Il patriarca ortodosso russo al Consiglio d’Europa ”l’omosessualità è una malattia”
Articolo di queerboy tratto da queerway.it del 03/10/2007
Le parole pronunciate dal Patriarca della Chiesa ortodossa russa Alessio II contro i gay all'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa a Strasburgo non sono passate inosservate. Sembra iniziato un nuovo dialogo tra la chiesa ortodossa russa e la chiesa cattolica, "ancora una volta il miglior terreno di dialogo tra le diverse religioni e confessioni è la discriminazione degli omosessuali e la negazione netta dei loro diritti. Se non ci riguardasse così da vicino anche a livello politico e sociale potrebbe addirittura essere un motivo d'orgoglio!".
Il Patriarca Alessio II nella Divina Liturgia Il patriarca della chiesa ortodossa russa, Alessio II, ha iniziato il suo viaggio in Francia da Strasburgo dove è intervenuto al Consiglio d'Europa e ha scatenato un vespaio di polemiche per le sue affermazioni:
"C'è oggi una frattura funesta tra i diritti dell'uomo e la morale. La si può vedere nella comparsa di una nuova generazione di diritti che sono in contraddizione con la morale, fino alla giustificazione di atti amorali con l'aiuto dei diritti dell'uomo".
Poi si è lanciato in dichiarazioni sull'omosessualità come malattia rispondendo ad un europarlamentare in merito al negato Gay pride di Mosca:
"Se la propaganda impone l'omosessualità, dobbiamo fare appello alla società e dire che fare pubblicità per questo è peccato, è una malattia, è cambiare la personalità dell'uomo.
La distruzione delle norme morali e la promozione del relativismo nei costumi rischiano di minare la percezione che i popoli europei hanno del mondo e condurli là dove perderanno la loro identità".
Alessio II ha continuato tracciando un confine netto con la Comunità Europea sulla questione Kossovo pur dichiarandosi disponibile a garantire il proprio impegno per un accordo di pace:
"Per i serbi il Kosovo è una terra sacra speciale, la Chiesa non può rimanere silente quando le chiese che sono state costruite dal dodicesimo al quattordicesimo secolo vengono distrutte con il tacito consenso. Tutti quelli che stanno affrontando il problema del Kosovo dovrebbero visitare la provincia. Il problema è praticamente intrattabile se non si conoscono le difficoltà che esistono sul terreno".
Sono seguiti gli scontati riferimenti alle radici cristiane d'Europa che, altrettanto scontatamente hanno riscosso l'apprezzamento del Vaticano. Il patriarca si è anche detto disponibile ad un incontro con il papa.
Alessio II aveva in merito già dichiarato a Le Figaro: "Siamo uniti in merito a molte tematiche fondamentali tra cui la concezione di una libertà che non sia il fare quello che ci pare, la lotta al riconoscimento delle unioni omosessuali, la contrarietà alla diffusione dell'aborto e dell'eutanasia e la non negoziabilità dei valori morali su cui si fonda l'Europa. Entrambi vogliamo, insomma, difendere i valori cristiani contro un materialismo aggressivo. L'incontro dovrà essere preparato accuratamente per rimuovere tutti gli ostacoli presenti".
''Si tratta di parole interessanti'', commenta padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, "Bisogna valutare le parole del patriarca con realismo anche se non mancano accenti positivi".
L'apertura del patriarca russo quindi è dovuta alla volontà cristiana di negare i diritti in Europa e sembra essere la risposta alle parole dello stesso Benedetto XVI che in merito all'elezione del nuovo patriarca rumeno aveva ricordato Giovanni Paolo II aggiungendo dichiarazioni che erano un prologo a quelle di Alessio II: "Sono sicuro della vostra volontà a proseguire e intensificare il dialogo tra ortodossi e cattolici, nel corso di nuove fasi di dialogo nel momento in cui ci si prepara ad affrontare questioni cruciali per le nostre relazioni. Si devono intensificare i legami che ci uniscono, per il bene della Chiesa.
I cattolici sono al fianco dei loro fratelli ortodossi, nella preghiera e nella disponibilità per ogni collaborazione utile. Le due Chiese devono rafforzarsi per rispondere ai bisogni dell'Europa e del mondo di oggi, sia sul piano religioso che su quello sociale.
Una testimonianza comune sempre più necessaria per rispondere alla nostra vocazione comune e alle urgenze del nostro tempo".
Ancora una volta il miglior terreno di dialogo tre le diverse religioni e confessioni è la discriminazione degli omosessuali e la negazione netta dei loro diritti.
Se non ci riguardasse così da vicino anche a livello politico e sociale potrebbe addirittura essere un motivo d'orgoglio!