Quando un ragazzo va a scuola con la gonna per combattere gli stereotipi di genere
Articolo di T’Cha Dunlevy pubblicato sul sito del periodico Montreal Gazette (Canada) il 9 ottobre 2020, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
Mercoledì, per andare a scuola, Colin Renaud ha indossato una gonna, ed è successo un putiferio. Come altri ragazzi di Montreal e della South Shore, lo studente del [istituto] Villa Maria è stato ispirato da un crescente movimento di protesta contro il sessismo e la discriminazione delle donne.Un’ondata di post su Instagram ha fatto di mercoledì il giorno in cui i ragazzi indossano una gonna a scuola a sostegno della causa.
“Il movimento ha due obiettivi” ha dichiarato venerdì il quindicenne Renaud alla Montreal Gazette, “Uno è quello di combattere contro l’ipersessualizzazione del corpo femminile, dando alle ragazze la possibilità di indossare ciò che vogliono e rompere i codici della nostra società, smettendo di dire che c’è un genere per ogni cosa, che questo è per i ragazzi e quello, invece, per le ragazze.
“È anche un attacco ad un certo codice di abbigliamento ritenuto sessista e degradante per chi indossa gonne, e verso un’uniforme che potrebbe essere percepita come non egualitaria”.
Renaud non crede che il suo abbigliamento possa essere un problema. Dal 2015 Villa Maria ha una politica di uniformi miste, per cui tutti gli studenti possono indossare gonne o pantaloni, come preferiscono.
Ma, arrivato a scuola, è stato redarguito da un sorvegliante — che gli ha chiesto se fosse transgender o gay —, che l’ha portato nell’ufficio del preside, dove una segretaria gli ha detto che le gonne erano per le ragazze.
Ma le cose sono cambiate quando un’assistente del preside, Françoise Dubuc, è venuta a conoscenza della situazione.
“Sono intervenuta con molta sollecitudine quando è venuto da me” ha dichiarato Dubuc, “gli ho detto che (la critica che aveva ricevuto) era inaccettabile, che la nostra scuola è inclusiva e che gli studenti potevano indossare qualunque capo dell’uniforme volessero”.
A Colin è stato permesso di ritornare in classe indossando la gonna per il resto della giornata, e il sorvegliante si è scusato. Dubuc descrive l’accaduto come “un deplorevole incidente”, non rappresentativo della politica di inclusione di Villa Maria, che comprende anche servizi igienici di genere neutro.
Dubuc ha salutato positivamente l’iniziativa di Colin Renaud: “Spero non sia solo un movimento come un altro, e che ognuno si senta comodo e indossi il capo dell’uniforme che desidera. Villa Maria è assolutamente aperta alla diversità”.
C’è una parte dell’uniforme che rimane oggetto di dibattito nella scuola: si deve indossare la gonna con calze al ginocchio o collant, e alcune studentesse la considerano un’imposizione sessista.
“Questo, a Villa Maria, è argomento di discussione già dall’anno scorso” ha dichiarato Dubuc, “In questo periodo le priorità sono altre (la pandemia); ma se succedesse ancora, lo approfondiremo con piacere”.
Colin apprezza l’apertura mentale di Françoise Dubuc: “Ha raddrizzato la situazione e ha promesso che certe cose (sarebbero cambiate)”. Colin ha condiviso la sua storia su Instagram, dove, fino a venerdì pomeriggio, aveva raccolto almeno 30.000 like, raddoppiando così i suoi follower.
Lui e gli altri ragazzi di Villa Maria indosseranno ancora le gonne martedì, a supporto del movimento, anche se, per il futuro, non c’è ancora un programma ufficiale: “Non sono molto attaccato alle gonne, non ho voglia di indossarne una ogni giorno. Ma rispetto chi lo fa. Come simbolo, la indosserò con piacere”.
Mercoledì, anche Simon Lefebvre-Gagnon ha indossato una gonna in classe. Martedì lo studente sedicenne della Lucille-Teasdale International School del South Shore è andato nell’ufficio della sua preside dicendo che avrebbe voluto che anche altri studenti partecipassero.
Il giorno dopo, previa approvazione della preside, Simon e cinquanta dei suoi compagni hanno indossato le gonne: “Ho spiegato all’intera scuola che il messaggio riguarda la pressione imposta alle donne, e le aggressioni sessuali. Queste cose devono cambiare. Il nostro è un movimento che parla alla nostra generazione”.
Indossare una gonna ha aiutato Simon a capire meglio cosa le donne devono fronteggiare: “Mi ha davvero cambiato. Ho visto come le donne si sentono in certe situazioni. Mi ha reso più sensibile a questo tipo di cosa”.
Testo originale: Boys wear skirts to school to protest sexism and discrimination against women