Ricorderò sempre il coming out di mio figlio
Testimonianza di Sergio pubblicata sul sito My Kid is Gay (Stati Uniti), liberamente tradotta da Chiara Benelli
Sergio, 51 anni. Lo scorso ottobre, mio figlio Daniel ha detto a me e a mia moglie di essere gay. Ricordo la data esatta: era il primo del mese. Quella sera stavamo mangiando spaghetti e polpette, e da allora non abbiamo mai più mangiato spaghetti e polpette a casa nostra – ok, sto scherzando. Daniel ci ha detto: “Vorrei dirvi una cosa che probabilmente già saprete. Sono gay”. E noi, dal canto nostro, gli abbiamo fatto una domanda che non si dovrebbe mai fare, ma che raramente i genitori sanno di non dover fare: “Sei sicuro?”.
Mi ha colto completamento alla sprovvista. Non ero neanche lontanamente preparato a una cosa del genere. Ho diversi amici omosessuali, e anche alcuni dipendenti, e mai li ho considerati diversi da nessuno. Ma in quel momento stava accadendo in casa mia, e io non avevo la benché minima idea di come gestire il tutto. Ero scioccato. Ho pianto per due giorni di fila; le mie erano lacrime di dolore per quello che immaginavo stesse passando Daniel. Ma quando finalmente l’ho guardato negli occhi, ho capito che era lo stesso ragazzo di sempre, intelligente e felice.
Dopo essersi dichiarato con noi, Daniel pensava che lo avremmo cacciato di casa, che non gli avremmo più voluto bene e che sarebbe cambiato tutto. Penso che sia rimasto davvero sorpreso quando ha visto che non reagivamo affatto nel modo in cui si era immaginato. Gli abbiamo detto: “Ti vorremo sempre bene, nonostante tutto. Sei nostro figlio”. La prima persona che ha chiamato mia moglie è stato un nostro amico psicologo, che conosce mio figlio fin da quando era piccolo. Mia moglie gli ha detto: “Daniel ci ha appena detto di essere gay. Che dobbiamo fare? Come dobbiamo procedere?”.
L’unica cosa che mi ha aiutato a tranquillizzarmi è stato il sostegno degli amici. L’ho appena detto a un paio di miei carissimi amici, perché sentivo il bisogno di condividere questa notizia con qualcun altro oltre a mia moglie. La loro risposta mi ha spiazzato: “E allora? È lo stesso Daniel di sempre, un ragazzo d’oro”. Questa cosa mi ha rincuorato molto. Poi, man mano che lo venivano a sapere, le persone mi chiamavano dicendomi: “Ehi, Sergio, l’ho appena scoperto. Sai, Daniel è proprio un bravo ragazzo”.
È innegabile che ci siano persone ignoranti e retrograde a questo mondo, ma è anche vero che viviamo in una società molto più comprensiva di quanto crediamo, e ne ho avuto la prova con l’esperienza di Daniel.
Passata una settimana dal coming out di mio figlio, sono andato da un terapeuta e gli ho raccontato la situazione che stavo vivendo. Mi ha detto subito, senza esitazioni: “Sergio, stai facendo tutto correttamente. Vuoi bene a tuo figlio”. È stato molto importante per me.
Ora che ho avuto un po’ di tempo per metabolizzare tutti i sentimenti provati a seguito del coming out di Daniel, posso dirmi finalmente grato. Sono grato che mio figlio sia stato abbastanza intelligente da avere il coraggio di venircelo a dire subito a questa età, e che mentre lui cresce, noi possiamo imparare a conoscerlo senza segreti.
Testo originale: “I’ll Always Remember the Day He Told Us”: Sergio’s Coming Out Story