Nostro figlio è omosessuale… e allora?
Testo tratto da “Notre enfant est homosexuel” edito dall’Association Contact e dall’Institut National de prévention et d’éducation pour la santé (Francia), anno 2007, pagg.8-14, liberamente tradotto da Domenico Afiero
Nostro figlio è omosessuale e lo sa probabilmente da molto più tempo di noi. Gli sarà capitato , la maggior parte del tempo senza un sostegno, di cercare a lungo per capire quello che è e, poi, provare ad accettarsi così come è.
Ha vissuto con l’ansia per il giorno in cui saremmo stati a conoscenza del suo orientamento sessuale, senza sapere quale sarebbe stata la nostra reazione in proposito. In un modo o in un altro, anche se tutto è accaduto in un clima di tensione, nostro figlio si è aperto con noi finalmente e fa parte di noi ormai non infrangere quella fiducia che si è instaurata.
Se l’immagine che avevamo di nostro figlio è cambiata , anzi sconvolta dalla notizia,la sua personalità intima non cambia. La sua personalità rimane così come la conoscevamo , cioè con le sue qualità e i suoi difetti. Lui non ha scelto di essere quello che è, ma lo sarà per tutta la vita. E se lui si accetta senza problemi, potrà vivere felicemente come qualsiasi altra persona.
Ci piacerebbe, ovviamente, che sia diverso, ma cercare di “guarirlo” non serve a niente, perché non vi è niente da guarire. Se cerchiamo di spingere nostro figlio a cambiare, rischiamo di essere rifiutati o lui rischia di star male per piacerci. Invece, è indispensabile rispettare il suo modo di vivere, tentare di capirlo e aiutarlo, circondandolo con tutto il nostro affetto, ad accettarsi .
Questa strada non è facile da percorrere e occorre tempo, ma noi genitori dell’associazione Contact , che abbiamo vissuto questa situazione, pensiamo che la sola strada percorribile costruttiva sia basata sull’ascolto, il dialogo e l’assenza di giudizio.
Una presa di coscienza precoce
“E’ chiaro che non ha scelto”.
Alcuni omosessuali, uomini e donne, si rendono conto molto precocemente di essere diversi dagli altri. Talvolta , lo capiscono sin dai sette otto anni, spesso nella preadolescenza, quando i compagni si interessano alla persona di sesso opposto.
Partendo da sensazioni confuse, devono percorrere una lunga strada prima di prendere coscienza della loro situazione. Poi, la strada può essere ancora più lunga prima di accettarsi così come sono. In ogni caso, non si tratta di una scelta, di una moda o di postumi di una delusione sentimentale.
Le origini ignote dell’omosessualità
Le spiegazioni genetiche esposte da alcuni ricercatori sono molto controverse nella comunità scientifica. Per ora, non vi è niente che provi l’esistenza di un gene dell’omosessualità. D’altronde, vari manuali di psicologia parlano dell’influenza di un padre assente e di una madre castratrice, oppure dell’influenza di un padre troppo esigente e di una madre assente.
Tutte queste teorie, oltre a contraddirsi, non tengono conto di tutto l’ambiente educativo (i genitori, la scuola,i compagni, gli adulti etc..) in cui il bambino si impregna andando ben oltre la propria famiglia. Secondo le conoscenze attuali, bisogna riconoscere che ignoriamo totalmente le origini dell’omosessualità.
“Non vi è niente da capire. Dobbiamo amare nostro figlio e accettarlo”.
Come genitori non siamo colpevoli
“Non abbiamo nessun punto di riferimento. I genitori non sono preparati:ecco la ragione della sofferenza”.
“La prima cosa che nostro figlio ci ha detto: «Non vi chiedete di sapere se la colpa è vostra».”
L’omosessualità è difficilmente affrontata nelle tradizioni culturali ed educative familiari. Il bambino omosessuale è generalmente “inaspettato”. Noi genitori, impotenti di fronte a questa situazione nuova che non padroneggiamo, cerchiamo di capire le cause.
Lo ‘stato’ di nostro figlio ci spinge spesso a considerarci I soli responsabili. Così, siamo portati a sviluppare un sentimento di colpevolezza che può manifestarsi sotto forma d’aggressività contro il bambino, contro di noi oppure contro nostro marito o nostra moglie.
E’ una situazione difficile da vivere. Una situazione che spesso conduce ad uno stato depressivo che , a sua volta, può colpevolizzare il bambino di fronte alla sofferenza dei genitori. In tutti i casi, è una situazione che compromette la possibilità di dialogare nella famiglia. Questo sentimento di colpevolezza è molto frequente e siamo in tanti ad averlo avuto. Eppure, sappiamo che è infondato.
Non vi è niente che possa permettere di affermare che i genitori sono responsabili della situazione del proprio figlio. Abbiamo cresciuto nostro figlio con tutto il nostro amore possibile.
Una grande diversità di situazioni
“Vi sono varie omosessualità. Non vi è soltanto uno stereotipo di omosessuale da proporre.”
L’omosessualità, spesso ridotta ad un’immagine stereotipata, può esprimersi ed essere vissuta in modi molto diversi nel manifestare I sentimenti, i comportamenti e le pratiche sessuali.
Dobbiamo dar atto che esistono tutte le sfumature possibili tra un comportamento esclusivamente eterosessuale e , viceversa, un comportamento esclusivamente omosessuale o bisessuale. I bisessuali sono attratti da entrambi i sessi.
Inoltre, l’omosessualità non si concretizza obbligatoriamente con un atto sessuale. Alcuni omosessuali, infatti, rifiutano l’atto sessuale per molteplici ragioni.
Comunque, l’omosessualità non è vissuta in maniera identica se la si può vivere liberamente, come nella maggior parte delle grandi città, o viverla di nascosto, come è spesso il caso nelle regioni più isolate.
Vi è una grande diversità di situazioni.L’omosessualità, infine, non riguarda soltanto la vita sessuale, ma la vita affettiva nel suo insieme… e le grandi storie d’amore, come pure la stabilità e la fedeltà nella coppia, non sono prerogative degli eterosessuali.
Quanti omosessuali ci sono?
Tenendo conto della grande differenza dei comportamenti e delle pratiche dell’omosessualità , come pure della clandestinità sociale a cui sono soggetti molti gay, è difficile dare una risposta in termini statistici esatti sul numero di omosessuali nella società.
I numerosi studi condotti in proposito, nel mondo intero, in condizioni talvolta messe in discussione, danno risultati molto divergenti.
Secondo un’ultima ricerca in Francia tra il 2005e il 2006, il 4% dei maschi e il 4,1% delle femmine dichiarano di aver avuto un rapporto sessuale con un partner dello stesso sesso. Nel mondo occidentale si calcola tra il 5% e il 10% il numero di persone che fanno sesso o sono attratti da persone dello stesso sesso.
A prescindere dai punti percentuale esatti, la ricerca francese dimostra che vi sono centinaia di migliaia di uomini e donne che provano un’attrazione fisica e/o affettiva o hanno una relazione sentimentale con una persona dello stesso sesso. Siamo a contatto con queste persone ogni giorno e, la maggior parte delle volte, senza sapere del loro orientamento sessuale.
Testo originale tratto da: Notre enfant est homosexuel (Brochure – File pdf)