Ora di religione: “Prof ma lei è contro le persone LGBT?”
Email inviataci* da Anna, insegnante di religione
Leggo la mail di Marco (su “Com’è essere omosessuali e insegnanti di religione cattolica?“) e immediatamente avverto che il messaggio di speranza e di fiducia sono rivolti anche a me.
No, non sono omosessuale, sono moglie e mamma, eterosessuale e insegnante di religione, ma l’invito a non lasciarsi schiacciare dalle proprie paure giunge chiaro anche a me. Ne colgo pienamente il significato, insieme alla drammaticità che spesso blocca la vita delle persone più sensibili, anch’io mi sono scoperta piena di paure e timorosa di non essere accettata.
L’invito a vivere da risorti arriva all’inizio di una quaresima che si preannuncia particolarmente faticosa, in un periodo che appare segnato dalla diffidenza tra le persone, dai pregiudizi e dagli attimi preziosi persi in faccende di poco conto.
Una luce viva, in questo periodo buio, è rappresentata dai miei cari alunni, dalla loro vivacità adolescente che nel tempo ha imparato a rivolgersi a me con fiducia. Se inizialmente la mia figura era percepita come quella di una signorotta un po’ borghese depositaria di una fede lontana e inutile, a poco a poco, qualcuno ha scoperto che in quella fede c’è qualcosa che lo riguarda direttamente.
Presto, dalle provocazioni, siamo passati al dialogo sincero che ha aperto la strada anche alla possibilità di trovare interessante la storia della Chiesa e la cultura religiosa. Immancabile la domanda: “Prof ma lei è contro le persone LGBT?”.
Prendo fiato, so che sono tenuta a portare in classe non la mia idea, ma la posizione ufficiale della Chiesa, ma sono consapevole della vivacità del dialogo e delle posizioni che la animano. Può mai un cristiano essere “contro” qualcuno? Può essere portatore di qualcosa di diverso che non sia amore e accoglienza?
Certo, siamo tutti chiamati a imparare insieme l’amore cosa sia, ma davvero nel mio ruolo di insegnante di religione posso mostrare un approccio diverso da quello di un abbraccio benedicente?
Rifletto seriamente su cosa possa significare per un credente omosessuale sentirsi in qualche modo rifiutato dalla fede che lo nutre. Forse che l’essere o non essere omosessuale possa modificare in qualche modo lo sgomento di sentirsi lontani o allontanati da Dio?
Mai mi farei interprete di un pensiero che possa scostare chiunque dall’amore del Padre. Ho una profonda ignoranza di molte cose, ma conosco ragazzi e colleghi preziosi grazie a cui ho avuto il privilegio di scoprire che chiunque, attento e appassionato alla vita, è un dono di Dio per gli altri, l’altro è per me un dono di cui mai vorrei privarmi.
* “La verità vi farà liberi” ci ricorda il Vangelo, perché ciò di cui non si parla non esiste, crea ipocrisia e genera mostri. Ecco perché su gionata.org abbiamo deciso di raccontare il tema dell’omosessualità attraverso gli occhi e le esperienze degli insegnanti di religione cattolica (idr). Vogliamo raccontare storie, riflessioni ed esperienze vissute dagli insegnanti di religione e che oggi ancora non possono essere discusse, affrontate e condivise a viso aperto nella chiesa cattolica, altrimenti si rischia sanzioni e lo stesso posto di lavoro. Allora abbiamo deciso di dare parola a loro, perché la nostra chiesa cattolica cominci a fare i conti con una realtà che continua a non voler vedere. Leggi le loro storie sulla pagina “L’ora di religione” e se vuoi aggiungi il tuo contributo, anche anonimo, scrivendoci a gionatanews@gmail.com. Accetti il nostro invito? @tendadigionata