In Francia «Edvige» schederà i gay e i sieropositivi d’oltralpe
Articolo di Stéphane Garneri tratto da Tetù del 9 luglio 2008, tradotto da Domenico Afiero
La Ministro degli Interni francese, Michèle Alliot-Marie, approfittando della riorganizzazione dei servizi di informazione del ministero ha autorizzato la schedatura dei cittadini francesi in base alla salute e all’orientamento sessuale. La rivista Têtu se ne è accorta e ne ha dato notizia con un’inchiesta.
Ora, infatti, i servizi di polizia sono autorizzati a registrare i dati sull’omosessualità di una persona, così come lo stato sierologico, dati che saranno gestiti dalla Direzione centrale della Sicurezza Pubblica francese. Una decisione che lascia davvero sconcertati, anche perché non è ancora chiara la motivazione di questa discutibile scelta. Ma vediamo di capire meglio cosa sta succedendo.
Nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica francese del 1 luglio 2008, il decreto relativo al nuovo schedario di informazioni “Edvige” (exploitation documentaire et valorisation de l’information générale), offre ormai la possibilità di schedare «la salute e la vita sessuale» di alcuni cittadini francesi, cosa che sinora il servizio di Informazioni Generali non era stato mai autorizzato a fare.
Dettaglio inquietante: la Ministro degli Interni aveva chiesto di non far pubblicare il decreto sulla Gazzetta Ufficiale francese, prima di fare marcia indietro in seguito alle proteste del CNIL (Commission nationale de l’Informatique et des libertés), cioè l’organismo per prevenire qualsiasi deriva informatica nell’utilizzo dei dati personali (ntd il garante sulla privacy francese).
In una sua delibera del 16 giugno 2008 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale francese , il CNIL ha espresso delle «riserve » sulla raccolta di tali dati in vista della costituzione di un nuovo schedario di polizia. D’altronde, dopo la pubblicazione del decreto , il CNIL ha rinnovato certe riserve in un comunicato stampa in data 2 luglio 2008.
Questo decreto, praticamente, prevede che lo stato di salute o la vita sessuale «possano essere registrate […] eccezionalmente per «persone […] che hanno sollecitato, esercitato o che esercitano un mandato politico , economico o sindacale o che svolgono un ruolo istituzionale , economico, sociale e religioso significativo», cosi come per «individui […]suscettibili di attentare all’ordine pubblico», ma anche per «inchieste amministrative […] per determinare se il comportamento delle persone […]è compatibile con l’esercizio delle funzioni o missioni affidategli».
Il CNIL aveva auspicato che il decreto «definisse esplicitamente la natura dei dati [detti sensibili, tra i quali figurano lo stato di salute e la vita sessuale] che sarebbero suscettibili di registrazione […] e precisa , inoltre, che i predetti dati non potranno essere registrati se non nella misura in cui le finalità del trattamento l’esigono». Ovvero questa raccomandazione non è stata presa in considerazione.
In un comunicato stampa, il CNIL ha d’altronde «deplorato che la possibilità di raccogliere ormai delle informazioni,relative alla salute e alla vita sessuale delle persone , non siano accompagnate da sufficienti garanzie». Il CNIL ha aggiunto che «sarà particolarmente vigile su questo punto ed utilizzerà il suo potere di controllo per assicurarsi del carattere eccezionale della registrazione di questi dati nello schedario».
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