In Polonia il governo di destra e l’arcivescovo di Cracovia uniti contro “la peste LGBT”
Articolo pubblicato sul sito della rivista Le Point (Francia) il 9 Agosto 2019, libera teaduzione di Innocenzo
Due mesi prima delle elezioni legislative del 13 ottobre 2029, la Polonia si riscalda. Se i conservatori nazionalisti al potere e un arcivescovo cattolico hanno lanciato una campagna contro la “minaccia” LGBT.
D’altra parte, la sinistra all’opposizione ha visto nella mobilitazione dei sostenitori dei diritti di lesbiche, gay, bisessuali e transgender un’opportunità per attaccare il partito al governo Legge e giustizia (PiS), ed anche per denunciare la sua alleanza con la Chiesa, tradizionalmente molto influente in questo paese cattolico.
“Per il PiS, questa battaglie è un carburante politico, gli consente di riaffermare la sua identità politica ed il suo impegno nei confronti dei valori tradizionali di fronte all’ondata di occidentalizzazione“, ha affermato il politologo Stanislaw Mocek a Agence France-Presse . “Mentre l’opposizione trova un’arma politica nella difesa dei diritti delle minoranze“, aggiunge il rettore dell’Università Collegium Civitas di Varsavia.
La piaga arcobaleno (Rainbow Plague)
Il mese scorso dopo una serie di proteste scatenate da un attacco nazionalista contro un Gay Pride di provincia, l’arcivescovo di Cracovia Marek Jedraszewski ha aggiunto fuoco alle polveri durante un’omelia, in cui ha denuncia la “peste artica” che, secondo lui, ha sostituito la “peste rossa” comunista. La reazione è stata immediata: il domenicano Pawel Guzynski ha invitato i media polacchi ad inviare lettere all’arcivescovo per chiedergli di dimettersi. YouTube ha bloccato la trasmissione della registrazione della sua omelia e poi l’ha ristabilita.
Sabato scorso, circa 100 giovani con poster arcobaleno hanno gridato “Jedraszewski, vergogna e bugiardo” fuori dalla sua residenza a Cracovia.
Una simile dimostrazione ha avuto luogo mercoledì di fronte alla nunziatura a Varsavia, per chiedere le dimissioni dell’arcivescovo e un intervento del Vaticano . Allo stesso tempo, i fedeli che intervenivano sulla potente e ultra conservatrice Radio Maryja, chiedevano una simile campagna di lettere di sostegno da inviare in Vaticano per difendere il vescovo Jedraszewski.
Lettera aperta
Una mobilitazione che è stata incoraggiata dalla posizione del leader del PiS, Jaroslaw Kaczynski , che aveva già parlato in aprile di “minaccia all’identità, alla nazione e allo Stato polacco” a causa della comunità LGBT e della “teoria del gender“. Sentendosi oltraggiati da incidenti come la pubblicazione su Internet di immagini della Vergine con un’areola arcobaleno o collocata nel mezzo del genere femminile.
Il prossimo episodio, di questo scontro, è atteso sabato a Plock, una città media a 100 km a ovest di Varsavia, dove è previsto un Gay Pride, contro cui l’estrema destra, ha chiesto su internet una forte reazione. Con toni meno minacciosi, una cinquantina di abitanti di Plock hanno inviato una lettera aperta al sindaco per chiedergli di ritirare il patrocinio concesso alla marcia LGBT.
Campagna ideologica
Agli occhi dei cattolici conservatori e di buona parte dell’episcopato, la Polonia è il bersaglio di una “campagna ideologica” di lunga data organizzata dai circoli LGBT e sostenuta e finanziata da organizzazioni internazionali, come ILGA- Europa.
Una lunga analisi in questa direzione è stata pubblicata dal presidente della KAI Catholic News Agency, Marcin Przeciszewski. Per illustrare questa posizione ha citato documenti “strategici”, tra cui una “Dichiarazione LGBT+” firmata lo scorso febbraio dal sindaco di Varsavia, Rafal Trzaskowski, e le conclusioni adottate alla fine di marzo da un “Congresso LGBT+” che ha riunito 27 gruppi e organizzazioni nella capitale polacca.
Ha voluto ricordare che sono già state preparate le leggi per introdurre le unioni civili e il matrimonio tra persone dello stesso sesso in Polonia ed altre che consentono alle persona di scegliere liberamente se essere ufficialmente maschio o femmina. Leggi che non hanno alcuna possibilità di essere adottate dall’attuale Parlamento, controllato dai conservatori.
L’attuale evoluzione in Polonia, sottolinea il politologo Stanislaw Mocek, ha già avuto luogo, nel corso di diversi decenni, in Francia o nei Paesi Bassi a partire dalla rivoluzione sessuale degli anni ’60.
In Polonia, bloccata per anni dal comunismo, è iniziata molto più tardi e il problema dei diritti delle persone LGBT è improvvisamente esploso, ma la società ancora non è pronta ad affrontarlo.
Testo originale: Pologne : bataille politique autour des LGBT