Perché come credenti con un figlio gay chiediamo di approvare il DDl Zan contro l’omotransfobia
Lettera di Corrado e Michela Contini pubblicata sul quotidiano La Gazzetta di Parma del 24 giugno 2021
Come genitori credenti di un figlio gay, ma ancor più come cittadini italiani siamo rimasti veramente sconcertati dall’apprendere dell’intervento della Segreteria di Stato Vaticana con una nota presso il nostro Governo in cui si afferma che il ddl Zan, legge ancora in discussione presso il nostro Parlamento, “viola l’accordo di revisione del Concordato”.
Sconcertati non solo per le motivazioni secondo cui tale disegno di legge metterebbe in discussione la libertà di organizzazione in particolare delle scuole cattoliche ed attenterebbe alla libertà di pensiero dei cattolici (di per sé motivazioni discutibili…), ma ancor più perché l’ intervento della Segreteria di Stato Vaticana si configura come una vera e propria ingerenza, da parte di uno Stato straniero, nell’attività del Parlamento italiano che, nell’approvare o nel modificare le leggi, non deve mai farsi influenzare da obiettivi diversi da quello di dare forma alla legittima volontà del popolo stesso.
Alla luce di questa ingerenza crediamo che diventi ancora più urgente approvare al più presto il ddl Zan. Lo diciamo in quanto genitori di persone LGBT+ che assistono allo stillicidio di episodi in cui gli omosessuali e i transessuali italiani sono vittime di insulti e di violenze (come racconta molto bene il sito omofobia.org).
Lo diciamo in quanto abbiamo a cuore anche il diritto all’integrità fisica delle altre minoranze che il ddl Zan intende tutelare.
Lo diciamo in quanto cittadini italiani che non accettano l’odio e la violenza e nessuna forma di discriminazione come ribadito nella nostra Costituzione.
Lo diciamo infine in quanto membri della Chiesa che proprio nella sua dottrina, difende la laicità dello Stato.
L’ha ricordato molto bene infatti papa Benedetto XVI durante l’udienza che, il 9 dicembre 2006, aveva concesso ai partecipanti al convegno nazionale promosso dall’Unione giuristi cattolici italiani, quando ha detto che:
«Non può essere la Chiesa a indicare quale ordinamento politico e sociale sia da preferirsi, ma è il popolo che deve decidere liberamente i modi migliori e più adatti di organizzare la vita politica» e ha aggiunto che: «Ogni intervento diretto della Chiesa in tale campo sarebbe un’indebita ingerenza».
Per tutto questo chiediamo al Parlamento italiano di approvare al più presto il ddl Zan, a questo punto non solo come norma giusta e capace di tutelare alcuni gruppi di persone particolarmente esposte alla violenza e all’odio, ma ancor prima per difendere la condizione irrinunciabile di laicità dello Stato.