Il Vaticano II, il concilio dimenticato
Articolo di Filippo Gentiloni tratto da “il manifesto” dell’11 dicembre 2012
Un discreto numero (42) di teologhe e teologi cattolici di Australia, Austria, Cile, Germania, Gran Bretagna, India, Irlanda, Olanda, Usa e Svizzera hanno messo in rete una «Dichiarazione» critica per i ritardi della curia romana nell’attuare il Concilio Vaticano II. La pubblica la rivista «Confronti»: chi la condivide è invitato a sottoscriverla.
Ecco il testo: «In occasione del cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, noi invitiamo tutti i membri del popolo di Dio a considerare la situazione della nostra chiesa. Molti dei punti-chiave del Vaticano II non sono stati attuati o lo sono stati solo parzialmente.
Ciò è dipeso dalla resistenza di alcuni ambienti, ma anche da elementi di ambiguità irrisolta. La principale origine della attuale stagnazione sta nel cattivo uso della autorità nella nostra chiesa». Il testo (uno dei suoi sponsor è Hans Küng) afferma fra l’altro che il ruolo del papato deve essere ridefinito con chiarezza. Il papa deve contribuire sostanzialmente al bene della chiesa universale: tuttavia, la sua autorità non deve oscurare o reprimere l’autorità direttamente data da Cristo a tutti i membri del popolo di Dio. I vescovi sono vicari di Cristo, non del papa.
Il Sinodo dei vescovi dovrebbe assumere un ruolo più decisivo. Il Vaticano II ha previsto una collegialità e corresponsabilità che non è stata realizzata. Il testo prosegue dicendo che dovrebbe essere sradicata la cattiva abitudine di scegliere per ruoli di leadership nella chiesa soltanto candidati di una certa mentalità. Invece si dovrebbero scegliere nuove normative affinché le procedure siano condotte in maniera trasparente e democratica.
La curia romana necessita di una riforma più radicale, in linea con la visione del Vaticano II. La Congregazione per la dottrina della fede dovrebbe essere assistita da esperti indipendenti e competenti. L’esercizio dell’autorità nella nostra chiesa dovrebbe emulare gli standard raggiunti dalla società moderna.