Leonardo Boff: ‘Quale papato per le tensioni della chiesa cattolica attuale?’
Articolo del 14 febbraio 2013 del teologo Leonardo Boff (*) tratto dal suo blog “LeonardoBOFF.com” (Brasile), liberamente tradotto da Adriano
Non ho intenzione di presentare un bilancio del pontificato di Benedetto XVI che ha a finito col rinunciare, dato che altri lo hanno già fatto con competenza. Per i lettori può essere talvolta più interessante conoscere meglio la tensione sempre viva nella Chiesa e che segna il profilo di ogni papa. La questione centrale è questa: qual è la posizione e la missione della Chiesa nel mondo?
Inizio dicendo che per ottenere un concetto equilibrato deve essere basato su due pilastri: il Regno e il mondo. Il Regno è il messaggio centrale di Gesù, la sua utopia di una rivoluzione assoluta che si riconcilia con Dio e la creazione. Il mondo è il luogo in cui la Chiesa fa il suo servizio al Regno e dove essa stessa si forma.
Se pensiamo la Chiesa troppo legata al Regno, si corre il rischio della spiritualizzazione e dell’idealismo. Se troppo vicino al mondo, si incorre nella tentazione della mondanizzazione e della politicizzazione. Ciò che conta è sapere articolare Regno-Mondo-Chiesa. Quest’ultima appartiene al Regno e anche al mondo. Ha una dimensione storica, con le sue contraddizioni e un’altra dimensione trascendente.
Come vivere questa tensione nel mondo e nella storia? Disponiamo di due modelli differenti e talvolta contrastanti: quelli della testimonianza e del dialogo.
Il modello della testimonianza dice con convinzione: abbiamo il deposito della fede, nella quale tutte le verità necessarie per la salvezza; abbiamo i sacramenti che comunicano la grazia; abbiamo una morale ben definita; abbiamo la certezza che la Chiesa cattolica è la Chiesa di Cristo, l’unica e vera; abbiamo il papa che gode di infallibilità in materia di fede e di morale; abbiamo una gerarchia che governa il popolo dei fedeli e abbiamo la promessa di continua assistenza dello Spirito Santo.
Questo deve essere testimoniatodi fronte a un mondo che di per sè non raggiungerà mai la salvezza. Il mondo dovrà passare attraverso la mediazione della Chiesa, senza la quale non c’è salvezza. I cristiani che appartengono a questo modello, dai papi ai semplici fedeli, si sentono pervasi da una missione salvifica tutta propria. In questo sono fondamentalisti e poco propensi al dialogo. Perchè dialogare? Già abbiamo tutto a disposizione. Il dialogo è per facilitare la conversione.
Il modello del dialogo parte da altri presupposti: Il Regno è più grande della Chiesa e conosce anche una realizzazione secolare, sempre che ci siano la verità, l’amore e la giustizia; il Cristo risorto possiede dimensioni cosmiche e spinge l’evoluzione verso una buona fine; lo Spirito è sempre presente nella storia e nelle persone di buona volontà, Egli viene prima del missionario, dato che è nei villaggi sotto forma di solidarietà, di amore e compassione. Dio non abbandona mai il suo popolo e a tutti offre l’opportunità della salvezza, dato che ha fatto sgorgare dal suo cuore la promessa che un giorno vivremo felicemente nel Regno dei liberi.
La missione della Chiesa è farsi segnale di questa storia di Dio dentro la storia umana ed è anche uno strumento di questo suo sviluppo unitamente ad altri percorsi spirituali. Se la realtà sia religiosa che laica sono completamente imbevute di Dio, tutti noi dovremmo dialogare: interscambiare, apprendere gli uni dagli altri e fare il cammino umano verso la promessa più gioiosa, più facile e più sicura.
Il primo modello della testimonianza è quello della Chiesa della tradizione che ha promosso le missioni in Asia, in Africa e in America Latina fino a diventare complice di distruzione e di dominio di migliaia di popoli indigeni, africani e asiatici. E’ stato il modello di Papa Giovanni Paolo II che percorreva il mondo impugnando la croce come testimonianza che da lì arrivava la salvezza.
E’ stato il modello, ancora più radicale, di Benedetto XVI che ha negato il titolo di “Chiesa” alle chiese evangeliche, offendendole gravemente; ha attaccato direttamente la modernità dato che la considerava negativamente come relativista e laicista. Logicamente non le ha negato tutti i valori, ma li vagliava con la fonte della fede cristiana. Ha ridotto la Chiesa ad un’isola deserta o ad una fortezza circondata su tutti i lati dai nemici, contro i quali bisognava difendersi.
Il modello del dialogo è il quello del Concilio Vaticano II, quello di Medellin e quello dei popoli dell’America Latina. Vedevano il cristianesimo non come un deposito a sistema chiuso con il rischio di essere fossilizzato, ma come una fonte di acqua viva e cristallina che potesse essere canalizzata attraverso molti condotti culturali, un luogo di apprendimento reciproco, perché siamo tutti portatori dello Spirito Creatore e dell’essenza del sogno di Gesù.
Il primo modello, quello della testimonianza, ha spaventato molti cristiani che si sentivano infantili e svalutati nelle loro conoscenze professionali; non sentivano piùre la Chiesa come loro luogo spirituale,e con il cuore spezzato, si sono allontanati dall’istituzione ma non dal cristianesimo come valore e utopia generosa di Gesù.
Il secondo modello, quello del dialogo, è stato accolto da tanta gente perché si sentivano a casa, contribuendo a costruire una chiesa-apprendista e aperta al dialogo con tutti. L’effetto fu un sentimento di libertà e di creatività. Così che vale la pena di essere cristiani.
Il modello del dialogo si fa urgente se la Chiesa vuole porre fine alla crisi in cui si trova, perchè ha raggiunto il cuore del suo onore: la moralità (i pedofili) e la spiritualità (furto di documenti segreti ed i gravi problemi di trasparenza nella Banca del Vaticano).
Dobbiamo comprendere con intelligenza cos’è il meglio che attualmente serve al messaggio cristiano in un contesto di crisi sociale ed ecologico dalle conseguenze disastrose. Il problema centrale non è la Chiesa, ma il futuro di Madre Terra, della vita e della nostra civiltà. Come può la Chiesa aiutare in questo viaggio? Solo con il dialogo e unendo le forze di tutti.
(*) Il teologo Leonardo Boff è autore di “Iglesia: carisma y poder” (Chiesa: carisma e potere), libro processato dall’allora cardinale Joseph Ratzinger.
Titolo originale: Que tipo de Papa? Las tensiones internas de la Iglesia actual