Nostro figlio è gay. Il cammino di una famiglia cattolica
Testimonianza di Bruno tratta da devenirunenchrist.net (Francia), liberamente tradotta da Angela Di G.
“Quando nostro figlio più piccolo ci ha confessato la sua omosessualità, poco più di un anno fa, aveva 20 anni. Noi gli abbiamo assicurato che restava sempre nostro figlio.
Avendoci riflettuto, eravamo giunti alla conclusione che l’amore per i nostri figli doveva esprimersi tramite l’accettazione di tutte le sfaccettature della loro identità.
Tuttavia, a dire la verità, tenuto conto della sua giovinezza, coltivavamo la segreta speranza che egli potesse un giorno cambiare, che potesse abbandonare una minoranza e una certa marginalizzazione, per tornare all’interno di una maggioranza più confortevole …
Io ritengo il miracolo possibile ma ho appreso, leggendo e ascoltando delle testimonianze, che questa mia aspettativa potrebbe essere disillusa. Il disegno di Dio riguardo a mio figlio è un disegno che potrebbe non cambiare. Io stesso non conoscevo la sua situazione ed ero disorientato.
Quello che mi preoccupava era di scoprire un po’ di più su questa differenza, che io avvertivo soprattutto come una disarmonia difficile da accettare. Sono convinto che, qualsiasi siano le nostre specificità, tutti noi abbiamo una vocazione di «cercatori di Dio».
Come padre, mi auguro che mio figlio conservi la possibilità di rispondere a una vocazione che è comune a tutti, e che egli sia certo di essere, come tutti e al pari di tutti, invitato e atteso da Cristo. Ora, io mi rendevo conto che non riusciva più a conciliare la sua personalità con la sua educazione religiosa. Aveva perciò scelto di sopravvivere rifiutando questa educazione in quanto ingiusta e chiusa.
Attualmente, la mia principale preoccupazione è che lui non si senta definitivamente rifiutato dalla Chiesa cattolica e che possa continuare a progredire sul piano spirituale beneficiando della comunione nella Chiesa, comunione che avvertiamo come vitale anche noi stessi, noi in quanto suoi genitori.
Come rispondere nella realtà dei fatti a questa vocazione di cercatore di Dio, se l’accesso principale alla conoscenza del Cristo non ti viene aperto ovvero se l’accoglienza che ti viene riservata ti dissuade dal continuare il tuo cammino?
Le mie prime ricerche mi hanno guidato verso un sacerdote, poi un altro, verso degli psicologi cattolici, nessuno dei quali però mi ha fornito degli elementi. Ma nel corso di questi incontri ho riscontrato una certa confusione, un’ignoranza ammessa con umiltà, soprattutto nei sacerdoti che ho incontrato.
Mi sono reso conto che mio figlio faceva parte di una minoranza trascurata se non occultata dalla Chiesa, che questa minoranza faceva paura. Non ho serbato rancore poiché riconoscevo dentro di me che anch’io ero indifferente alla causa prima che mi riguardasse direttamente.
Poi andando avanti, grazie alla Provvidenza, sono venuto a conoscenza di «Devenir Un En Christ» (Diventare uno in Cristo). Marcel mi ha risposto a telefono e mi ha guidato verso Claude e Brigitte. Grazie a loro mi si sono aperte delle strade. Mi hanno ascoltato e proposto la lettura di alcune pagine essenziali.
Molto discretamente mi hanno trasmesso la voglia di partecipare alle giornate di dialogo tra genitori e tra genitori e figli. Sono così giunto allo scorso autunno. Il sabato eravamo tra genitori e ci siamo raccontati dei nostri figli. La maggior parte era al corrente dell’omosessualità dei figli da molto più tempo di me.
Si sprigionava da questi scambi una solidarietà e una semplicità che mi hanno toccato molto e mi hanno aiutato a prendere distanza dalla mia situazione personale per dare ascolto a quella degli altri.
La domenica ci hanno raggiunto alcuni figli. Ho ricevuto molto dalle loro testimonianze. Ho ascoltato la sofferenza di alcuni, le battute gioiose di altri. Ho capito che il caso di ciascuno era unico. Infine, ho ammirato il carisma di coloro che animavano la nostra preghiera comune: ritrovavo in loro la Chiesa, comprendevo cosa poteva significare «Diventare uno in Cristo».
Rischiarati dalla loro luce riuscivo a vedere i sentieri sui quali mio figlio potrebbe scegliere di incamminarsi”.
Testo originale: Lorsque notre plus jeune fils nous a confié son homosexualité