Il cattolicesimo è omofobo?
Articolo di Stefan tratto da alterheros.com, traduzione di Dino M.
Per condannare l’omosessualità, l’omofobo che pretende di basare il suo pregiudizio sulla sua fede cristiana, in realtà non ha molte armi a sua disposizione. La Bibbia non affronta mai direttamente questo tema. Ne parla in modo marginale e non sempre in forma di condanna. Come nel salmo in cui David piange il suo amico il suo amico Gionata: «per la tua morte sento dolore, / l’angoscia mi stringe per te, fratello mio Gionata! / Tu mi eri molto caro; / la tua amicizia era per me preziosa / più che amore di donna» (2Samuele 1,25-26).
Testi usati come pretesti!
Nella condanna dell’omosessualità, vengono sempre citati cinque piccoli passaggi biblici e non sempre con cognizione di causa. L’idea ossessiva della fertilità che caratterizza gli Ebrei antichi, minacciati dalle popolazioni vicine che erano più numerose, non è presa in considerazione per dare giusto significato a questi testi che spesso vengono letti fuori dal loro contesto. Tutto questo può sembrare un po’ tecnico, ma il fatto di avere un vantaggio di conoscenza su quelli che ci contraddicono può essere molto utile.
Il primo di questi passaggi è l’episodio di Sodoma e Gomorra (Genesi 18 e 19). E’ necessario fare un piccolo riassunto dell’episodio. Dio è in collera contro lo scalpore sollevato dal peccato di Sodoma, un peccato così grave che il testo della Genesi neppure lo nomina. Egli invia dunque due angeli per accertarsi dei fatti e, dietro la supplica di Abramo, anche per salvare i giusti, se ne troverà. Lì sul posto i due angeli accettano l’ospitalità di Loth.
Ed è allora che il popolo si raduna con lo scopo di “conoscerli”, vale a dire, nel linguaggio biblico, di avere rapporti sessuali con loro. Sarebbe dunque la volontà di una folla esagitata, xenofoba, pronta ad abusare di uomini che avevano ricevuto ospitalità, che in Oriente è sacra, che servirebbe a condannare l’amore che si portano due persone dello stesso sesso!
Non solo è una cosa assurda, ma soprattutto il peccato di Sodoma non ha niente a vedere con l’omosessualità. Altri passaggi della Bibbia sono più chiari (vedi Ezechiele 16, 48-49 e Saggi 9, 13-14). I peccati di cui si sono resi colpevoli gli abitanti di queste città sono l’empietà e l’orgoglio.
Un altro passaggio del Vecchio testamento è citato di frequente. Si tratta di un estratto del Levitico (cap 20 versetto 13) “Quando un uomo giace con un uomo come si giace con una donna, ciò che entrambi hanno fatto è un abominio; dovranno essere messi a morte”.
Tuttavia si può relativizzare la portata di questa affermazione: il Levitico vieta anche di portare stoffe realizzate con filati diversi, di mangiare i frutti degli alberi nei primi cinque anni da che sono stati piantati o di tagliarsi i capelli in tondo…
L’obiettivo di questo libro era di definire ciò che separava gli Ebrei dagli altri. Inoltre, nella lingua dell’epoca, un abominio indica semplicemente qualcosa di sporco, di impuro.
Nei Vangeli non viene affermato nulla riguardo all’omosessualità. Nel Nuovo Testamento, soltanto San Paolo, che non ha conosciuto Gesù da vivo – bisogna ricordarlo – parla di sfuggita dell’omosessualità. Ma è ancora necessario tener presente il contesto. Gli scritti di San Paolo sono delle lettere inviate alle Chiese che lui ha fondato durante i suoi viaggi, allo scopo di mantenerne la coesione e ricordare le regole.
Ogni volta che parla di abitudini omosessuali, lo fa per attribuirle ai Greci o ai Romani e per invitare i cristiani a distinguersi da loro in tutti i modi possibili.
Nella lettera ai Romani (1, 26-27),si tratta di dipingere dei comportamenti dei pagani con toni spaventosi per far sì che i convertiti, ancora non molto saldi, rimangano nella Chiesa. Qui le donne sono prese di mira allo stesso modo degli uomini.
Infatti Paolo denuncia la tolleranza caratteristica dei Greci e dei Romani, poco comprensibile per un orientale allevato nell’ossessione della purezza, come egli è stato. Il rimprovero rivolto ai Greci e ai Romani è il fatto di non credere al “Vero Dio”, tutto il resto è secondario.
Nella prima lettera ai Corinti (6, 9-10), Paolo afferma che gli “effeminati” e i “pederasti” non troveranno posto nel regno di Dio. Ma la traduzione di questi termini è ancora oggetto di discussione per gli specialisti. E soprattutto questo passaggio deve essere letto nel suo contesto, sempre per denunciare i costumi greco-romani. Questo passaggio richiede ai cristiani di non portare di fronte alla giustizia le loro controversie, per il fatto che il puro non può essere giudicato dall’impuro, il quale non erediterà il Regno di Dio.
Infine, nella prima lettera a Timoteo (1, 9-11), la cui attribuzione a San Paolo del resto è controversa, riprende gli stessi termini della prima lettera ai Corinti. Tutto questo è dunque ben piccola cosa, e l’argomentazione è debole. La Chiesa non sempre ha fatto ricorso a questi passaggi per giustificare una omofobia che non è una costante della sua storia.
L’atteggiamento della Chiesa cattolica nel corso della storia
I Padri della Chiesa, tra i quali Sant’Agostino, furono severi nei confronti degli omosessuali. L’imperatore cristiano Teodosio li condanna al rogo. I concili del IV secolo li mettono fuori dalla Chiesa. Il Medio Evo in compenso è più tollerante. Tutto cambia con la peste nera, terribile epidemia che causa all’Europa la perdita di un terzo della sua popolazione tra il 1348 e il 1350. L’epidemia ridà forza all’ossessione di procreare che sta alla base dei passaggi biblici omofobi. L’omosessuale rappresenta una minaccia per il ripopolamento dell’Europa.
Da quel momento i roghi si accendono e centinaia di “sodomiti” moriranno tra le fiamme che venivano definite “purificatrici”. Altre leggi prescrivono castighi diversi: l’usanza di Orléans prescrive l’emasculazione, dato che l’omosessuale è passibile del rogo soltanto in caso di recidiva. E queste cose sono durate per lungo tempo. Tutte le leggi mettono alla base della loro condanna il riferimento a Sodoma fino al XVIII secolo (e negli Stati Uniti fino ai giorni nostri).
Il 10 ottobre 1783, Jean-François Pascal fu l’ultimo omosessuale arso vivo in Francia. Otto anni più tardi, il primo codice penale cessa di criminalizzare le “abitudini contro natura”. In altri luoghi il Levitico ha continuato ad ispirare i legislatori, in particolare negli Stati Uniti.
Dal 1786 al 1873 numerosi Stati condannarono a morte gli uomini di accertata omosessualità. Un terzo degli Stati americani continua a penalizzare i gay, la corte suprema ha riconosciuto loro dei diritti solo nel 1986.
La condanna attuale dell’omosessualità
Attualmente la posizione ufficiale della Chiesa cattolica è moderata, ma soltanto un poco. Essa si rinchiude in una contraddizione che la rende quasi ridicola. Un breve estratto del catechismo dei vescovi di Francia lo dimostra chiaramente: “Rifiutando di raffrontarsi alla differenza tra i sessi, l’omosessualità è una deviazione oggettivamente grave.
Spesso vittime della loro educazione o dell’ambiente in cui hanno vissuto, le persone omosessuali devono essere ricevute ed accolte con rispetto, ma nella verità. Si deve aiutarle a superare la loro deviazione e a sopportarne le sofferenze. Non bisogna peraltro confondere le tendenze omosessuali, che possono essere vissute in una castità spesso difficile, con gli atti omosessuali. Ma una società che pretende di riconoscere l’omosessualità come una cosa normale è essa stessa malata a causa del suo pensiero confuso”.
Distinguendo le tendenze omosessuali dal passaggio all’atto, la Chiesa riconosce implicitamente che persone dello stesso sesso possano amarsi, ma le condanna alla castità. La Chiesa rinchiude l’omosessualità in una visione compassionevole. “Abbiate pietà del povero omosessuale, che non è responsabile di quello che è”, che però non deve farci niente con sua omosessualità.
Per la massa di coloro che hanno lasciato la Chiesa o che non ne hanno mai fatto parte, questi argomenti possono forse essere poco importanti. Ma i pregiudizi di origine religiosa tuttavia sono duri a morire.
Dei cristiani che volevano vivere la loro fede cristiana e nello stesso tempo affermare la loro omosessualità hanno creato (in Francia ndr) nel 1972 l’associazione David et Jonathan, aperta a tutti i cristiani, per cercare di cambiare la visione cristiana dell’omosessualità. Ma i progressi compiuti sono – per il momento – molto timidi.
Articolo originale: Le catholicisme est-il homophobe?