L’Australia e i diritti dei gay, uno stato dalle mille differenze
Riflessioni tratte da actu-gay, liberamente tradotte da Domenico Afiero
Proprio come negli Stati Uniti, tra gli stati della federazione australiana esistono una serie di differenze a livello legislativo. Vi sono divari enormi in materia di diritti LGBT, come sulle unioni civili e le adozione dei figli da parte delle persone omosessuali tra i vari stati dell’Australia.
L’Australia, vecchia colonia inglese, eredita numerosi leggi e codici del Regno Unito. Il lesbismo non era illegale, ma la sodomia era considerata un crimine sanzionabile con la pena di morte sino al 1889 e , solo più tardi, con sanzioni che potevano arrivare sino al carcere a vita.
Militanza e successo delle rivendicazioni
I movimenti in favore dei diritti gay si sono organizzati dalla fine degli anni ’60. Il primo di questi movimenti fu importato dagli Stati Uniti con una sezione locale detta Filles de Bilitis (primo movimento lesbico nord-americano) nel 1969.
Nel 1970 è la volta del movimento contro la persecuzione morale (Aka C.A.M.P.). Da allora, nascono molte associazioni per rappresentare la comunità LGBT, specie a livello professionale: insegnanti , avvocati etc.
Dal 1972 al 1980, ogni stato della federazione australiana, ad eccezione della Tasmania, depenalizza l’omosessualità. Il governo federale non la riconoscerà legale che nel 1994. La Tasmania lo farà tre anni dopo, cioè nel 1997.
Nel 1978, a Sidney, è organizzato il primo Gay Pride, detto ‘Martedì Grasso Gay e Lesbico’, che attira 500 persone . Il Martedì Grasso ha festeggiato i suoi trent’anni quest’anno con un’affluenza record di più di 10000 persone.
A livello federale, non vi sono stati veri progressi per i diritti della comunità LGBT. Bisogna aspettare il 1984 perché l’omosessualità cessi di essere considerata una malattia mentale dall’Ordine dei Medici australiani.
Nel 1985, i cittadini australiani gay ,che hanno contratto un’unione civile con una persona straniera dello stesso sesso , si vedono riconoscere la loro unione dalle autorità dopo una forte pressione delle associazioni.
1996-2007: Fine dei progressi a livello federale
Nel 1996, il conservatore John Howard diventa Primo Ministro. L’emancipazione dei diritti gay è schiacciata sino al 2007: Howard dichiara, in varie riprese, di non essere omofobo, ma rifiuta di mettere sullo stesso piano le coppie eterosessuali e le coppie omosessuali, rifiutando anche di dare il suo sostegno al Gay Pride , ovvero al Martedì Grasso, di Sidney.
E’ un periodo questo segnato dal rifiuto delle autorità australiane di rilasciare a uomini e donne gay, che desideravano sposarsi o unirsi civilmente fuori dal territorio australiano, il certificato di ‘stato libero’.
Tuttavia, i progressi a livello dei singoli stati della Federazione australiana ( che Howard ha tentato di bloccare), in particolare nello Stato di Camberra circa l’adozione e le unioni civili, e l’opinione pubblica largamente favorevole alle rivendicazioni LGBT (il 71% della gente interrogata nel 2007 ritiene che le coppie omosessuali devono avere gli stessi diritti delle coppie eterosessuali) sono dei segnali molto positivi.
Dopo il 2007 , cosa bisogna aspettarsi in Australia?
L’ascesa di un governo laburista nel 2007, con una donna apertamente lesbica, Penny Wong, è una nuova speranza per l’emancipazione dei diritti LGBT. Il nuovo Primo Ministro laburista, Kevin Rudd, si è dichiarato in favore dei diritti LGBT, ma contrario al matrimonio.
Il nuovo governo avrà una politica più efficace contro le discriminazioni e porrà fine alla pressione sugli stati federati in materia di emancipazione dei diritti .
Testo originale
L’Australie , un état fédéral aux différences marquées