La Chiesa cubana contro la tolleranza per gli omosessuali
Articolo tratto da dieunousaimechretiensetgay.blogspirit del 1 luglio 2008, tradotto da Dino
Quando si parla di Cuba si pensa a spiagge dorate, ai palazzi dell'Avana e alla rivoluzione dimenticandosi che da tre decenni a Cuba migliaia di omosessuali sono stati mandati ai lavori forzati, oppure costretti ad andare in esilio per il solo fatto di non corrispondere al "modello rivoluzionario" in vigore. Ma qualcosa stà cambiando, a Cuba sembra iniziata una nuova politica della tolleranza verso i gay. Speriamo che questa speranza possa diventare realtà malgrado l'opposizione della Chiesa cattolica cubana che non la condivide. Vediamo un pò cosa stà succedendo a Cuba.
A Cuba la politica di tolleranza nei confronti degli omosessuali portata avanti dalla figlia del Presidente Raul Castro suscita l'opposizione della Chiesa cattolica che ha preso energicamente posizione contro qualsiasi cambiamento nei loro confronti, mentre le associazioni degli omosessuali esigono un pentimento pubblico dello Stato per i decenni di repressione.
Nella sua rivista mensile "Palabra Nueva", la gerarchia cattolica si chiede se Cuba non abbia "toccato il fondo" con la recente approvazione ufficiale degli interventi chirurgici di cambiamento di sesso e la campagna contro l'omofobia messa in atto da Mariela Castro, l'influente figlia del Presidente, sostenuta dall'unico partito, il Partito comunista (PCC).
La rivista "Palabra Nueva" dichiara :"Sì al rispetto degli omosessuali, no alla promozione dell'omosessualità", il solito discorso ipocrita che in pratica spinge a gettar fuori dalla Chiesa i gay. Per la gerarchia cattolica i gay possono rimanere nella Chiesa solo a patto di un loro cambiamento o se fanno voto di astinenza sessuale.
Monsignor Jaime Lucas Ortega y Alamino, arcivescovo dell'Avana, sottolinea nella rivista Palabra Nueva che "molti fedeli sorpresi e disgustati" hanno chiesto alla Chiesa di reagire contro "una campagna che è andata oltre la lotta contro il rifiuto o il maltrattamento delle persone omosessuali".
Ci si aspetta "un probabile riconoscimento legale delle unioni omosessuali" e "l'eventuale adozione di bambini da parte di queste coppie". Sempre le stesse posizioni di rifiuto della Chiesa cattolica romana nei confronti della diversità gay.
Di fatto atei, cattolici o adepti della Santeria, la religione afro-cristiana, sono stati messi in agitazione il mese scorso dalla campagna di riconoscimento dei gay di Mariela Castro, in occasione della giornata mondiale contro l'omofobia, messa in onda insistentemente dai media ufficiali, tutti sotto il controllo del Partito Comunista.
Per Cuba si trattava di una svolta a 180° dopo tre decenni di emarginazione degli omosessuali, migliaia dei quali sono stati mandati ai lavori forzati oppure sono stati costretti ad andare in esilio negli anni '60 e '70, per il solo fatto di non corrispondere al "modello rivoluzionario" in vigore.
Questa è una grande speranza per i gay cubani. Speriamo che questa speranza possa diventare realtà malgrado l'opposizione reazionaria della Chiesa cattolica romana. "Signore insegna alla tua Chiesa la ricchezza della diversità".
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