Parlare di omosessualità con i ragazzi
Articolo tratto dal blog “Lo que un gay quiere ver” del 2 luglio 2011 liberamente tradotto da Adriano C.
Più di un genitore avrà provato il classico “rospo in gola” quando ha dovuto rispondere alle domande dei propri figli sull’omosessualità. “Perché si baciano tra uomini?”, avrà chiesto una vocina…
Guardando le immagini del matrimonio omosessuale recentemente legalizzato in Messico, come dobbiamo affrontare questa spinosa questione senza senza cadere in giudizi disordinati? Cosa dovrebbero dire i genitori per spiegare alcune situazioni che diventano sempre più frequenti?
Consigliamo di non mentire o di non nascondere la verità ai ragazzi. Le risposte devono essere trovate in casa. Per la psicologa e consulente della sessualità di Apropo, Trixsi Vargas, l’omosessualità è presente nel quotidiano; per questo raccomanda di non nascondere il problema, o tentare di scaricare il lavoro ai professori o a qualche altro membro della famiglia.
Afferma la dottoressa: “La spiegazione varia con l’età dei ragazzi. Tuttavia dobbiamo ricordare che essi adottano un atteggiamento (positivo o negativo) a seconda di come si comportano i loro genitori”.
Parlare dell’affetto che esiste tra uomini e donne potrebbe essere un buon inizio. “Bisogna dire che questo è quello che ci si aspetta, ma anche informare che, a volte, alcune persone si innamorano di persone del loro stesso sesso e che non c’è nulla di sbagliato “, aggiunge la Vargas.
Per coloro ai quali l’idea di pronunciare queste parole fa venire la pelle d’oca, ci raccomandiamo di rilassarsi. Il nervosismo e la tensione vengono captati dai bambini, Questo potrebbe essere controproducente. Raccomanda l’esperta: “I ragazzi di 13 anni, per esempio, vorranno sapere di più di quelli di 7 anni. Se il padre/madre non sa, allora vanno a prendersi un’enciclopedia e se la leggono”.
Addio Miti
L’opportunità di insegnare la tolleranza è enorme quando si tratta di omosessualità. Essere “gay” in società significa una lotta costante per ottenere maggiori diritti, per cui parlare con bambini e adolescenti su questo tema non crea una curiosità morbosa come molti adulti pensano. “I genitori credono che se non se ne parla, non saranno interessati.
Però non è così, un bambino si rende conto di tutto. Meglio disperdere i suoi dubbi in casa, ogni volta che ci fanno delle domande “. E’ chiaro che i genitori hanno nelle loro mani la possibilità di spezzare le catene dell’oscurantismo, della paura e del pregiudizio.
Con bambini da 6 a 8 anni: Necessitano di risposte rapide e naturali. Ad esempio se un bambino vede due donne abbracciate per strada e ce ne chiede il motivo, bisogna spiegare che si vogliono molto bene e che sono molto amiche.
Con bambini da 7 a 11 anni: Si aspettano più di una risposta semplice e fanno più domande. Sarebbe meglio consultare prima qualche libro sulla sessualità. Per esempio, dopo aver spiegato l’affetto tra le persone dello stesso sesso arriverà la domanda: “E perché la gente le guarda stranamente?”. Allora si dovrebbe spiegare che, essendo poco comune, le persone rimangono ancora stupite.
Con ragazzi in età puberale e adolescenti: Sono esposti ad ogni tipo di informazione (TV o Internet) e conviene che ottengano risposte in casa piuttosto che dagli amici. Per esempio un adolescente potrebbe credere di essere omosessuale perché sente ammirazione per un altro/a giovane del suo stesso sesso. Si dovrebbe allora spiegare che si tratta semplicemente di una tappa transitoria, nella quale si ricercano modelli da emulare. L’identificazione, alla loro età, non è un male.
Testo Originale: Hablar de homosexualidad con los niños