei confronti della sessualità. Roma non cambia la sua posizione sul celibato e vede il peccato in quasi tutto quello che non è procreazione.
Mentre infuria la polemica intorno al rapporto Vaticano e alle sue denunce sulla corruzione e il sesso, numerose voci della comunità cattolica ritengono che la gerarchia viva voltando le spalle alla realtà sociale e chiedono un cambiamento radicale della sua visione della sessualità e della furibonda condanna dell’omosessualità.
Alcuni rappresentanti del movimento Reti Cristiane e di associazioni di omosessuali ritengono che la difesa del concetto che il sesso sia lecito soltanto per procreare conduca una parte della gerarchia a vivere segretamente la propria sessualità e, con una doppiezza morale, ad una stigmatizzazione che manca di fondamento sia sul piano dell’antropologia che in quello della fede cristiana.
Obbligo rigoroso in Occidente
Gli storici dicono che per i primi cristiani il sesso non era tabù, fino a quando si impose l’idea che il celibato fosse da considerarsi superiore al matrimonio. Il fatto è che la Chiesa continua ad imporre quest’obbligo rigoroso ai sacerdoti e ai religiosi. “Dovrebbe essere una libera scelta. Di fatto questo avviene soltanto nella Chiesa occidentale.
Il Vaticano in altri continenti chiude un occhio” afferma Federico Pastor, presidente dell’Associazione Teologi Giovanni XXIII. A parer suo Roma l’ha imposto e continua a tenerlo in essere sia per ragioni economiche – risulta più economico mantenere sacerdoti non sposati – sia per assicurare maggior dedizione al ministero.
Secondo Evaristo Villar, portavoce del Forum di Sacerdoti di Madrid, “non c’è ragione teologica, né è possibile dimostrare che l’operato di una persona celibe risulti più efficace”. “Che scelga il celibato soltanto chi lo desidera per motivi di fede, come altri lo decidono per consacrarsi all’arte o alla scienza”.
Oscurità, repressione e omofobia
Aurelio Lepe, coordinatore degli affari religiosi della Federazione Statale LGBT e Jordi Valls, consiglere dell’Associazione Cristiana di Gay e Lesbiche (Acgil), concordano che lo scandalo del rapporto informativo vaticano è una dimostrazione di “doppia morale”. “È risaputo che ci sono sacerdoti e vescovi omosessuali che hanno relazioni”, affermano.
“Ma la gerarchia non vuole vederlo. Essi vivono male la loro omosessualità, in modo nascosto, con problemi di coscienza e sensi di colpa. E da qui deriva la loro omofobia”, sottolinea Valls.
Monolitica condanna delle nozze omosessuali
I vescovi spagnoli si sono distinti nella loro condanna delle unioni tra persone dello stesso sesso. Quello di Alcalà de Henares, Juan Antonio Reig Pla, in un’omelia per TVE (Azienda televisiva pubblica), ha considerato gli omosessuali dei poveri diavoli malati che trascorrono la vita in un inferno oppure strisciano nel fango del peccato.
Anche la Chiesa protestante – che però ammette le donne come pastori e il celibato opzionale – li ha in odio, ma in questo è molto più moderata, secondo Carlos Osma, cristiano protestante e omosessuale. “È triste che le Chiese – lamenta – non facciano passi avanti nella difesa dei diritti della persona”.
Ogni volta più lontani dai fedeli e dalla gente
I 200 gruppi che costituiscono Redes Cristianas ritengono che per la Chiesa sia giunto il momento di aggiornarsi. “C’è una distanza ogni volta maggiore tra i fedeli cristiani e ciò che la gerarchia afferma” constata la sua portavoce Raquel Mallavibarrena. “La gente non comprende la chiusura riguardo alla sessualità e al ruolo della donna.
Dalla dottrina cristiana non si evince quello che essi (i capi religiosi) sostengono” sottolinea. In molte parrocchie – tranne quelle gestite dai settori maggiormente conservatori – gli omosessuali vanno a messa con le loro famiglie e, secondo i loro rappresentanti, i sacerdoti non pongono problemi.
“A meno che vogliano arrivare ad essere vescovi. Gli atteggiamento omofobi si spiegano soltanto con la paura che si è instaurata nella Chiesa, una specie di ‘chi si muove non vien bene nella foto'”, afferma Valls.
Testo originale: El sexo de la Iglesia