Nel silenzio ho trovato e mi sono ritrovato in cammino come cristiano LGBT+
Testimonianza di Carmine del gruppo Zaccheo, cristiani LGBT+ di Puglia sugli Esercizi Spirituali “Dalle Frontiere” per le persone LGBT+, i loro genitori e gli operatori pastorali (Bologna, 28 ottobre/2 novembre 2022)
Non resta che il silenzio, un silenzio diverso, meno abitato, più distante. Un silenzio che non fa da eco alle storie degli altri, che non promette condivisioni sulla vita, sui progetti, sul futuro. Il silenzio, che nella sua quiete e nel suo essere discreto, abita la nostra quotidianità e a volte nemmeno ce ne rendiamo conto.
Ammetto di averne avuto paura, ammetto che ero profondamente spaventato da quell’interiorità che non ero pronto a rincontrare dopo tanti anni di rumore e agende piene di impegni. Invece, questi esercizi spirituali e questi laboratori, che dal 28 al 2 novembre hanno visto impegnati i cristiani LGBT+, i loro genitori e gli operatori pastorali, hanno come fermato il tempo, mi hanno trasportato in una dimensione nuova, un po’ parallela, che mi ha permesso di riconciliarmi col silenzio, di ritrovare in lui quella cosa che crea un po’ di posto dentro di me, che allarga la mia interiorità, perché io possa divenire più accogliente e aperto per quanti ho incontrato e incontrerò.
Mi sono presentato a Bologna, arrampicandomi e arrancando su quei lunghi portici che mi hanno portato sempre più in alto verso il Santuario di san Luca, a piedi, con la borsa in spalla e tutto il carico emotivo. Quella salita, col senno di poi, rappresenta bene lo stato d’animo con il quale sono giunto.
Ero affaticato e stanco, demoralizzato e distante e mi è bastato bussare a quel grande portone di legno perché potessi iniziare a cambiare, a mettere in pausa le fatiche a ricordare l’amore che gratuitamente ho ricevuto e che gratuitamente restituisco. Ho chiuso fuori il mondo e ho ritrovato in me una forza nuova per poter continuare il cammino e la missione di un cristiano LGBT+.
Ma non ho ritrovato solo me stesso. Quello che più ha significato per me in questi giorni sono stati gli abbracci. Le braccia aperte di chi sente empaticamente, di chi condivide con te gioie e fatiche, di genitori, fratelli, sorelle e compagni di viaggio.
C’è un mistero profondo, secondo me, che lega due persone in un abbraccio vero e autentico. Come se questo gesto altro non sia se non la porta di ingresso di due intimità che si incontrano: magicamente parlare è più facile, la lingua si scioglie, gli occhi si aprono ed entri nella vita e nella storia dell’altro. Quanta ricchezza si scopre, allora, nel momento in cui permetti agli altri di entrare, nel silenzio di un abbraccio.
Ho iniziato a fermare gli altri, a mangiare con loro e a chiedere loro della propria vita, delle unioni civili, della felicità dell’amore e della bellezza di essere testimoni di questi sentimenti nel mondo, anche quando l’amore significa donare tutta la tua vita a Dio. Ma ho accolto anche il negativo, il rifiuto, l’allontanamento, il dolore fisico e spirituale di chi ha dovuto rinunciare ad un pezzo della sua vita per poter rispondere in maniera affermativa alla chiamata ad essere sé stessi.
Io spero che queste mie parole non siano solo una testimonianza per chi è curioso di quanto è accaduto a Bologna, ma siano anche qualcosa in cui riscoprirsi per chi è stato con me in quei giorni. Spero che in una parola, in una frase, in un rigo ritorni l’impronta indelebile degli abbracci che ci siamo scambiati. È stato importante ritrovarmi e ritrovare amici lontani dalla mia città, da Lecce; ma è stato anche tanto importante trovarne di nuovi, tessere nuove relazioni, aggiungere nuove voci al canto di chi si impegna per fare la differenza.
Ecco perché all’inizio di questa breve testimonianza scrivevo che non resta che il silenzio. Me ne sono accorto questa mattina quando, facendo colazione, non ho sentito il vociare sommesso o il secco suono della campana che scandiva il fluire del tempo.
L’orologio ora scorre normalmente, e il silenzio in cui sono immerso non preclude ad una condivisione del passato, ad un abbraccio immediato o ad una lunga meditazione; però porta con sé una promessa tutta nuova di futuro e di cammino. Soprattutto è in questo silenzio che, dopo tanto peregrinare ho ritrovato Dio. Un silenzio diverso si, ma non di solitudine.
> Le altre testimonianze sugli Esercizi Spirituali “Dalle Frontiere” per le persone LGBT+, i loro genitori e gli operatori pastorali (Bologna, 28 ottobre/2 novembre 2022)