“Sii omosessuale, ma non comportarti come tale”. La contraddittoria politica delle università evangelicali USA
Articolo di David R. Wheeler pubblicato sul sito del mensile The Atlantic (Stati Uniti) il 14 marzo 2016, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
Nel passato, molte università cristiane conservatrici condannavano sia l’attrazione per il proprio sesso sia l’intimità omoaffettiva. Ma ora, dopo che il matrimonio gay è stato legalizzato [negli Stati Uniti], il Paese sta subendo ampi mutamenti culturali e le cose stanno cambiando. Alcune di queste stesse scuole stanno cercando ora di separare l’identità sessuale dal comportamento sessuale nella loro politica e nelle abitudini del campus. Sebbene goffamente, stanno cercando di accogliere gli studenti gay, preservando comunque le regole contro i “comportamenti” omosessuali.
A seconda del clima teologico e politico che vi vigono, le università si confrontano con questa nuova realtà in modi diversi. Poche hanno aperto interamente le loro comunità agli studenti e alle facoltà LGBT, abolendo ogni restrizione contro gli appuntamenti e i matrimoni gay. Lo scorso autunno due atenei cristiani conservatori, l’Eastern Mennonite University e il Goshen College, hanno aggiunto l’orientamento sessuale alla loro politica di non discriminazione. In definitiva, questa mossa ha costretto entrambe a ritirarsi dall’organizzazione più importante della nazione tra quelle che raggruppano le università evangeliche.
In altri college, le politiche specifiche riguardanti gli studenti LGBT sono incerte. Per esempio: la Baylor, la più grande università battista della nazione, ha tranquillamente abrogato la sua politica di divieto degli “atti omosessuali” l’anno scorso. Ma il portavoce del college, Lori Fogleman, non ha detto se questo cambiamento significa che gli studenti gay legalmente sposati possono ora iscriversi alla Baylor: “La nostra domanda di iscrizione al corso di laurea non richiede di indicare lo stato civile”.
Ma, indipendentemente dalla specifica politica odierna dell’ateneo, molti studenti LGBT si sentono a disagio: “Come donna bisessuale nella comunità della Baylor, sono parecchio nascosta con quelli che non sono buoni amici, proprio per ridurre al minimo le ripercussioni” mi ha detto una studentessa della Baylor, Ariel, che mi ha anche chiesto di non usare il suo cognome.
In molti college gli studenti possono essere anche cacciati perché intrattengono relazioni omosessuali. Nel 2013 Danielle Powell è stata espulsa dalla Grace University in Nebraska quando la scuola ha scoperto che aveva una relazione romantica con un’altra donna. Altre scuole esprimono la loro disapprovazione in modi più creativi. Per esempio, l’anno scorso, allo scrittore Eliel Cruz venne presumibilmente chiesto dagli amministratori di non vendere dolci per raccogliere soldi per i giovani senzatetto LGBT, dal momento che tale “appoggio percepito” delle persone LGBT sarebbe entrato in conflitto con le finalità della Andrews University in Michigan.
Anche se alcune scuole conservatrici stanno tentando di trovare un compromesso tra le loro convinzioni e le norme culturali prevalenti, questo atteggiamento spesso crea effettivamente due tipi di regole: una per gli studenti gay, l’altra per quelli etero. Per esempio, al college di Ozark, classificato dall’U.S. News come il quarto college del Midwest, il manuale dello studente proibisce esplicitamente “il toccarsi, l’accarezzarsi e altri comportamenti di natura sessuale con una persona dello stesso sesso”. Ma agli studenti eterosessuali della stessa scuola è permesso andare agli appuntamenti o mostrare il loro affetto, sempre che si astengano dal sesso.
Allo stesso modo, al Messiah College, classificato da U.S. News al quinto posto dei college regionali del nord, ci si aspetta che le coppie eterosessuali si astengano dall’intimità sessuale ma possono apertamente incontrarsi per un appuntamento. Nel frattempo gli studenti gay devono seguire regole diverse. Secondo il manuale “ci si aspetta che gli studenti che si sentono attratti da persone dello stesso sesso o si identificano come gay o lesbiche si frenino da ‘espressioni sessuali omoerotiche’ come sono quelle delle pratiche culturalmente accettate (per esempio, identificarsi come una coppia o esprimere intimità fisica)”.
Cosa succede se gli studenti infrangono le regole contro gli appuntamenti omosessuali? Al Messiah le situazioni vengono affrontate “caso per caso, così da rispettare la dignità, la privacy e il benessere della persona, secondo l’identità cristiana e gli impegni del college” dice Carla E. Gross, portavoce dell’ateneo: “Questo modo di fare è coerente per tutti gli standard di comportamento e le aspettative stabilite dal college per quanto riguarda il comportamento, non solo quello sessuale”.
Gross nota che, come college cristiano, “l’approccio istituzionale del Messiah sulla sessualità umana è basato sull’autorità delle Scritture ed è radicato nell’insegnamento tradizionale e di lunga data della Chiesa cristiana – inclusa la denominazione del fondatore del Messiah, i Fratelli in Cristo”. Ed enfatizza che le norme della comunità universitaria riguardano i comportamenti omosessuali, non l’orientamento.
Non tutti gli studenti sono d’accordo con queste regole. Gli amministratori “affermano che la loro politica è contro i comportamenti, non l’orientamento, ma restringono le forme di comportamento al punto che non c’è davvero maniera di esprimere il proprio orientamento” afferma Dan Heiland, uno studente bisessuale del Messiah: “La battuta tra i miei amici è che si può essere gay al Messiah, basta che non si agisca da gay, non si dicano cose gay, o non si faccia nulla per mostrare di essere gay”.
La questione se un cristiano LGBT debba rimanere celibe ha portato ad un intenso dibattito sull’interpretazione delle Scritture. Mentre la maggior parte degli evangelicali rimane contraria al matrimonio gay, alcuni dei loro leader, incluso lo studioso di etica David Gushee, hanno offerto un caso biblico di matrimonio gay e una piena accettazione delle persone LGBT nella Chiesa. Kenda Creasy Dean, professore di “Youth, Church, and Culture” (Gioventù, Chiesa e cultura) al Princeton Theological Seminary, ritiene che la mentalità di accoglienza verso l’espressione dei comportamenti LGBT si diffonderà sempre di più, in parte a causa della visione progressista di molti giovani evangelicali. Come ha notato uno studio di dicembre del Pew Research “Approssimativamente la metà (51%) dei protestanti evangelicali della ‘Millennial generation’ (nati cioè tra il 1981 e il 1996), dicono che l’omosessualità dovrebbe essere accettata dalla società. Le coppie dello stesso sesso nei college cristiani non tendono a ritenere di praticare uno ‘stile di vita’ alternativo; pensano a se stessi come cristiani evangelici praticanti, dottrinalmente formati. Si vedono vivere nella libertà donata da Dio, che l’evangelismo americano giustifica esplicitamente”.
Le università religiose con norme speciali che regolano i comportamenti degli studenti LGBT sono di nuovo sotto esame, in parte a causa di un rapporto di Human Rights Campaign pubblicato in dicembre. Il rapporto ha attirato l’attenzione su 56 college e università che cercano esenzioni dalle leggi federali e che vietano la discriminazione sulla base dell’identità sessuale. Queste stesse scuole religiose ricevono anche notevoli finanziamenti federali sotto forma di sovvenzioni e prestiti agli studenti: “La libertà religiosa è una delle rocce su cui si fonda la nostra nazione; comunque, la fede non dovrebbe essere mai usata come scusa per la discriminazione” dice Stephen Peters, un portavoce di Human Rights Campaign: “Siamo allarmati dalla crescente tendenza delle scuole che auspicano tranquillamente il diritto di discriminare gli studenti LGBT e non danno questa notizia al pubblico. È per questo che abbiamo sollecitato il Dipartimento della Pubblica Istruzione ad agire per contribuire a garantire che nessuno studente si iscriva inconsapevolmente in una scuola che intende discriminarlo”.
Molti dei college che cercano esenzioni dalle leggi federali e che vietano la discriminazione sulla base dell’identità sessuale sono membri del Council for Christian Colleges and Universities, un’associazione che conta più di 450.000 studenti ogni anno, impiega 30.000 membri di facoltà e ha 1,8 milioni di ex-alunni: “Essendo questa la natura delle comunità, una componente essenziale è condividere valori e speranze dei suoi membri” dice David Toney, un assistente legislativo del CCCU, in una dichiarazione via e-mail: “Gli studenti nei college cristiani scelgono liberamente di partecipare e sono di buon grado d’accordo con le regole della comunità, che sono basate sulle fondamenta teologiche dell’istituzione e della sua comprensione di ciò che è meglio per lo sviluppo umano”. Toney afferma che la politica dell’istituzione riflette la sua visione di Dio e della vita a cui un cristiano è chiamato: “Analizzare solo un aspetto della politica la rimuove dalle più ampie convinzioni delle istituzioni necessarie per capire la ragione di tale politica o principio”.
Molti studenti LGBT credono che questo atteggiamento ignori la fatica di essere fedele alla propria sessualità in un ambiente cristiano conservatore. Infatti l’essere al tempo stesso apertamente gay, rimanere casti e incontrare le aspettative di una comunità religiosa conservatrice, può essere a volte troppo da sopportare, anche nei college che mostrano apertura sull’argomento. Dopo essere stata ‘corteggiata’ dal Wheaton College in Illinois, la blogger apertamente lesbica Julie Rodgers ha accettato la posizione di “assistente associato per la cura spirituale” degli studenti LGBT del campus nel 2014. Successivamente, è stata inondata di studenti in cerca di aiuto, conforto e comprensione. Nonostante questa esperienza di successo alla Wheaton, ha rassegnato le sue dimissioni e ha scritto un articolo sulla sua deludente esperienza. Il rettore della Wheaton “ha detto di non aver sentito nulla di negativo sul mio comportamento con gli studenti al campus, ma che non aveva previsto tante critiche da ex-alunni e sostenitori” ha scritto Julie Rodgers.
Justin Lee, direttore esecutivo del Gay Christian Network, parla dei campus dei college cristiani che aiutano gli studenti LGBT e spesso vede una discrepanza tra come gli amministratori vedono le questioni LGBT e come le vedono gli studenti: “Romanticismo e identità di sé diventano tutt’uno con il sesso e sono quasi una cosa sola. Però un sacco di studenti si chiedono: anche se non faccio sesso, sarò espulso o sanzionato in qualche modo se faccio coming out o se ho una storia – anche se non si tratta di un rapporto sessuale?”. Justin mi ha detto che, quando ha fatto questa domanda agli amministratori, hanno detto “No, certamente non espelleremmo uno studente per questo. Non lo faremmo mai”. “Ma non è chiaro agli studenti” dice Lee “loro vivono nella paura”.
Testo originale: The LGBT Politics of Christian Colleges