Le domande di un operatore pastorale in dialogo con gli omosessuali credenti e i loro genitori
Riflessioni di Gianni Geraci
Quando un operatore pastorale viene chiamato a confrontarsi con il vissuto di un omosessuale credente, quasi sempre sperimenta in prima persona alcune difficoltà specifiche. Da un lato deve fare i conti con le indicazioni del Magistero che, facendo riferimento alla tradizione della Chiesa, fa al credente una proposta radicale che rischia di provocare delle reazioni di rifiuto e di spavento, dall’altro deve fare i conti con il fatto che, senza un deciso percorso di accettazione e di integrazione della propria omosessualità nel contesto più generale del proprio vissuto, una persona omosessuale non può sviluppare quell’autostima che è indispensabile per intraprendere qualunque percorso di cambiamento.
Come ricordare alle persone omosessuali le indicazioni che provengono dal Magistero della Chiesa senza spingerle verso sull’autocommiserazione che blocca qualunque percorso di conversione?
Come ricordare alle persone omosessuali che “sono chiamate alla castità” (Catechismo della Chiesa Cattolica, 2359) senza provocare il loro allontanamento e il loro abbandono della pratica religiosa?
Come aiutarle a sviluppare quella sana autostima che è la condizione necessaria per qualunque percorso di cambiamento senza però alimentare un atteggiamento rivendicativo e di disprezzo per il difficile percorso di comprensione dell’omosessualità che è in atto dentro e fuori dalla Chiesa?
Come accompagnarle nel difficile cammino di riconciliazione tra vita di fede e affettività omosessuale che, non ammettendo facili scorciatoie, può essere percorso con la pazienza di chi scopre che il sentirsi peccatore bisognoso dell’abbraccio misericordioso di Dio è una componente essenziale di qualunque spiritualità autenticamente cristiana?
Come affrontare le questioni che il dibattito intorno all’omosessualità e alla transessualità sollevano nella coscienza del credente?
Come accompagnare quei genitori che scoprono di avere un figlio omosessuale e che accettano la sfida di vivere questa scoperta in una prospettiva evangelica?
Come interrogare una Scrittura in cui le parole di condanna sono state sempre interpretate in forme che sembrano soffocare qualunque forma di speranza?
Come aiutare le persone omosessuali a vivere un’intensa vita di preghiera e a trasformare le loro relazioni di coppia in un percorso verso quella perfezione cristiana a cui siamo chiamati tutti?
Le domande sono tante e gli strumenti che gli operatori pastorali hanno per trovare delle risposte convincenti sono decisamente pochi.
La partecipazione al IV Forum dei cristiani LGBT che si svolgerà tra il 15 e il 17 aprile 2016 ad Albano Laziale, nella Casa San Girolamo Emiliani dei padri Somaschi, può essere uno di questi strumenti anche perché quest’anno, tra i tanti percorsi che prevede ne propone uno specifico che si rivolge agli operatori pastorali.