In fuga dall’Uganda perché gay, si vede rifiutare l’asilo in Gran Bretagna
Articolo di Dean Kirby pubblicato sul quotidiano The Independent (Gran Bretagna) il 16 novembre 2015, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Robert Kityo, gay ugandese in cerca di asilo in Gran Bretagna, rischia di essere rimandato nel suo Paese, dove l’omosessualità è illegale, in quanto secondo i responsabili dell’immigrazione “non ha potuto dimostrare” la sua sessualità.
Robert, che vive a Manchester, è stato condotto in un centro di detenzione dopo essersi visto rifiutare dal Ministero degli Interni l’ennesima richiesta di asilo. Una lettera dei responsabili, scritta per conto del ministro Theresa May, recita: “Non possiamo avallare il fatto che lei è omosessuale e apertamente gay”. La decisione è arrivata dopo che più di trenta persone, inclusi il vescovo anglicano di Manchester David Walker e i leader dei gruppi LGBT locali, hanno scritto lettere a sostegno di Robert. Una petizione in suo favore ha raccolto più di 1.900 firme.
Robert Kityo ha 35 anni ed è cristiano. Fa volontariato per numerose associazioni LGBT, come la Gay and Lesbian Foundation di Manchester, ed è membro di numerosi gruppi cristiani. Il vescovo Walker ha scritto nella sua lettera: “Direi che Robert si merita davvero l’asilo qui in Gran Bretagna”. Robert teme di poter essere ucciso se verrà rimandato in Uganda: nel suo Paese è in vigore una legge, risalente agli anni ’50, che prescrive il carcere a chi viene giudicato colpevole di atti omosessuali. La legge anti-omosessualità è stata annullata dalla Corte Costituzionale ugandese l’anno scorso, ma le associazioni per i diritti umani temono possa essere riproposta. “Sono davvero spaventato. Sono gay, ma a Manchester posso essere me stesso. Qui mi sono fatto molti amici, che mi accettano e mi vogliono bene. Ma ho paura di venire ucciso se verrò rimandato in Uganda. Un gay non può essere al sicuro lì” ha detto Robert all’Independent.
Arrivato in Gran Bretagna nel 2011 con un visto studentesco, l’anno dopo fece domanda di asilo. In Uganda il suo compagno era stato incarcerato per omosessualità e lui stesso era stato condannato al carcere in contumacia. Il magistrato britannico che si è occupato del suo caso, però, ha rifiutato la sua richiesta dicendo di non credere al rischio di persecuzione. I legali che lo assistono hanno ripresentato la richiesta lo scorso settembre, chiedendo che il caso venisse riesaminato, ma i responsabili del Ministero degli Interni hanno affermato: “Ci risulta che gran parte delle persone che hanno scritto a suo favore la conoscono solamente dal 2014. Questo ci fa dubitare che lei sia apertamente gay”. Robert è stato rilasciato dal centro di detenzione dell’aeroporto di Manchester dopo che il Ministero ha comunicato di voler riesaminare il suo caso. Il suo team legale continua a lottare perché possa rimanere in Gran Bretagna.
Il Ministero afferma di non poter commentare i casi singoli, ma aggiunge: “L’ispettore capo per i confini e l’immigrazione ha lodato lo scorso anno le nostre linee guida per la gestione dei rifugiati per motivi di orientamento sessuale, giudicandola chiara e concisa. Abbiamo lavorato fianco a fianco con organizzazione come Stonewall, il Gruppo per l’Immigrazione Lesbica e Gay e l’Alto Commissariato ONU per i Rifugiati per migliorare l’addestramento su questi temi, addestramento che ora è obbligatorio per chi lavora con noi”.
Testo originale: Robert Kityo: Ugandan man faces deportation after ‘failing to prove he’s gay’