Gay, capi scout, femministe. Quei flash mob per le unioni civili in 98 piazze da Alba a New York
Articolo di Elena Tebano pubblicato in “Corriere della Sera” del 23 gennaio 2016
Ci sono le sigle del movimento gay, ma anche gli ambientalisti di Legambiente, i volontari di Amnesty International, i sindacati (Cgil e Uil), i circoli locali del cinema (come a Cagliari), gli scout del Cngei (a Lecce), gli studenti dei Coordinamenti universitari. E poi semplici cittadini che hanno scelto di esserci «perché l’uguaglianza ci riguarda tutti».
Saranno variegate e trasversali come mai prima le piazze che oggi a partire dalle 14.30 ospiteranno i flashmob della manifestazione «Svegliati Italia» lanciata da Arcigay, ArciLesbica, Agedo (l’associazione dei genitori di persone gay), Famiglie Arcobaleno e Mit per chiedere pari diritti per le coppie dello stesso sesso in vista della discussione in Senato del ddl sulle unioni civili (inizierà giovedì).
Novantotto le città: da Gorizia, a Sassari a Ragusa, passando per Alba e Viterbo. E ancora gli appuntamenti all’estero: Monaco di Baviera, Bruxelles, Francoforte, Copenaghen, Londra, Limerick, Dublino e New York. «Faremo suonare in piazza le nostre sveglie per ricordare al parlamento che il tempo di negare i diritti è finito — spiega Flavio Romani, presidente di Arcigay — e che devono fare una legge buona e in fretta».
Pieno sostegno arriva dai gruppi femministi, come quelli che hanno firmato l’appello di Pasionaria.it per sostenere unioni gay e stepchild adoption , «il minimo che si possa ottenere a tutela delle famiglie omosessuali». Saranno accanto alle promotrici della campagna «Sì lo voglio», che hanno riunito attori e cantanti (Luca Argentero, Lunetta Savino, Claudio Santamaria, Giorgia ed Emma Marrone tra gli altri) in un video a sostegno del riconoscimento delle coppie gay. Un invito a scendere in piazza è arrivato anche da Laura Pausini e Giusy Ferreri.
Manifestano i musulmani lgbt, come Wajahat Abbas Kazmi, 30 anni, che proviene dal Pakistan e vuole «metterci la faccia». A Lecce Gianni Romano, 35 anni, indosserà l’uniforme verde degli scout e accompagnerà i ragazzi della sua compagnia (fa parte del gruppo laico del Cngei): «Abbiamo deciso di partecipare dopo un percorso educativo di riflessione sulle differenze — dice —. Come scout vogliamo lanciare l’impegno all’uguaglianza di diritti per tutti».
Sarà in «borghese» Martina Colomasi, 27 anni, caposcout (cattolica ed eterosessuale) di Roma: «Lo faccio perché se di questi temi non ce ne occupiamo anche noi che i diritti li abbiamo le cose non cambiano — spiega —. E poi perché sono credente e caposcout: insegno ai miei ragazzi a fare scelte forti, incentrate sui valori. Una di queste è l’impegno del matrimonio: voglio poter dire anche a un giovane gay “Tu sei pronto a dire sì per tutta la vita?”».
«Sì» vorrebbe pronunciarlo Roberta, impiegata 28enne di Brescia: «Per me questa manifestazione è importante perché è un anno che sono capace di andare in giro per strada per mano alla mia fidanzata. Perché qualche tempo fa mi hanno diagnosticato una malattia cronica e in futuro potrei aver bisogno di aiuto e vorrei che la mia ragazza (se vuole, se può, se se la sente) sia la persona che ha il diritto di aiutarmi», racconta tutto d’un fiato.
Roberta lo scontro sulle unioni civili lo capisce bene: i suoi genitori sono «sentinelle in piedi», coloro che negli ultimi mesi hanno fatto sit in contro i diritti gay. «Gli voglio molto bene, so che per loro è difficile. Ma stanno cambiando: a cose normali sabato sarebbero andati al Family Day. Invece staranno a casa».
Meno in vista la politica: hanno aderito alcune federazioni locali di Pd e Sel, molti sindaci, il sottosegretario pd Ivan Scalfarotto e quello agli Esteri Benedetto Della Vedova. E il governatore del Piemonte Sergio Chiamparino che sarà a Bruxelles dalla nipotina e potrebbe scendere in piazza lì.
«Eravamo famiglie fantasma per milioni di italiani, ora siamo una realtà che nessuno può negare: anzi la maggioranza degli italiani chiede che sia tutelata — dice Marilena Grassadonia, presidente di Famiglie Arcobaleno — .Adesso la politica deve fare il suo dovere: una legge senza la stepchild adoption è impensabile, i diritti dei minori vanno messi al primo posto».