I cristiani LGBT a Caravaggio in un Santuario blindato: «Siamo qui per dialogare»
Articolo di Pietro Tosca pubblicato sul Corriere della sera – edizione di Bergamo il 19 novembre 2018
Domenica blindata per il santuario della Madonna del Fonte di Caravaggio. Il tempio mariano è finito al centro delle proteste dei gruppi di cattolici tradizionalisti e di Forza Nuova perché ospitava il tavolo dei gruppi diocesani per l’accompagnamento spirituale delle persone omosessuali cattoliche. La protesta è iniziata a fine ottobre quando sul sito della Diocesi di Cremona è comparsa la locandina dell’evento, alla seconda edizione. A chiederne la sospensione un gruppo di credenti che ha raccolto 2mila firme. Lunedì della scorsa settimana il vescovo di Cremona, monsignor Antonio Napolioni, ha incontrato una delegazione del gruppo ma ha respinto l’ipotesi di cancellare la giornata di lavoro.
La tensione è poi cresciuta nei giorni seguenti quando Forza Nuova per voce del vice presidente regionale, il bergamasco Oscar Rizzini, ha annunciato la sua presenza per contestare il convegno. Il timore a questo punto è che in risposta arrivassero anche esponenti dei centri sociali.
Per questo fin dalle prime ore di domenica il Santuario è stato presidiato dagli agenti della questura di Bergamo e del commissariato di Treviglio. Le prime contestatrici ad arrivare però sono state due donne. Hanno esposto un crocefisso azzurro e striscioni contro il testamento biologico distribuendo volantini e pregando. Si dichiarano appartenenti a gruppi cattolici mistici.
Poco più in là, hanno iniziato ad arrivare i gruppi diocesani, una settantina i partecipanti al tavolo di confronto. A guidarli don Antonio Facchinetti, insegnante del seminario di Cremona, che è anche il referente del gruppo «Alle querce di Mamre» organizzatore dell’appuntamento contestato. «Il proposito di questo appuntamento è incontrare queste persone omosessuali e le loro famiglie — chiarisce il sacerdote — e dialogare. La chiesa cerca di capire il loro mondo e loro cercano di capire la proposta della chiesa. Il programma della giornata è semplice: la mattina ascoltiamo un teologo morale che fa il punto sugli studi in materia e nel pomeriggio invece incontriamo un giovane che ha vissuto l’esperienza del sinodo».
Poco dopo annunciata dalle voci dei megafoni e dalle bandiere è arrivato il corteo di Forza Nuova. Disposti su tre file, i militanti sono giunti a 30 metri dall’ingresso dell’evento. Davanti tenevano lo striscione «pedofili e Lgbt fuori dalla chiesa». Un clamore annunciato che ha fatto evitare per tutta la mattina il tempio a molti fedeli.
Nel pomeriggio hanno tenuto la loro protesta anche i cattolici tradizionalisti, in tutto una cinquantina. Alle 16 si sono raccolti sotto il crocefisso che sorge nel chiostro per recitare un rosario riparatore: «In questa cornice si fornisce un alibi alle associazioni che sfidano il magistero della fede. Essendo rimasti inascoltati la nostra arma è la preghiera composto e rispetto del luogo».