Laici tedeschi sulla giustizia di genere: «si può ancora prendere sul serio il magistero?»
Articoli di Ludovica Eugenio pubblicato dal settimanale Adista Notizie n.25 del 27 giugno 2020, pp.12-13
Pari diritti per gli uomini e le donne nella Chiesa significa, appunto, pari diritti: vale a dire «esattamente gli stessi». Lo affermano con forza 24 laici del movimento Maria 2.0 della diocesi tedesca di Hildesheim, firmatari di una lettera aperta al presidente della Conferenza episcopale mons. Georg Bätzing, vescovo di Limburg.
Recentemente, in un’intervista al quotidiano Kölner Stadtanzeiger (2/6), Bätzing ha affermato che la questione della parità di diritti della donna nella Chiesa deve essere separata dalla questione dell’ordinazione sacerdotale femminile, dal momento che il Magistero si è già espresso in materia, chiudendo la porta alle donne prete. Un argomento che i 24 laici, uomini e donne, non accettano: «Come non esiste essere “un po’ incinta”, non esiste nemmeno essere “un po’ uguali”. Si tratterebbe dunque di una «pseudo-uguaglianza, di una mistificazione, di cosmesi, di un’imbiancatura».
«Chiunque rifiuti l’ammissione della donna ai ministeri ordinati soltanto in base alle loro caratteristiche sessuali femminili anziché maschili – proseguono – nega loro il diritto umano fondamentale dell’uguaglianza tra donne e uomini». Di qui l’invito a preti e vescovi a «essere sinceri e onesti» e ad ammettere che se sono convinti dell’impossibilità delle donne di essere ordinate, sono anche convinti che uomini e donne non sono alla pari.
Ma «nessuno osa farlo», osservano. E anche se in linea teorica tutti accettano l’idea dell’uguaglianza uomo-donna nella Chiesa, «nella realtà» rifiutare l’ordinazione significa negare nei fatti la loro pari dignità rispetto agli uomini, ed è proprio per questo motivo che il «il tema dell’uguaglianza non può essere separato dalla controversa questione dell’ammissione delle donne ai ministeri ordinati»: si tratta di due tematiche «strettamente collegate». Se non si è pronti a riconoscere questa verità, insistono i firmatari, affermare la pari dignità di donne e uomini resta un discorso vuoto, senza significato.
Secondo quanto riporta il sito Novenanews, nell’intervista Bätzing ha anche affermato che «la giustizia di genere è la questione decisiva per il futuro», un’affermazione ribadita più volte dal vescovo (v. Adista Notizia n. 23/20). Anche qui, i 24 laici tengono a ribadire che giustizia di genere significa «autentica uguaglianza», e in quanto questione di rilievo per il futuro della Chiesa deve ricevere particolare attenzione nel contesto del Cammino sinodale della Chiesa tedesca.
Solo quando donne e uomini parteciperanno a pari titolo nella Chiesa, particolarmente nell’ambito dei ministeri ordinati, sottolineano i firmatari, e solo quando i temi più scottanti della vita ecclesiale saranno affrontati sulla base di una pari partecipazione di genere (dall’abuso di potere alla morale sessuale, dal celibato sacerdotale alla riforma della curia), «il volto della Chiesa cambierà in modo sostenibile e orientato al futuro».
In conclusione, chiedono a Bätzing di presentare a Roma la loro lettera e di non trincerarsi dietro al Magistero: «Un Magistero ecclesiale che apparentemente si sente autorizzato a continuare a classificare le donne e gli uomini come creature di Dio senza pari diritti, e questo sempre rifacendosi alla volontà di Dio. Incredibile, incredibile… Chi può ancora prendere sul serio il Magistero oggi?».