Outing in digitale. Lo strano caso dei dieci omofobi-omosessuali di Stato
Riflessioni di Tiberiano, 27 settembre 2011
L’estate volge al termine, una sera mi cadono gli occhi su un link in rete: ’Svelati i nomi di dieci uomini della politica italiana, tutti omofobi ed omosessuali”.
Vado a leggere i nomi e riepilogo qui i fatti, con qualche nota a titolo personale.
1.- I nomi sono dieci, di alcuni lo si intuiva già da tempo, altri lasciano piuttosto indifferenti i più, altri ancora invece non figurano affatto (e magari ci si aspettava di trovarli nell’elenco).
Si tratta di soli uomini, tutti di centro destra, a conferma che l’omofobia va a braccetto con un certo maschilismo patriarcale becero di una certa rappresentanza politica italiana.
2.- Non vengono riportati fatti, eventi e luoghi circostanziati a giustificare la presenza degli interessati nella lista.
Per parafrasare un famoso detto, in questo caso ’si dice il peccatore, ma non il peccato’. Sorge quindi il sospetto che questa vicenda sia soltanto una mezza “bufala”, senza riscontri né fondamenti.
3.- Il comunicato è di fonte anonima. Ed i maggiori esponenti del mondo gay militante hanno subito preso le distanze, disapprovando in tutto o almeno in parte l’iniziativa.
Di informazione in rete oggi se ne trova quanta se ne vuole, il problema piuttosto è la sua qualità, ovvero l’attendibilità, di cui un indicatore significativo sarebbe la fonte.
La modalità dell’anonimato lascia al comunicato un certo retrogusto di vigliaccheria, che odora di ‘scoop gossip’ o di ‘spiata’; se davvero si è trattato di un atto di ribellione civile, volto a svergognare pubblicamente personaggi ipocriti e arroganti, è anche vero che forse era il caso di metterci anche la faccia. E farsi carico delle proprie affermazioni nei confronti dei diretti interessati.
4.- Si allude a successivi elenchi, comprendenti anche alti prelati. Che è come dire:”Questo è solo l’inizio !”
Essere omofobi ed omosessuali al tempo stesso non è cosa rara ed è la spia del profondo disprezzo di tanti individui per la persona omosessuale, percepita fondamentalmente come una prostituta: disprezzata, discriminata e insultata di giorno (in pubblico), ma avvicinata di sera (in privato).
Un oggetto, un giocattolo da usare a fini sessuali, funzionale alla propria soddisfazione fisica. E nient’altro.
Nulla di strano che, sotto quest’ottica, scompaia dai loro occhi la ‘persona’ e con essa tutto il rispetto e i diritti civili che alle persone sono dovuti.
Questo è outing, che è cosa diversa dal coming out, ma troppi giornalisti ignoranti usano nei giornali e in Internet il termine outing per indicare l’ammissione spontanea della propria omosessualità.
Un po’ mi ricorda l’outing -discutibile- nei confronti del cantante Tiziano Ferro; come noto, Cecchi Paone dichiarò pubblicamente che Ferro era omosessuale e che era ora che anche lui mettesse le carte in tavola.
Cosa che il cantante fece di lì a qualche settimana, e – guarda caso …- sfornò pure un libro autobiografico già bello e pronto, subito pubblicato.
Una strategia promozionale dietro un coming out con un “quasi-outing” di preavviso? Misteri del marketing in salsa rainbow…
Torniamo al caso dei dieci politici in gay list. Goliardata inopportuna, doverosa denuncia o delazione meschina da ‘corvo’ che sia, rimane aperto un interrogativo etico: è giusto “svergognare” (perché per loro è senz’altro vergognoso essere pubblicamente additati come omosessuali) un personaggio pubblico in Internet, esponendolo ad una gogna globale e planetaria ?
La finalità di fondo è giusta, ma l’approccio è stato sbagliato ?
Queste o altre rivelazioni dello stesso genere serviranno davvero a smorzare l’omofobia dilagante in Occidente, soprattutto in Italia ?
Ho letto a riguardo commenti di vario tipo, in cui si parlava di gesto di sana ribellione, risveglio di una coscienza civile (troppo a lungo assopita a favore di una omertà servile), determinazione a far perdere la faccia e la credibilità di tali ipocriti dei nostri tempi, ma ho anche letto di violenza dei diritti dell’altrui vita privata e delazione in forma anonima.
A proposito di ipocriti, sono numerosi i passaggi del Vangelo in cui lo stesso Gesù svergognava pubblicamente gli scribi e i farisei, l’èlite aristocratica e intellettuale che deteneva il potere e la sapienza religiosa di allora. Erano in pratica i “dottori della chiesa” del suo tempo !
E li svergognava sulla pubblica piazza, li chiamava ‘ipocriti’, ‘razza di vipere’, ‘sepolcri imbiancati’, senza sottintesi e diplomatici giri di parole e senza mandarlo a dire da altri o tantomeno in forma anonima.
E qui torniamo all’ultimo elemento: la possibilità di menzionare anche alti prelati omofobi e ‘gay praticanti’ in successive liste da pubblicare in rete.
Se si arrivasse davvero a questo, si andrebbe ben oltre la privacy e la vita privata dei singoli, quindi le ripercussioni sulla credibilità della Chiesa cattolica come istituzione e guida morale potrebbero essere molto più gravi, assai più del caso di un partito politico.
Viene da chiedersi quale potrebbe essere l’atteggiamento dei cristiani glbt davanti a tale eventualità …